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LA VERGINITÀ CONSACRATA È IL DONO TOTALE DI SÈ A DIO

Don Ottorino comincia la meditazione leggendo una frase dal libro di LEO TRESE, Il sacerdote oggi. Pensieri di un parroco americano, Morcelliana Brescia 1958, prendendola dal capitolo XV intitolato "La Passione". Le citazioni, tratte dalle pagine 124-125, vengono sempre riportate in corsivo, senza ulteriori indicazioni in proposito.

Alla domanda di don Ottorino, nel testo registrato uno risponde: "San Giovanni". Dalla frase successiva di don Ottorino si arguisce che la risposta è stata data da Daniele Galvan, che all'epoca stava terminando il 3° anno del corso liceale.

MI80[17-06-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto da alcune frasi del libro di Leo Trese "Il sacerdote oggi", parla della verginità come amore totale, concreto e sincero a Dio. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 31’. 1. Introduzione “Ma vi è un uomo in attesa, al termine del cammino agonizzante di Cristo, che ci offre un esempio di genere diverso...”. Chi è?

Don Ottorino evidentemente scherza, rifacendosi a un predicatore che avrebbe fatto ricorso a un simile ragionamento per parlare della confessione il giorno di San Giuseppe.

Con queste brevi espressioni, come farà anche in seguito, don Ottorino riassume le obiezioni e le diffidenze nei riguardi della verginità.

MI80,1[17-06-1966]

1.Si vede subito che lo Spirito Santo parla attraverso il profeta Daniele!
“... Giovanni, il discepolo prediletto. Prediletto...”. Questa parola suscita un po' l’invidia degli apostoli. Infatti, leggendo attentamente il Vangelo, mi sembra che ci sia una santa invidiuzza in mezzo a loro. “Prediletto, ricordiamolo brevemente, perché era vergine”. Dunque San Giovanni era prediletto perché era vergine. Voi direte: "Oggi è la festa del Sacro Cuore, e don Ottorino parla di San Giovanni". San Giovanni non ha dormito sul cuore di Gesù? Perciò oggi si può parlare di San Giovanni! San Giuseppe faceva i confessionali perché faceva il falegname, e allora parliamo delle confessioni! . Ritorniamo a casa nostra. 2. La verginità è una dote virile, frutto dell’amore “La sua presenza coraggiosa ai piedi della croce – l’unico apostolo che ebbe abbastanza coraggio per seguire Gesù fino alla fine - risponde in ogni tempo a quei cacciatori di concupiscenza che sprezzano la castità come fosse virtù non virile e indegna di un uomo”. C'è qualcuno che va dicendo: "Il sacerdote, il religioso, non è un uomo completo. La verginità, la castità non è una cosa virile: è indegna dell'uomo. Al vergine manca qualche cosa". Certamente gli manca qualche cosa se non ha risolto il problema del suo cuore perché allora, naturalmente, gira; è come un cane senza padrone che va girovagando tra paracarri o in mezzo ai letamai in cerca di ossi. Tuttavia quel giorno in cui avremo risolto definitivamente la questione, allora comprenderemo la grandezza del vergine. Ma lasciamo la parola a questo autore americano. “Non ha importanza sotto quale veste scientifica il culto della soddisfazione fisica possa presentarsi, la figura di Giovanni sul Calvario grida per sempre: "Egli è il più forte che ha vinto se stesso!”. "Ma, ma, ma...". Giovanni, il vergine, è l'unico degli Apostoli che è andato in cima al Calvario. "Ma, sarebbe meglio...". Va bene: sarebbe meglio... Tu al Signore puoi dire di no e vai dove vuoi; ma se ti doni al Signore, ricordati che questa è la strada. "Ma è impossibile...". È impossibile? Certo, è impossibile per chi non si è dato interamente; ma per chi si è dato interamente non solo è possibile, ma è una cosa che porta gioia e felicità, non per la rinuncia in se stessa, ma per l'amore che si prova.

CONSACRAZIONE castità

CONSACRAZIONE verginità

Giampietro Fabris frequentava all’epoca il 2° anno del corso liceale e nutriva una forte passione per il calcio.

Grande industria elettromeccanica di Arzignano (VI), fondata da Giacomo Pellizzari.

