Meditazioni italiano > 1966 > ESPERIENZE AUTOBIOGRAFICHE SULLA DEVOZIONE ALLA MADONNA

ESPERIENZE AUTOBIOGRAFICHE SULLA DEVOZIONE ALLA MADONNA

MI97[Settembre 1966]

Ritiro spirituale ai ragazzi delle scuole medie della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, durante un ritiro spirituale, comunica ricordi dell’infanzia, dell’adolescenza, del periodo del seminario e della vita sacerdotale, strettamente legati alla devozione e all’amore alla Madonna. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 39’. 1. Introduzione

Il testo registrato è lacunoso all’inizio, ma si capisce perfettamente che don Ottorino sta raccontando un episodio della sua infanzia, relativo agli anni vissuti nella casa dell’Anconetta (VI) dove era nato.

MI97,1[Settembre 1966]

1.Quando ero fanciullo sono andato un giorno in cantina con un’amichetta a rubare una bottiglia vecchia. Ricordo ancora il posto giusto: sapete che c'è la casetta rossa all'Anconetta, dove c'è il camino... di fronte a questa casa c'era l'orto. Allora ho detto alla bambina: "Attenta, eh! Vedrai che io mi ricordo più di te, vedrai che mi ricorderò... Uno, due, tre!". Ho rotto la bottiglia contro il muro. Quando sono venuto cappellano ad Araceli lei era già sposata ed abitava all' Ausiliatrice. Le ho detto: "Ti ricordi di quella volta che ho spaccato la bottiglia?". Non si ricordava più, e allora ho vinto io perché non si ricordava più.
Adesso con voi andiamo un po' più indietro nel tempo per vedere che cosa mi ricordo della mia fanciullezza. Ricordo senz’altro due cose: una tanto indietro, e una più indietro ancora! Una è questa. Durante la guerra del 1915 - 1918 c'era un capitano che veniva a dormire da noi perché vicino alla casa c'era la truppa, e io volevo mangiare il rancio dei soldati. Allora il capitano mi ha fatto dare una gavetta con un piccolo manico - sapete che cosa sono le gavette - e ogni giorno andavo a chiedere il rancio. Mi mettevo in fila con i soldati: ero un affarino piccolo piccolo perché ero nato nel 1915 e al massimo avrò avuto tre anni. In fila anch'io: "Piccolo soldato, in fila!"; prendevo un bel pezzo di carne e poi scappavo a casa. Questo me lo ricordo. 2. Il primo incontro del piccolo Ottorino con la Madonna

AUTOBIOGRAFIA famiglia

È un intercalare frequente tra i Veneti.

Il riferimento è, forse, a don Luigi Smiderle, che all’epoca stava per iniziare l’ultimo anno del corso teologico e svolgeva servizio di animazione fra i ragazzi delle scuole medie.

Il riferimento è a don Venanzio Gasparoni, già sacerdote e vicedirettore della Casa dell’Immacolata per le sezioni delle medie e del ginnasio.

Don Venanzio Gasparoni era passato alla Casa dell’Immacolata dal seminario diocesano dopo il corso ginnasiale. Il tramite immediato era stato don Ottorino stesso che era suo confessore, e che in una circostanza gli aveva portato delle patate cotte dicendogli che avevano i bacilli della Congregazione e che ne sarebbe rimasto infetto se le avesse mangiate.

Giuseppe Giacobbo, che all’epoca stava per iniziare il 3° anno del corso teologico, era entrato nella Casa dell’Immacolata direttamente dalla famiglia dopo le scuole elementari.

MI97,2[Settembre 1966]

