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LO SPIRITO SANTO È LUCE E FORZA

MI178 [14-05-1967]

14 Maggio 1967

Don Ottorino si riferisce a un ritiro che aveva predicato ai ragazzi delle medie e del ginnasio della Casa dell’Immacolata.

Ruggero Pinton frequentava all’epoca il 1° anno del corso teologico.

Evidentemente don Ottorino richiama qualche scherzo, che tutti conoscevano e che senza dubbio lui stesso aveva organizzato.

MI178,1 [14-05-1967]

1 Sia lodato Gesù Cristo!
Ieri sera ho sentito un’alzata di scudi. Sapete che cosa vuole dire un’alzata di scudi? Ieri sera, nel nostro breve ritiro, parlando familiarmente ai più piccoli , è venuto fuori qualche segreto di famiglia. Il segreto di famiglia svelato è stato quello del nostro caro Ruggero , che per caso non è presente quest’oggi, il quale ha nascosto le nocciole dentro il calice. E allora ho sentito per i corridoi e per i cortili qualcuno che protestava: “Ci ha fatto fare brutta figura!”, e qualche altro che diceva: “Ah, adesso abbiamo scoperto chi in realtà nasconde le nocciole dentro al calice!”.

FAMIGLIA papà

FORMAZIONE

L’assistente Vinicio Picco, che all’epoca era consigliere generale, proveniva dall’ambiente impiegatizio e cittadino di Valdagno (VI), e viene abitualmente proposto da don Ottorino come ignaro della vita contadina.

Don Ottorino racconta un episodio che faceva parte dei riti che nelle campagne accompagnavano l’uccisione del maiale che era spesso l’unica fonte, assieme alla polenta e al minestrone di verdure, di cibo per la famiglia povera contadina.

L’allevamento del maiale durava circa otto mesi e portarlo ad un peso soddisfacente non era impresa facile quando tutto era misurato.

Non si trattava di furbizia o meno in quanto per lo scherzo venivano scelti i ragazzi più giovani e inesperti di casa; era una specie di iniziazione contadina.

Luciano Bertelli stava completando all’epoca il 3° anno del corso teologico.

Girolamo Venco era compagno di corso di Luciano Bertelli.

MI178,2 [14-05-1967]