MI80,2[17-06-1966]

2.Andiamo avanti perché c'è ancora della materia da trattare; forse c'è un pezzettino interessante più avanti. Guardate che ho fatto il proposito di rimanere calmo questa mattina, di non infiammarmi, anche se non so se lo manterrò.
“Dubito, però, che sia stata la sola verginità fisica di Giovanni a commuovere tanto fortemente il cuore di Gesù...”. Ho trovato un libro eretico; questo è un libro eretico. Una volta ci avevamo tanto insegnato che Giovanni "placuit" a Gesù, cioè piacque, per la sua verginità e ora troviamo questa espressione. “ ... perché, dopo tutto, Gesù amò anche la Maddalena”. Eppure la Maddalena non era tanto vergine! Si potrebbe dire che amò anche Sant'Agostino, che amò anche altri. Ora consideriamo la Maddalena: sappiamo chiaramente dal Vangelo quanto Gesù l'ha amata. “No, vi è qualcosa di più profondo. L'integrità fisica di Giovanni era semplicemente l'effetto esterno della sua verginità spirituale, della sua ferma unicità di propositi, della sua irremovibile lealtà e amore per Cristo”. Tante volte si sente dire: "I giovani... Come si fa a rinunciare ad una ragazza? Come si fa a non pensare a una ragazza?". Chiaro, chiarissimo: è impossibile! Un giorno, rifacendomi a quella famosa frase: "Per chi crede non occorre spiegazione; per chi non crede è impossibile ogni spiegazione", scrivevo: "Per chi crede e ama il donarsi è una gioia; per chi non ama, il donarsi è un assurdo!". Per chi crede e ama il donarsi è una gioia, per chi non ama è un assurdo. C'è una partita di calcio? Ecco Fabris : "Come si fa a non andare?". Fabris ha la fidanzata: "Scegli!". Fabris senz'altro sceglie la fidanzata. A un certo momento c'è Gesù. Se tu ti innamori del Cristo, allora se si presenta la domanda: "Scegli la partita di calcio?". "Ah, la fidanzata!". Non è Gesù la fidanzata? Se Gesù non entra in noi con una forza più veemente della fidanzata, anche se non in modo sensibile - scusate tanto, non occorre la parte sensibile - è difficile la fedeltà. Se, per esempio, un domani ho tanto da lavorare, ho da fare qualcosa: è una cosa sensibile? Lo si fa in vista del guadagno. Se devo fare un disegno per la Pellizzari , devo eseguire un progetto, non credo che ci sia in questo un amore sensibile, però t'investe talmente perché bisogna farlo, per cui stai sveglio anche la notte per fare il progetto. Per amare Cristo la parte sensibile non interessa; se il Signore la manda, bene, altrimenti si va avanti lo stesso. 3. La verginità richiede una donazione totale e continua al Signore

APOSTOLO F.A.

CONSACRAZIONE verginità

CONSACRAZIONE castità

GESÙ

amico

Don Ottorino, nel testo registrato, usa l’espressione latina "sui ipsius".

Il territorio della parrocchia di Araceli, una delle più vaste della città di Vicenza negli anni quaranta, era conosciuto anche in provincia come punto di riferimento per la prostituzione. Questa veniva praticata in diversi appartamenti privati e, addirittura, in via Torretti - vicino al distretto militare dove i giovani si recavano per la visita di leva - si trovava la casa di tolleranza pubblica.

Nel testo registrato don Ottorino dice di "stare in guardia fino ai ventuno o ventidue anni", forse per collegarsi con il numero degli anni che aveva detto prima.

MI80,3[17-06-1966]