2.Andando più indietro ancora, ricordo che mia mamma mi metteva sopra la finestra della stanza, proprio quella sotto la quale ho rotto la bottiglia - faccio un salto indietro nel tempo, certamente più indietro dell’episodio della gavetta - e mi diceva: "Attento, attento, Ottorino, lassù”, e mi mostrava Monte Berico, che adesso non si può vedere perché ci sono le case, ma allora si vedeva. “Manda un bacio verso la Madonna. Attento, Ottorino, lassù c'è la mamma tua". Ricordo che mi faceva impressione questo: "Lassù c'è la mamma tua". Allora non ero capace di fare sillogismi, ma adesso, pensandoci bene, mi rendo conto che quello che mi era nato dentro era quasi un senso di rabbia e avrei voluto dire: "Ma no, sei tu la mia mamma!".
Sentivo questo, e si trattava delle prime volte di cui mi ricordo. Chissà quante volte mia mamma mi avrà detto, ancora più indietro nel tempo, quelle cose, ma capite che ero molto piccolo. È stato il primo sentimento che ho avuto le prime volte, ma non mi ricordo più. Mi avrà detto: "Da' i bacetti alla mamma bella", e io gli avrò anche dati, ma non me ne ricordo più. La prima volta, però, che ho avuto coscienza di questa cosa ero fra le braccia di mia mamma, e mi pare di essere ancora là, e dentro di me c’era un senso quasi di sdegno: "Mia mamma? Mia mamma è questa!". Questo era il mio sentire. Naturalmente mia mamma diceva: "Dalle i bacetti...", ma dentro di me, se avessi potuto avrei detto: “Porca l’oca, ostregheta ! La mia mamma sei tu e non ne voglio altre!". Però, piano piano, ogni sera, e chissà quante volte prima, ma da quel giorno ogni sera, su quella finestra, anche se c’era pioggia o temporale, lei mi ripeteva: "Da' un bacetto alla mamma bella, un bacetto alla mamma bella: quella è tua mamma!". E piano piano ha potuto farmi capire: "Io sono la tua mamma, ma quella, quella è la mamma del Cielo! Quella è anche la mia mamma; quella è colei che ho nel cuore, qui dentro, e che ti vuole tanto bene, Ottorino. Quella è colei che ha fatto il mio cuore, che ama te!". "Ah, allora sì che le voglio bene!". Che sapienza! "Quella è colei che ha fatto il mio cuore; se io ti voglio bene è perché è stata la Madonna a farmelo. La nostra mamma, la Madonna, stampa il cuore a tutte le mamme, ma anche ai bambini, anche ai bambini!". E intanto eravamo andati avanti nel tempo: "Allora ha fatto anche il mio?". "Sì, ma non quello che c'è di cattivo: solo quello che è buono. Perché quando la Madonna vi mette dentro qualcosa, anche il diavolo mette dentro qualcosa”. “E allora, mamma, che cosa bisogna fare?". "Quando senti dentro delle cose che non vanno bene, devi dire alla Madonna che venga piano piano e cacci via il diavolo: Madonna, io, il cuore, lo voglio tutto per Gesù e per te, e non per il diavolo!". Ecco il mio primo incontro con la Madonna! Scusatemi tanto! Per esempio, don Luigi : quando è avvenuto il tuo primo incontro con la Casa dell'Immacolata? Eh, quel giorno e quell'ora! Don Venanzio , quando è avvenuto il tuo primo incontro con la Casa dell'Immacolata? Eh, era il tempo delle patate: lo sapete l'affare delle patate... in seminario al tempo delle patate ! E tu, Giacobbo ? Ah, al tempo dei sorrisi, quando era piccolo e sorrideva sempre! E quale è stato il primo incontro di don Ottorino, con la Madonna? Il mio primo incontro con al Madonna avvenne là, sulla finestra! Oh, piano, come è avvenuto? Mia mamma mi ha insegnato che c'è un'altra mamma, quella che fa il cuore alle mamme e che si chiama Maria, e che è in Paradiso, e che mi vuol bene, e che vuol farmi il cuore buono. E allora, se c'è una mamma, bisogna rivolgersi a quella, perché quella ti fa il cuore buono! 3. La devozione di Ottorino adolescente verso la Madonna

AUTOBIOGRAFIA famiglia

MARIA la nostra buona mamma

FAMIGLIA mamma

FORMAZIONE educazione

VIRTÙ

sapienza

CROCE Demonio

GESÙ

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE storia

MARIA devozione a ...

MARIA

Nel testo registrato il nome è ripetuto per tre volte, quasi per indicare l’innocente stupore del bambino.