2 E allora questa mattina ne tiriamo fuori un altro, ma sono sicuro che quello che io tiro fuori stamattina non mi verrà contraddetto. Infatti se facessi alzare la mano chiedendo: “Chi ha nascosto le nocciole dentro il calice?”, nessuno alzerebbe la mano, ma se vi domandassi quella cosa che sto per dirvi vedreste qui dentro in chiesa perlomeno il trenta o il cinquanta per cento delle mani alzate. La domanda è questa, ma vi pregherei di non alzare la mano: “Chi di voi è andato a prendere lo stampo delle mortadelle?”. Dobbiamo spiegare perché l’assistente Vinicio di queste cose non se ne intende.
Quando nelle famiglie c’è l’uccisione di quel tal animaletto si fa festa, festa di famiglia; come una volta facevano festa i nostri padri ebrei quando tagliavano la lana alle pecore. Tagliavano la lana ed entrava in casa un po’ di capitale e si organizzava una bella cenetta o un bel pranzetto: si faceva festa. Così anche nelle nostre buone famiglie quando si riesce ad arrivare in fondo e ‘tirare il collo’ a quel tale animaletto si fa festa perché, finalmente, entra in casa una certa ricchezza. Adesso non ci si fa più caso, ma una volta era una ricchezza che entrava in casa e si andava avanti bene per qualche mese, quasi per tutto l’anno, e allora quando si beveva un bicchiere e si faceva un po’ di festa veniva la voglia anche di fare qualche scherzo. E allora si diceva al più ‘furbo di casa’, e penso che siete stati anche voi qualche volta i ‘furbi di casa’ ; si diceva: “Senti, caro Beppino... No, senti caro Bertelli... – Bertelli in sacrestia mi ha raccomandato di non fargli fare brutta figura, perciò non vi dico che è stato lui ad andare a prendere lo stampo, ma noi supponiamo che sia stato lui -. Senti, caro Luciano, fai un piacere, vai dal parroco e gli domandi che ti presti lo stampo delle mortadelle”. E allora vedevi il buon Luciano rivolgersi alla perpetua: “Mi hanno mandato mia mamma e mio papà a domandare se per piacere mi presta lo stampo delle mortadelle”. E allora: “Sì, caro, sì, caro”. Prendono il sacco, perché lui è andato con il sacco, e ci mettono dentro quattro sassi grossi grossi e poi lo consegnano con delicatezza: “Ti raccomando: guarda che è una cosa fragile. Non metterlo per terra perché si rompe. Portalo, e ti raccomando di non dargli scosse per strada”. Il povero Luciano arriva a casa con il sacco sulle spalle, trafelato e tutto sudato. “Eccolo, eccolo!” “ Piano, piano! Lo hai messo per terra?”. “No”. “L’hai scosso?”. “No”. “L’hai...”. “No”. Aperto il sacco escono quattro sassi grossi grossi, e il povero Luciano va a nascondersi in cantina, e per consolarsi beve un bicchiere di vino. Questa è la storia del nostro caro Luciano, forse è la storia anche di Venco , forse è la storia di molti presenti. E non vi pare che questa sia la storia della maggioranza degli uomini che vivono sopra la terra? Partono e riempiono un sacco di tante cose, di tante cose, direi di tanti mattoni, e vanno avanti con fatica e fatica, e arrivano all’ultimo giorno della vita, aprono il sacco e si trovano con quattro mattoni dentro. Si trovano ad aver sudato per una vita intera, cinquanta, sessanta, settant’anni di fatica per la campagna, per i beni, per lo stabilimento, per le macchine, facendo fatica e fatica, perdendo la pace e qualche volta persino i soldi in una notte, per portare questo sacco pesante, e arrivati alla fine della vita si accorgono, poverini, di avere con sé lo ‘stampo delle mortadelle’. Ah, poveri uomini! Diranno: “Noi insensati! Ah, che poveri illusi siamo stati! E adesso siamo oggetto di ludibrio da parte del cielo e della terra!”. La maggioranza degli uomini, figlioli, fa la figura di Luciano Bertelli che va a prendere lo ‘stampo delle mortadelle’ e porta invece quattro mattoni. Voi direte: “Perché? Sono contenti! Perché l’hanno fatta a Luciano? Poveretto, lui si fidava! È cascato nell’inganno perché si è troppo fidato e non ha guardato dentro al sacco. Ecco perché tanti nostri fratelli arriveranno alla fine delle vita e prenderanno una tremenda delusione: non guardano e si fidano, si fidano dell’altra gente.

ESEMPI mondo

ESEMPI

NOVISSIMI

CREATO

NOVISSIMI morte

MONDO

NOVISSIMI giudizio

FAMIGLIA papà

MI178,3 [14-05-1967]

3 Forse, figlioli, anche noi portiamo, non un sacco grande, ma un piccolo sacco. Lo dicevamo ieri sera parlando della nostra consacrazione al Signore: un pochino, un pochino di mondo lo abbiamo dentro tutti, cioè tutti portiamo un pochino di peso inutile e di zavorra. Chi può, allora, illuminarci affinché vediamo se stiamo portando una stupidaggine o se stiamo portando un vero capitale? Chi può illuminarci? Ecco lo Spirito Santo!
Lo Spirito Santo, che Gesù con il Padre ha mandato dal cielo, è l’unico che non ci fa cadere in queste stupidaggini, che non ci fa andare a prendere lo stampo delle mortadelle. In altre parole, è lo Spirito che ci illumina in modo che sappiamo scegliere le cose preziose e lasciamo da parte le cose che non sono preziose, in modo che noi mettiamo nel sacco che portiamo verso l’eternità cose che valgono, e non zavorra, e non pesi inutili.