3.Io devo innamorarmi totalmente di Cristo, e non in quella forma con cui il mondo definisce l’amore che è profanazione della parola sacra. Io chiamo amore quello della mamma per il bambino: quello è amore! Chiamo amore quello della moglie è ammalato o quando il marito si arrabbia, e lei sa sopportare e compatire: allora si prova se è amore o no. Non chiamiamo amore quando l'amore - come abbiamo detto più di una volta - è amore di se stesso. "Io amo lui perché mi piace, e cioè io amo me". Questo non è amore, ma una falsificazione dell'amore.
Per esempio, i giovani dai diciassette ai ventidue o ventitre anni non hanno ancora amore; è difficile che abbiano il vero amore. Ecco perché si rovinano tanti matrimoni: hanno l'amore di se stessi. Vedo una ragazza, mi piace: allora l'amo. No, tu ami te stesso; quella ti dà soddisfazione, perciò tu ami te stesso. Tu non vai cercando la compagna della tua vita, vai cercando quella creatura che ti piace, e poiché poi trovi tante altre persone esterne, allora hai un matrimonio assassinato perché dopo un po' essa non ti piace più e allora ti piacerà un'altra donna, e dopo un'altra, e un'altra ancora. E allora nella maggioranza dei matrimoni l'uomo va in cerca sempre di un'altra, e l'altra va in cerca di un altro, e si mettono d'accordo: "Tu non mi piaci più e io mi cerco un altro!". Tanti matrimoni sono falliti in questo modo: lui, d'accordo con lei, cerca un’altra e lei, d'accordo con lui, cerca un altro. E vanno in giro in cerca di che cosa? Di amore? Di porcili vanno in cerca! Ci sono questi posti per la città. Pensate che nella sola parrocchia di Araceli, ai miei tempi, c'erano ventisei posti dove quei tali andavano in cerca di amore, ventisei case dove quei tali andavano in cerca di amore. Ma questo è sporcare il dono di Dio! Se uno non si sente di andare prete perché non è la sua strada, si formi una famiglia, ma si ricordi di stare in guardia perché difficilmente uno è tanto padrone di se stesso da non cercare se stesso.

CONSACRAZIONE offerta totale

GESÙ

amico

VIZI egoismo

FAMIGLIA

MI80,4[17-06-1966]

4.Perciò, figlioli, se noi vogliamo darci a Cristo, non dimentichiamo che il nostro cuore ha bisogno di amare, ha bisogno di amare. E allora dobbiamo cercare non di amare noi stessi, non di cercare noi stessi. Per questo tante volte sono fallite le vocazioni: si è voluto cercare in Cristo quello che oggi si trova in una ragazza, che naturalmente è come cercare se stessi. "Quella ragazza mi piace e mi dà soddisfazione. Se tu, Gesù, mi dai soddisfazione come quella ragazza, anzi di più, scelgo te". Anche se ti formi una famiglia in quel modo, sarà una famiglia disgraziata proprio per questo: perché l'amore è donazione. Dopo ti sarà dato, ma ricordati che l'amore è donazione, e donazione non vuol dire scambio: "Io gli do mille lire e l'altro mi dà tanti chili di merce". La donazione è una cosa gratuita, un'offerta gratuita. Ora se noi comprendessimo che cos'è!
Figlioli miei, quando sarete sacerdoti gridatelo forte anche ai fidanzati, preparateli alla famiglia in questo modo, altrimenti avremo sempre i disastri familiari che abbiamo adesso in giro; educate bene coloro che si preparano al matrimonio perché capiscano che cos'è il matrimonio, cioè una cosa santa, grandiosa, meravigliosa, un sacramento che li unisce, ma non un sacramento che unisce dei porci, che unisce della gente che va in cerca solo di soddisfazioni umane, ma che unisce due creature che accettano una missione da parte di Dio, che vivono insieme da buoni fratelli, che camminano verso l'eternità, che si impegnano a educare, mantenere i figlioli e a portarli in Paradiso. È una missione vera e propria! E così deve essere per noi: ecco perché insisto. Ecco allora l’apostolo Giovanni: Giovanni è grande perché è vergine; ma la verginità è frutto di un'altra cosa più grande che è la donazione di se stesso. “La integrità fisica di Giovanni era semplicemente l'effetto esterno della sua verginità spirituale, della sua ferma unicità di propositi, della sua irremovibile lealtà e amore per Cristo”. Mi sono dato, mi sono donato, perciò ho un solo proposito: seguo e non si discute più. Egli non è il Giuda che tira e molla il sacchetto, che ruba, imbroglia, che segue e non segue il Cristo, eternamente indeciso. Seguo il Cristo e non si discute più. Non si può lamentarsi: "Ci sono delle giornate...", e non ci si ferma per strada. Questa è l'unicità, la testardaggine dell'uomo che ha detto: "Signore, ti seguo!". Essere leali con il Signore è l'effetto della sua ferma unicità di propositi e della sua irremovibile lealtà: "Ho detto di seguirti e sarò leale!". Ecco la sua lealtà e amore per Cristo.