MI97,3[Settembre 1966]

3.Vi dispiace se parliamo così o volete che facciamo discorsi teologici di alta mistica? Penso che questo è capitato anche a voialtri: non è così?
Divenuto un po' più grandicello, giunto alle elementari, la mamma diceva al piccolo Ottorino: "Quando tu parli alla Madonna, a questa qua, - allora in casa mia c’era una statuetta della Madonna - lei riferisce le parole alla Madonna che è in Paradiso: tu parli a questa ed essa lo riferisce a quella”. “Ma allora, mamma, se io dico a questa: “Io voglio questo”, lei lo dice a quella, ma quella come fa a rispondere?". "Eh, se tu stai attento: prima parli con la Madonna, poi stai lì finché porta il tuo discorso su in Paradiso, e dopo aspetta, aspetta; vedrai che la Madonna ti risponde nell'intimo, la Madonna risponde dentro di te". Mia cugina, che poi è andata suora, qualche volta me l'ha fatta, cioè, meglio, me l'ha fatta una volta sola. Era un po' più vecchia di me, e lei e un'altra, che era amica di casa ed è andata suora del Cottolengo, che cosa hanno fatto? Hanno legato alla mano della Madonna un bigliettino, e sono rimaste lì a pregare la Madonna. Dopo vado a vedere e trovo il bigliettino: "A Ottorino!". Come? “Guarda!" mi dissero e mi hanno fatto la predichetta: mi hanno imbrogliato per dieci minuti. Dopo sono andato a tirare loro i capelli perché si erano permesse di prendermi in giro e io naturalmente usavo forme abbastanza concrete: si erano permesse di intromettersi nelle mie conversazioni con colei che portava i messaggi alla Madonna. Mia mamma mi aveva detto che quando voleva qualche cosa la chiedeva alla Madonna e la Madonna diceva di sì; e quando ci si rivolge all'immagine della Madonna, la Madonna è Lei che ascolta, è Lei che esaudisce.

AUTOBIOGRAFIA famiglia

FORMAZIONE educazione

FAMIGLIA mamma

NOVISSIMI paradiso

MARIA devozione a ...

MARIA mediatrice

Il baco da seta si nutre di foglie di gelso che viene coltivato per questo scopo nella campagna veneta in filari lungo i margini dei campi.

Il "bosco" era un luogo della stanza in cui venivano allevati i bachi dove venivano messi dei rami, delle frasche quasi a formare un boschetto; i bachi su questi appoggi filavano il loro bozzolo di seta. Poco prima di andare al "bosco" i bachi entravano in un periodo di fame insaziabile, la "furia", che costringeva gli allevatori a provvedere continuamente alla raccolta delle foglie di gelso per soddisfare il loro bisogno di alimentarsi senza posa.

Piccolo fiume che passa per Quinto V.no: dopo pochi chilometri, fra Debba e Longare, si immette nel fiume Bacchiglione.

MI97,4[Settembre 1966]