CONSACRAZIONE

MONDO

VIZI

CREATO

DIO Spirito Santo

DIO Padre

DIO sapienza di..

VIRTÙ

NOVISSIMI eternità

FAMIGLIA papà

Evidentemente mamma Clorinda faceva queste raccomandazioni al figlio prima che fosse sacerdote, cioè nel tempo della sua formazione in seminario.

Il testo registrato si interrompe improvvisamente a questo punto.

MI178,4 [14-05-1967]

4 Figlioli, se tante volte noi uomini portiamo con noi cose che non valgono per l’eternità è perché non siamo sufficientemente illuminati dalla luce dello Spirito Santo, non siamo sufficientemente illuminati a scegliere le cose che valgono per l’eternità. E allora, invece di prendere le perle preziose noi prendiamo degli zufoli, noi prendiamo le cose speciose invece di quelle preziose; non bisogna prendere le cose speciose per cose preziose perché non sono la stessa cosa. Un vaso dorato, bellissimo, ma di ferro dorato e pesante, non vale niente in confronto di una piccola gemma preziosa. Quel vaso può valere, cinquecento o mille lire, ma quella perla preziosa può valere dieci o venti milioni. E allora lo Spirito Santo ci illumina e ci dice: “Non scegliere quella cosa che è senza valore, che ha solo un po’ di apparenza. Prendi quell’altra cosa che è preziosa!”.
Figlioli, abbiamo bisogno dello Spirito Santo, altrimenti cadiamo in uno di questi inganni. Quante vocazioni vengono tradite per causa di questi inganni! Quante giovinezze vengono rovinate, sciupate per l’inganno nello scegliere, tradite dall’apparenza, dai miraggi mondani! Il demonio fa il mestiere dell’imbroglione, il demonio indora le cose del mondo, indora il vaso di ferro che dicevamo prima, e allora abbiamo bisogno di una luce straordinaria che ci faccia vedere, che ci faccia sentire, che ci faccia scegliere, che poi ci dia anche la forza di scegliere. Ecco lo Spirito Santo con i suoi doni! Vi ho detto, in altra circostanza, che la mia buona e povera mamma mi diceva sempre: “Don Ottorino, invoca lo Spirito Santo quando ti trovi in difficoltà nella scuola, quando hai una tentazione, quando trovi difficoltà anche nella vita: invoca lo Spirito Santo, chiama lo Spirito Santo, chiama la Madonna che ti mandi lo Spirito Santo, chiama Gesù che ti mandi l’aiuto dello Spirito Santo!”. E allora, oggi non è mamma Clorinda, ma sono io vostro povero papà - anche se oggi è la festa delle mamme e non dei papà - che vi dico, figlioli: “Abbiate coscienza della vostra pochezza e della vostra oscurità se non avete lo Spirito Santo”. E allora quando vi troverete per decidere la vostra vocazione, quando vi troverete a respingere una tentazione e vincerla, invocate lo Spirito Santo. Quando, per esempio, alla mattina recitate il Kyrie, e cantate i prime tre Kyrie, guardate il cielo e pensate a Dio Padre: Signore pietà, Signore pietà! Poi guardate il tabernacolo e dite: Cristo pietà! E poi pensate allo Spirito Santo che avete dentro di voi. Quando recitate il Gloria: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo... Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo... cercate di avere coscienza che lo Spirito è dentro di voi, che abita dentro di voi, che fa parte della nostra famiglia intima e di cui abbiamo bisogno, e lui ci darà la potenza. Nella vita apostolica ricordatevelo!

DIO Spirito Santo

APOSTOLO vocazione

MONDO

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

VIRTÙ

fortezza

AUTOBIOGRAFIA famiglia

CROCE difficoltà

GESÙ

MARIA

FAMIGLIA papà

EUCARISTIA S.Messa

DIO Padre

EUCARISTIA tabernacolo