CARITÀ

CONSACRAZIONE castità

FAMIGLIA

SACERDOZIO prete

FAMIGLIA matrimonio

Nell’esempio don Ottorino nomina Luciano Bertelli, che stava completando il 2° anno del corso teologico e accompagnava il gruppo dei novizi, e Ruggero Pinton, entrato nella Casa dell’Immacolata come vocazione adulta e all’epoca novizio.

MI80,5[17-06-1966]

5.“Che la nostra sia o no l'innocenza di mente e di cuore, che dura quanto la vita, come fu quella di San Giovanni, non è ciò che importa ora, se non come motivo possibile di dolore e di penitenza”.
Se capitasse anche una caduta, se ci fosse nella vostra vita qualche cosa, è sempre un male, ma non è ciò che importa in questo momento, se non come motivo di dolore e di penitenza. Qualcuno potrebbe confessare: "Signore, io ho mancato tante volte... Signore, io non sono un angelo come Giovanni, come Luigi Gonzaga ..."; non è questo che importa in questo momento. "Ma io sono superbo come Satana, sono impuro come...". In questo momento non è quello che importa. “Sappiamo che non vi è nessuno che così completamente cancella il passato e in modo così assoluto giudica del presente come Dio”. Tu ieri, proprio ieri, eri un delinquente, ieri hai ammazzato, ieri sei stato un impuro, ieri eri un superbo: oggi dici a Dio: "Signore, ho capito che ho sbagliato; mi pento, voglio essere puro. Ieri ho seguito me stesso; oggi voglio seguire te". In quel momento, se tu sei pentito sul serio, Dio ha dimenticato tutto. Tu ammazzi la mamma di uno di voi, ad esempio quella di Bertelli: Ruggero con un colpo netto ammazza la mamma di Bertelli. Dopo va da Bertelli piangendo: "Bertelli, ho ucciso tua mamma...". Bertelli gli perdona, però fa fatica a dimenticare. Io so che Bertelli è un'anima santa, un'anima bella. Non è vero, Luciano? Ma se un domani, durante la ricreazione, si parla della mamma, della bontà della mamma, mentre tu guardi Ruggero vedi il sangue sopra le sue mani, anche se lui le ha lavate bene. Noi uomini diciamo di perdonare; perdoniamo, ma ricordiamo; perdoniamo, ma ricordiamo. Ricordiamo specialmente se la cosa si è ripetuta una due tre quattro cinque dieci volte, se non anche una volta sola. Quante lacrime, ma ricordiamo! Dio no! È l'unico, come abbiamo appena letto: "Non c'è nessuno che così completamente cancella il passato e in modo così assoluto giudica del presente come Dio". Perciò per il Signore, sia che si chiami Maddalena o si chiami Giovanni o si chiami Agostino, quando questo o questa si donano, e si donano totalmente, per Lui sono santi: Egli ha cancellato e dimenticato. “Ciò che ha importanza, ora, è il vedere se la nostra è la verginità che può essere persa e riconquistata, la verginità di un cuore che si è dato interamente a Dio, senza evasioni, compromessi e imposture”.

PECCATO

CONVERSIONE pentimento

DIO misericordia

CARITÀ

perdono

L’episodio di Anania e Saffira è raccontato da San Luca in Atti 5,1-11.

La meditazione è del 17 giugno, in piena epoca degli esami di fine anno scolastico.

Nel testo registrato don Ottorino usa l’espressione latina: "Ecce adsum", che è frequente nella Bibbia.

MI80,6[17-06-1966]