4.E allora ci siamo dati da fare - siamo in quinta elementare - perché mia cugina voleva andare suora. Portate pazienza se racconto dei fatti che più o meno sapete, ma mi interessa portarli come esempio. Avevamo i bachi da seta, e non c'era più foglia. Sapete che cosa sono i bachi da seta? Una volta per noi erano una risorsa perché non c'erano tanti uomini che lavoravano nelle fabbriche come adesso, e allora si aspettava la stagione dei bachi da seta, si lavorava molto per alcune settimane, e poi che cosa si faceva con i soldi guadagnati dalla vendita dei bozzoli? Con quei soldi si pagava l'affitto della terra. I soldi che circolavano una volta erano pochissimi. Noi avevamo i bachi da seta, ci mettevamo al lavoro e compravamo la "foglia” per dare loro da mangiare. Ma che cosa capita? Mancava una settimana per mandarli al "bosco” perché potessero fare il bozzolo, forse quindici giorni al massimo, e non c'era più alcuno che avesse la foglia da vendere, nessuno!
C'era verso Bertesina, a villa Curti, cioè a villa Tacchi, un pochino prima, un certo signor Tacchi che aveva delle piccole piante di gelso; il signor Tacchi teneva quei piccoli gelsi sistemati a siepe. Allora siamo andati a domandare di poter comprare la foglia, ma il fattore ha detto di no, che non avrebbero venduto quella foglia perché le piante di gelso erano piccole e prendendo anche solo le foglie più basse avrebbero patito, e perciò non avrebbero venduto. Loro erano ricchissimi, ma non hanno voluto vendere; e pensate che era una fila di piante di duecento metri e anche più. Allora, con mia cugina ho detto: "Ehi, Rina, vedi che i bachi, poverini, muoiono di fame? Foglia non ce n'è da nessuna parte. Sai che cosa facciamo? Tacchi non ce la vuole vendere. Domandiamo alla Madonna e dopo andiamo a rubargliene un sacco". E noi, via! Prima davanti alla statua della Madonna: "Senti, Madonna, guarda che noi non stiamo andando a rubare. Bisogna pagare l'affitto e mia mamma è a letto ammalata, e bisogna fare qualcosa. Buttar via i bachi vuol dire buttar via i soldi che già abbiamo speso per acquistare la foglia e tutto il lavoro fatto e vuol dire non poter avere i soldi per l'affitto. Madonna, la foglia l'ha creata tuo figlio Gesù, perciò è di Gesù e tua prima di essere di quell'altro; noi andiamo a prenderla". E, verso sera, anzi di notte, siamo andati con due sacchetti sotto il braccio: uno è rimasto di vedetta sull'argine del Tesina , perché c'era l'argine del Tesina, e l'altro rubava; uno guardava e l’altro rubava. Abbiamo raccolto due bei sacchi di foglia e l'abbiamo portata a casa sulle spalle. Solamente che questa foglia era come i tre pesci e i cinque pani per dar da mangiare a cinquemila persone. Era una cosa da poco, come darne un pochino tanto perché i bachi dicessero: "Sì, mangiamo, ci gustiamo un po' i dentini; mangiamo qualcosa!". Mangiavano di "furia", e sarebbero servite altre quantità. Comunque qualcosa c'era.

AUTOBIOGRAFIA famiglia

ESEMPI Maria

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

PREGHIERE a Maria

GESÙ

Clorinda Scortegagna era la mamma di don Ottorino.

Pelati, detto delle piante di gelso, significa: sfogliati, tolte loro le foglie.

La mamma di don Ottorino otterrà la guarigione per intercessione della Madonna il 29 agosto del 1928 dopo aver fatto il bagno nelle piscine di Lourdes.

Nel testo registrato ad ogni domanda don Ottorino riceve un coro di no da parte dei ragazzi.

MI97,5[Settembre 1966]

5.Allora ho detto: "Rina, come facciamo adesso? E domani che cosa faremo? Prendiamo l'acqua santa e benediciamo la foglia; prendi la Madonna e mettila in mezzo alla foglia". E abbiamo pregato: "Madonna, tu sai perché siamo andati a rubare la foglia: per dare da mangiare ai bachi da seta". Noi due, grandi uomini, abbiamo spartito la foglia dopo averla benedetta, sempre sotto la protezione della Madonna. La Madonna mi ha anche aiutato a benedirla. E dopo averla distribuita così, entra in casa una persona e dice: "Vero, Clorinda , ho sentito che cercate della foglia. Io ho tutti i gelsi in fondo, verso la latteria; li avevo già pelati (voi non sapete che cosa vuol dire pelare!), però adesso hanno rifatto i germogli, sono germogliati di nuovo. Se volete andare a tirarvi giù le foglie, andate liberamente; da una pianta ne tirerete giù un sacchettino, ma è chiaro che sono lo stesso foglie belle". Raccoglierle liberamente: ce le ha regalate! La Madonna allora, non ci ha castigato perché siamo andati a rubare la foglia!
È stata la prima volta che ho avuto la sensazione della protezione della Madonna! Mia mamma mi diceva: "Devi voler bene alla Madonna perché è in Paradiso, ti vede sempre, è tua mamma, non ti abbandonerà mai, anche se sembra che non senta, ma vedrai che sente...". Piccolo com'ero, ho commesso piccole offese come andare a rubare la foglia, però ho avuto la sensazione netta e precisa che la Madonna non mi avrebbe abbandonato nella vita! Ho detto: "Adesso sei la mia mamma; adesso, in Paradiso, c'è la mia mamma e quando avrò bisogno io mi rivolgerò alla mamma!". Mia mamma mi aveva detto inoltre: "Se la Madonna ti dirà di no, ricordati che non è perché la Madonna non ti senta, non è perché la Madonna non ti vuol bene, è perché va bene così! Anche Gesù, quando ha chiesto a suo Padre: 'Padre, passi questo calice' - era un calice amaro quello! - il papà gli ha detto: 'No, devi berlo!'. Così tante volte chiederai alla Madonna, ma il Signore vuole che ti resti la croce! Quante volte tu, Ottorino, hai domandato alla Madonna che guarisca tua mamma e invece, finora, vedi che il Signore non te l'ha guarita ; e va bene così! Però, ricordati che, se tu vorrai bene alla Madonna, la Madonna non ti dirà mai di no! La Madonna ti sente sempre, ti segue sempre e ti dirà di sì!". Figlioli, sono entrato in seminario con questa formazione materna. Siete stanchi? Terminiamo? Non vorrei abusare della vostra pazienza. 4. La devozione mariana di Ottorino seminarista