6.Non si può imbrogliare il Signore! Non si può fare come Anania e Saffira, portare il sacchetto e tenere da parte un po' del contenuto. Non si può dire al Signore: "Mi dono...", e poi scendere a compromessi, imposture e sotterfugi. Dobbiamo dare tutto! Non dare tutto perché mi vede il superiore, il parroco, mia mamma: io do tutto perché è Lui, e mi dono senza discussioni e continuo a donarmi per tutta la vita. Mi dono il giorno in cui sento gioia e il giorno in cui non sento gioia, nel giorno in cui il fresco e il benessere mi portano alla preghiera e nel giorno in cui sento la pesantezza e la durezza del corpo con tutto quello che ne consegue.
Quando non sarò capace di restare dirò ugualmente: "Signore, eccomi qua". Mi dono, mi dono, continuo a donarmi senza evasioni: ecco la verginità che dura. È facile, avere delle evasioni: evasioni riguardo alla purezza nel corpo e anche, specialmente, riguardo alla purezza della mente. L'io è vasto. Per esempio, le ambizioni per cui si cerca se stessi con un'arte diabolica, quando si cerca il proprio egoismo e si cerca quello che piace, quando si è attaccati al proprio giudizio e si vuol dominare... Figlioli: è facile avere evasioni! 4. L’amore a Dio si dimostra con la vita coerente e convinta “È molto difficile dire (e pensarlo): "Mio buon Signore, prendi tutto di me, e fa’ di me ciò che Tu vuoi!”. Diciamo nella preghiera: "Vi adoro, mio Dio, vi amo con tutto il cuore...": si dicono tante di quelle bugie nelle preghiere! Adesso voi siete sotto gli esami e dovreste saper dire: "Signore, fa' di me ciò che tu vuoi. Se è possibile, fa' che io sia promosso, ma se tu vuoi che non sia promosso, fa' di me ciò che vuoi. A me interessa solo salvare anime, e se è necessario, Signore, che io sia bocciato quest'anno, l'anno venturo, quest'altro anno, e continui per sei o sette anni ad essere bocciato. Signore, se questo va bene per le anime, eccomi! Ecco tu figlio!". Dire questo durante gli esami; dirlo quando i compagni sono promossi e si è bocciati; dirlo quando si ripete l'anno; dirlo alla vigilia degli esami quando si è già ripetenti; dirlo quando si è bocciati per il secondo anno... è segno di vera disponibilità a Dio.

PECCATO

CONSACRAZIONE offerta totale

CONSACRAZIONE castità

DIO amore a Dio

PREGHIERA

Il riferimento potrebbe essere a Livio Adessa, che all’epoca era responsabile della disciplina nell’Istituto San Gaetano di Asiago (VI), ma che quel giorno poteva essere presente alla meditazione.

Monsignor Giovanni Veronesi fu zelante e venerato rettore del seminario di Vicenza dal 1887 al 1923, ancora ricordato quando il giovane Ottorino vi entrò come allievo.

Nome di una delle due località della diocesi di Zacapa in Guatemala che il vescovo monsignor Luna aveva deciso di affidare alla cura pastorale della Congregazione.

MI80,7[17-06-1966]

7.Livio , che cosa ne dici? Eppure uno che ama lo dice, e non lo dice solo a parole. Perché? Perché mi sono messo nelle mani di Dio. In fondo si tratta della famosa candela di cui parlava monsignor Veronesi : siamo come una candela accesa, e poco importa dove, come, quando sarà accesa purché si consumi solo per il Signore. Siamo una lampada messa davanti al tabernacolo. A me non importa se sono in una grande basilica o se sono in una cappella come quella di Rio Hondo dove non c'è nessuno dentro o in una chiesetta sporca e abbandonata. Non interessa a me se questa lampada sta in Alasca o in una regione calda, se arderà di notte o di giorno, purché arda completamente e solo per il Signore.
Naturalmente chiederò al Signore la forza, perché ci sono dei momenti in cui se non hai la forza di Dio butti tutto all'aria. Gesù è stato buono nell'Orto degli Ulivi perché ha voluto darci un esempio di debolezza umana. Abbiamo bisogno di questa forza. Però, figlioli miei, l'uomo di Dio deve avere queste disposizioni: "Mio Dio, prendi e fa' di me ciò che vuoi". È il famoso fazzoletto di San Giovanni Bosco e di Domenico Savio: "Signore, fa' di me ciò che tu vuoi". Se non vi sentite di fare questo, figlioli, ritiratevi, ritiratevi! La Congregazione fa di più con dieci persone con tale disponibilità che non con mille persone che non ce l’hanno. Questo lo direi a tutte le suore, a tutti i frati e ai sacerdoti, ma lo direi anche a tutti i futuri papà e mamme. Se tu vai al matrimonio e non sei disposto a dire al Signore: "Signore, eccomi qua. Sono qui in questo giorno felice del mio matrimonio, però, Signore, fa' di me ciò che vuoi. Io diventerò mamma fra poco: Signore, fa' di me e dei miei figli quello che vuoi tu. Io collaborerò con te per fare la tua volontà!". Se un cristiano non si presenta all'altare con questo spirito, anche per il matrimonio, è meglio che si sbattezzi, o che almeno dica chiaramente: "Non sono cristiano". Altrimenti avremo un cristiano che va al matrimonio e dopo per quindici o vent’anni non va più a confessarsi, o se va a confessarsi ci andrà al sabato santo una o due ore prima della Messa, quando il sacerdote ne confessa sessanta o settanta, come capita di solito, e poi, all'ultimo momento, ne arrivano altri sei o sette perché sono ricaduti nel peccato un'altra volta: non sono stati capaci di resistere un'ora, un'ora e mezza, in grazia di Dio.

DIO amore a Dio

CONSACRAZIONE offerta totale

GRAZIA

APOSTOLO uomo di Dio

CONGREGAZIONE missione

FAMIGLIA

VOLONTÀ

di DIO

FAMIGLIA matrimonio

GRAZIA Confessione

MI80,8[17-06-1966]

8.È l'esperienza di ogni anno; puoi metterli in serie e dire: "Questi penitenti sono cento e sarà un miracolo se ne troverai uno che non sia legato con una catena delle solite, di quelle lunghe". E sai che dopo un'ora te ne capiteranno cinque o sei degli stessi che torneranno un'altra volta: non sono stati capaci di resistere un'ora.
Non possiamo chiamare cristiani quelli che sembrano le persone più gentili di questo mondo, che fanno salamelecchi: "Oh, signor qua, signor là...". Non si può ridurre il cristianesimo ad una cosa di questo genere. Se vogliamo costruire il cristianesimo vero e proprio bisogna arrivare a questo punto: qualsiasi cristiano, non solo i religiosi, deve vivere queste cose, pronunciare con il cuore e vivere queste parole: "Mio buon Signore, mio buon Gesù... Dolce Cuor del mio Gesù, fa' che io ti ami sempre più". Che cosa vuol dire : "... che io ti ami sempre più"? Significa: "Che io ti voglia bene, Signore! Tu sei morto per me in croce, hai aperto il tuo cuore affinché noi potessimo trovare un rifugio sicuro nel tuo cuore: Signore, fa' che come tu mi ami, anch'io ti ami. Come tu hai donato te a me, fa che anch'io possa donare me a te. Signore, fa' che io possa consumarmi completamente per amore tuo". “Vivere e lavorare, lavorare e soffrire o soffrire e morire, è tutt'uno per me! Dire così e pensarlo, e porlo in atto ogni giorno con un programma definito di preghiera...”. È importante dire queste parole e non solamente pensarle; dirle e portarle alla pratica. Perché non basta dirle soltanto, altrimenti facciamo una commedia. Se diciamo: "Signore Gesù, fa' che io ti ami..." e non lo viviamo è una stupidaggine. Quando dico: "Fa' che io ti ami sempre più", io devo desiderare di amarlo e, desiderando di amarlo, di consumarmi per Lui. Pensiamo al valore delle parole che diciamo! Quando diciamo: "Fa', o Signore, che io ti ami...", vuol dire: "Fa', o Signore, che il mio amore sia solo per te e che io possa completamente consumarmi per te; la mia vita sia per te... Dolore, sofferenza, lavoro, morte, vita... non importa niente, Signore!". Questo vuol dire amare, e quando domandate l'amore, domandate questo: la forza di dire sempre di sì a Lui. Ma bisogna dirlo non soltanto con le parole, bisogna dirlo con i fatti! Ecco, allora: “... pensarlo, e porlo in atto ogni giorno con un programma definito di preghiera, di esame, di lettura spirituale, di visita al SS. Sacramento, di lavoro generoso per le anime...”.