ESEMPI Maria

MARIA mediatrice

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

PROVVIDENZA episodi di...

MARIA devozione a ...

FAMIGLIA mamma

NOVISSIMI paradiso

MARIA la nostra buona mamma

VOLONTÀ

di DIO

GESÙ

DIO Padre

PAROLA DI DIO Vangelo

CROCE

MARIA maestra, guida

Proprio di fronte al portone del seminario vescovile di Vicenza, in Borgo Santa Lucia, c'è il convento dei Frati Minori Francescani con una chiesa dedicata a Santa Lucia.

Monsignor Giuseppe Sette era compaesano di don Ottorino. Nel 1966 era arciprete del duomo di San Clemente a Valdagno (VI).

"Avere un sette" nel linguaggio popolare significa "avere uno strappo nel vestito"; il settantasette è un'aggiunta scherzosa di don Ottorino.

MI97,6[Settembre 1966]

6.Sono entrato in seminario con il cavallino del mio povero nonno. Arrivati davanti al convento dei frati di Santa Lucia , questo bel ragazzino vestito di nero, - non bello perché fosse bello, ma bello perché vestito di nero - con i pantaloncini neri, mi sembrava di essere un pretino, vestito così da festa che mi sembrava di essere un pretino. Io avrei indossato subito la veste talare, immediatamente, perché volevo farmi prete per cominciare a dir Messa, per cominciare a salvare anime. Ero arrabbiato perché ero piccolo e avrei dovuto aspettare molto.
Ricordo quante volte, in seconda media, ho pregato il Signore: "Non si potrebbe ottenere il miracolo di fare un salto di dieci anni ed essere già prete?". Ero ancora piccolo e quante volte ho chiesto al padre spirituale: "È mai successo che il Signore ha fatto un miracolo in modo che uno da dieci o dodici anni sia passato a ventidue anni? Non si potrebbe domandarlo alla Madonna?"! "Perché?", diceva il padre spirituale. E io rispondevo: "Monsignore, per fare più presto ad arrivare prete. Non si potrebbe domandare la grazia alla Madonna?". E lui mi ha proibito di domandare questa grazia alla Madonna e io non gliela ho domandata. Gliela avevo domandata io, una volta, e Lei mi aveva detto di no. Quella sera, quella famosa sera, saluto con un bacetto mio nonno, salto dal carretto e corro davanti al seminario. Monsignor Sette frequentava allora il terzo anno di teologia, e per consolarmi, quella sera, mi ha condotto con quelli di quarta ginnasio perché era prefetto dei ragazzi di quarta ginnasio e mi ha fatto correre nel cortile. Così la prima sera sono andato addosso al muro, perché c'era un muro pieno di cemento, e ho rotto i pantaloni e la pelle che c’è sotto: povero paio di pantaloncini, con un bel sette e settantasette , e io per terra! Poi sono andato a letto: mia mamma... uhm! Era la prima volta che ero lontano da mia mamma! Non ho pianto, non ho mai pianto per essere via da casa, però ne ho visti tanti piangere. Io non l'ho mai mostrato al di fuori, ma dentro ero allegro perché mia mamma mi aveva insegnato che la Madonna sarebbe venuta in seminario con me e che la Madonna non mi avrebbe mai abbandonato. E allora, sotto le lenzuola, quella sera, mentre mi veniva da pensare a casa pregavo: "Madonna, mi costa, sai, lo vedi, avere abbandonato il Tesina e la barca... avere abbandonato i conigli, avere abbandonato mia mamma, avere abbandonato la capretta, avere abbandonato... Mi costa, sai, mi costa, ma lo faccio perché voglio diventare prete e salvare anime; se non fosse per quello neppure, neppure...". E sul “neppure” mi addormentavo. In altre parole mi sono accorto che la Madonna mi ha accompagnato in seminario.

AUTOBIOGRAFIA seminario

SACERDOZIO prete

APOSTOLO salvezza delle anime

FORMAZIONE direzione spirituale

MARIA

FAMIGLIA mamma

MARIA maestra, guida

PREGHIERE a Maria

Gergo popolare per indicare timore, preoccupazione molto forte, grande paura. Don Ottorino poi cita scherzosamente il verbo latino “fio fis” che si collega a fifa solo per assonanza.

Nei campi che circondavano la Casa dell'Immacolata erano piantate molte viti che producevano sia uva da tavola che uva da vino.

MI97,7[Settembre 1966]

7.Dopo la prima ginnasio - allora le medie si chiamavano ginnasio - mi è capitato quello che voi sapete già molto bene: mia mamma venne guarita a Lourdes. Don Venanzio vi ha già raccontato qualche volta il fatto. Mia mamma è partita per Lourdes e, naturalmente, ha chiesto - perché allora era malata gravemente - alla Madonna: "Madonna, tu vedi che mio figlio è chiamato da Gesù a farsi prete; tu sai che ha ancora bisogno di sua mamma; dunque, per piacere, guariscimi finché lui sarà prete, perché possa portarlo all'altare". E io ragionavo dentro di me: la Madonna è d'accordo, perché la vocazione ce l'ho e tutte le anime stanno aspettando. Ho bisogno di mia mamma, siamo d'accordo, se non altro perché mi aggiusti i pantaloni. Chiaro? È mia mamma, che discorsi! La Madonna non può dire di no a queste cose perché, certo, ci tiene: la Madonna guarirà mia mamma!
Quando mia mamma è partita per Lourdes, se mi aveste detto: "Che cosa ne dici?", io avrei preso il crocefisso e avrei giurato che mia mamma sarebbe guarita perché io dovevo andare prete, e mia mamma ha chiesto la grazia per accompagnarmi al sacerdozio; perciò la Madonna mi doveva la grazia. La sera che è partita mia mamma sono andato dinanzi all'immagine della Madonna, sempre ricordandomi che parlando alla statua attraverso di essa si andava a Lei, e ho detto: "Senti, Madonna, quando arriverà la cartolina di mia mamma, in cui mi dirà che è guarita, starò qui in chiesa tre ore". Mi ero infatti messo d'accordo con mia mamma: "Non scrivere che sei guarita perché, se no, la gente spettegola qua e là... È meglio che tu scriva 'vado meglio', o qualcos'altro, così; vuol dire che sei guarita e lo so solo io". Infatti mi è arrivata la cartolina: "Vado meglio!". E allora io sono andato in chiesa e sono rimasto tre ore a chiacchierare con la Madonna! Che cosa ho detto alla Madonna? È fatica dirlo. Vi dico ragazzi miei, che ho avuto la sensazione chiarissima della presenza della Madonna. Non l'ho vista, mettete il cuore in pace, ho visto la statua; però ho avuto la sensazione che sarei arrivato prete, che la Madonna mi era vicina e non mi avrebbe mai più abbandonato. È la stata la scelta della Madonna! E ho camminato gli altri anni del seminario con una grande fifa , un "fio fio", pensando che la Madonna mi guardava di giorno e di notte, che non mi avrebbe abbandonato, ma che nello stesso tempo mi vedeva. Nello stesso tempo dicevo questo: "Ottorino, se vai con il ditino a leccare la torta, hai piacere che tua mamma ti veda? Eh, no! Infatti guardi in giro, guardi bene e dopo, se nessuno ti vede, lo fai; ma se uno ti vedesse, che cosa faresti? Non è vero? Non è così?”. Graziano, supponiamo che tu debba andare a prenderti un grappolo d'uva nell’orto. Guardi se c'è qualcuno, e se non c'è alcuno lo prendi; se invece c'è qualcuno scappi via. Non faresti così? E se per caso venendo avanti un pochino vedi Don Ottorino e te lo trovi davanti improvvisamente, che cosa faresti? Diventeresti rosso e Don Ottorino ti direbbe: “Puoi portarlo via un grappolo”. Succederebbe questo, no? È successo questo? Ora che cosa ha fatto la nostra buona mamma, la Madonna? Racconto un altro paio di fatterelli, cose che già sapete.