GRAZIA Confessione

CHIESA cristianesimo

GESÙ

amico

PREGHIERE a Gesù

CONSACRAZIONE radicalità

MI80,9[17-06-1966]

9.Penso che se non c'è qualche azione concreta, allora sono soltanto parole, non è amore, è ricerca di se stessi!
Giorni fa io ho battuto su questo tema e era insisto: figlioli, state attenti che è facile amare il Signore soltanto con le labbra. L'amore al Signore noi lo mostriamo specialmente quando siamo soli, quando non siamo controllati, quando siamo nella possibilità di non fare quello che si è costretti a fare. Facciamo un esempio. I nostri ragazzi, quelli di IV ginnasio oggi vanno in vacanza, vanno a casa. Andando a casa, ove rimangono per venti giorni, questi benedetti figlioli dovrebbero essere fedeli a tutte le loro pratiche di pietà, se vogliono donarsi al Signore. In questo si vede se il ragazzo, se il giovane corrisponde alla vocazione; non se ha la vocazione, ma se corrisponde alla vocazione, se è un uomo che crede. E allora tu puoi vedere che è un ragazzo che ha la vocazione, o anche se non ha la vocazione tuttavia è un uomo che crede... Può darsi che un ragazzo ritorni in famiglia in forma stabile. Io ho visto dei seminaristi che sono tornati a casa. Sentivo anche ultimamente, per esempio, una persona che mi diceva di essere tornata a casa, ma che continua ogni mattina la sua Messa, la sua comunione, la sua meditazione. È un anno che è a casa e se gli domandi perché, ti risponde: "Io sono tornato a casa perché quella non era la mia strada", ma non ha cambiato il suo tenore di vita. È chiaro che lo faceva per convinzione. Ho sentito parlare ultimamente di un giovane di diciotto anni che è uscito da una Famiglia religiosa: è un anno che è a casa ed è un anno che continua a fare le sue regolari pratiche di pietà.

DIO amore a Dio

FORMAZIONE

PREGHIERA

APOSTOLO vocazione

VIRTÙ

fede

CONSACRAZIONE fedeltà

Don Ottorino si riferisce ai pochi giorni in cui erano chiamati in caserma per la visita del servizio di leva, alla quale anche gli aspiranti alla vita sacerdotale.

Il testo registrato cessa e la meditazione resta sospesa mentre don Ottorino sta portando la sua esperienza personale dei primi tempi dell’Opera, quando non c’era ancora la cappella, e al termine del giorno si recava alla chiesa di Santa Lucia, già chiusa per l’ora tarda, e restava fuori della porta a fare la sua preghiera.

MI80,10[17-06-1966]

10.Supponiamo che un domani uno esca da una Famiglia religiosa e torni a casa. Dopo due giorni che è a casa va a Messa la domenica e si ferma in fondo, distratto, con tutti i giovani del paese. Costui aveva perso la fede ancora quando era dentro. Perché fa questo? Perché è in un paese dove si fa ancora questo per tradizione. Nella Casa dell'Immacolata faceva questo perché si faceva questo da tutti. Va a fare il servizio militare dove nessuno va neanche a Messa, e neanche lui va alla Messa.
Consideriamo un ragazzino di IV ginnasio che va a casa, e non va a Messa la mattina, non fa meditazione, non fa lettura spirituale: che fede era quella sua? E può darsi che questo capiti anche a qualche Religioso che va a casa in vacanza per tre o quattro giorni e perde la Messa, fa a meno di fare meditazione... perché non ha avuto tempo! Non può capitare? Ti meravigli, caro? "Ma, mi sono dimenticato...". Figlioli, io vi metto in attenzione, perché vi ho detto tante volte che le cadute gravi non giungono d’improvviso. Uno non diventa ladro tutto in un colpo: comincia col rubare prima un ago, e dopo diventa ladro. Le cadute gravi cominciano già qui dentro. Voi mi direte: "Ma, insomma...". Prendiamo l’esempio della visita militare. Non voglio offendere gli ultimi e non faccio l'esame di coscienza pubblico e neanche privato, anche se mi sono permesso di osservare. Vorrei domandare soltanto questo: se per caso un giorno hanno perso Messa e comunione, non hanno fatto mezz’ora di meditazione, un quarto d'ora di lettura spirituale, recitato le tre corone... che giustificazione portano davanti al Signore di non averLo amato in quel giorno? "Ma... ma... ma...". Non voglio tornare sopra la questione. Può darsi che non sia stato possibile. La giustificazione non a me, ma a Lui. Quando, per esempio, ai primi tempi dell'Istituto dovevo andare alle dieci e mezza o alle undici di notte... 18 giugno 1966

VIRTÙ

fede

PREGHIERA pratiche di pietà

CONSACRAZIONE mediocrità