AUTOBIOGRAFIA seminario

MARIA Lourdes

FAMIGLIA mamma

SACERDOZIO prete

APOSTOLO salvezza delle anime

MARIA mediatrice

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

VIRTÙ

fede

MARIA devozione a ...

MARIA maestra, guida

MARIA la nostra buona mamma

ESEMPI Maria

Si trattava dell'olio di ricino, forte purgante estratto dai semi del ricino.

La fermata di Lisiera delle FF.SS. è la prima dopo Vicenza sulla linea Vicenza-Treviso; Quinto Vicentino, il paese di don Ottorino, è a circa due chilometri dalla stazione di Lisiera.

La stazione ferroviaria di Vicenza si trova proprio sotto il colle di Monte Berico, vicinissima all'imbocco della strada con il porticato che sale alla Basilica.

Nella Piazza X Giugno, nell'angolo compreso tra Viale Fusinato e Via Casanova, proprio all'inizio della salita verso Monte Berico, è situato un capitello a forma di grotta contenente un gruppo statuario con la Madonna che appare a donna Vincenza.

La zia aveva senza dubbio imboccato Viale Fusinato che conduceva a San Giorgio in Gogna e al rione detto dei Ferrovieri dove negli anni 60, per l’aumento della popolazione, venne istituita una nuova parrocchia con relativa nuova chiesa dedicata a Sant' Antonio da Padova.

MI97,8[Settembre 1966]

8.Arrivato in seconda media, l'anno dopo la guarigione di mia mamma, ero in seminario e mi ammalai di influenza. Allora, con l'influenza, ti buttavano a terra. Pensate che quando uno si ammalava anche con trentasette e uno di febbre gli davano un bicchiere di olio e dieta liquida, che voleva dire: un po' di caffelatte alla mattina, caffelatte alle dieci, un po' di brodo a mezzogiorno, un po' di caffelatte alle quattro e un po' di brodo alla sera; quella era la dieta liquida! Per quanto tempo? Dovevi prima restare un giorno senza febbre per cambiare dieta. Ad esempio, se questa sera hai la febbre a trentasette e uno, e tutto domani sei senza febbre, posdomani ti davano il caffelatte alla mattina, caffelatte alle dieci, e a mezzogiorno ti davano una minestrina trasparente, una piccola mela cotta, e forse un po' di purè di patate; niente pane per il primo giorno. Quindi bisognava stare un giorno completo senza febbre; il giorno seguente cominciava un po' di salita. Potete immaginarvi che, se l'influenza durava tre o quattro giorni, cinque o sei, bisognava appoggiarsi alle sedie. Dopo, però, si aveva il vantaggio, l'unica cosa positiva, che ti concedevano tre giorni di vacanza in famiglia perché eri distrutto e non avresti potuto fare niente.
Anche a me è capitato di guarire dall'influenza. Dopo un paio di giorni, quando sono stato capace di stare in piedi da solo, ho avuto tre giorni di vacanza. Però non avevo i soldi per il viaggio, per il treno. Da Lisiera si andava a piedi fino a Quinto, ma da Vicenza a Lisiera dovevo prendere il treno. Non avevo i soldi; che cosa si fa? Mia mamma mi aveva insegnato a pregare la Madonna quando c'era qualche difficoltà. Arrivo alla stazione ferroviaria e salgo a Monte Berico , dalla Madonna, pian pianino. Adesso è difficile dire quanti soldi avevo allora; avevo trenta centesimi, forse cinquanta centesimi. È come se adesso avessi dieci lire e me ne occorressero duecento o trecento per il viaggio. Salgo verso Monte Berico. C'è un povero che domanda la carità, a questo ragazzino: io prendo i soldi che ho e glieli do. Arrivo a Monte Berico, vado in chiesa, vengo fuori di chiesa e scendo avvilito morto, perché la Madonna aspetta sempre l'ultimo momento, e trovo una mia zia che mi chiede: “Oh, come mai sei qui?". "Sto andando a casa", le ho detto. E lei: “Che pallido sei!". E io: "Il treno parte più tardi, verso mezzogiorno". Difatti verso mezzogiorno c'era un treno. Chiederle i soldi? Lei allora mi saluta: "Ah, verso mezzogiorno! Salutami tanto tua mamma, sai!". Non ho avuto il coraggio di chiederle i soldi. Potevo dirle: "Zia, senta. - le davo del lei - Mi dà i soldi per andare a casa?". Non ho avuto il coraggio di domandarglieli. Appena fatti due passi ha detto: "Ehi, Ottorino, aspetta! Dal momento che non vengo mai a trovarti, ti do qualcosa". E mi dà due o tre lire di allora, che erano il denaro sufficiente per pagare il viaggio fino a casa. Aveva già fatto quattro o cinque passi in avanti, mi aveva già salutato. Sapete in che posto eravamo? Proprio nell’angolo dove c'è quella grotta con la Madonna... mi aveva salutato e andava giù perché abitava verso il Gogna, dove c'è la casa dei ferrovieri, un po' più avanti della chiesa attuale, e mi ha dato i soldi! Ora qui mi fermo, perché se dovessi continuare finirei domani mattina, perché voi sapete quante grazie la Madonna poi ha continuato a elargire, non più a me, ma alla Famiglia, alla nostra Famiglia. 5. La presenza di Maria nel riconoscimento della Congregazione

AUTOBIOGRAFIA seminario

PREGHIERA

FAMIGLIA mamma

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

CARITÀ

MARIA la nostra buona mamma

L'erezione in Congregazione di diritto diocesano della Pia Società San Gaetano con l'approvazione delle Costituzioni avvenne infatti il 25 dicembre 1961.

Nel '61 si erano intensificati gli attentati terroristici in Alto Adige da parte dei Sudtirolesi estremisti che volevano staccarsi dall'Italia per ricongiungersi al Tirolo austriaco.

Monsignor Alberto Bovone era diventato amico di don Ottorino quando era assistente ecclesiastico dell' ENAOLI : Ente dello Stato che si occupava dell'assistenza agli orfani e con il quale l'Istituto San Gaetano manteneva i necessari rapporti per l'ospitalità dei ragazzi che lo stesso Ente gli affidava.

MI97,9[Settembre 1966]

9.Ricordiamo soltanto la grazia del riconoscimento della Congregazione. Quando abbiamo presentato le carte per essere riconosciuti come Congregazione religiosa, come i nostri cari sacerdoti già sanno, era nostro desiderio arrivare a tempo durante il Concilio, essere cioè già Congregazione dinanzi al Concilio. Come consolazione, a Roma, ci avevano detto che qualche Famiglia religiosa aveva le carte ferme ancora da dodici anni, per cui come minimo, occorrevano almeno due o tre anni.
E quando a giugno sono andato per smuovere le carte mi hanno detto: "Sono ferme come quando sono state presentate; comunque adesso le muoviamo, ma si ricordi che in meno di un paio d'anni, neanche per sogno! Nei mesi di luglio e agosto non c’è niente da fare perché a Roma fa caldo, ci sono le ferie e perciò non si lavora; si comincerà a settembre a muoverle, a mandarle avanti. Comunque io le tiro fuori dall'archivio". Il giorno 8 settembre, festa della Madonna, mi sono presentato a Roma. La sera prima sono andato vicino alla Congregazione dei Religiosi e chiedevo alla Madonna l'impossibile, cioè chiedevo alla Madonna il riconoscimento della Congregazione per prima del Concilio. E voi sapete perché: per ottenere poi il diaconato... Ebbene lì, ai piedi del palazzo della Congregazione dei Religiosi, camminando avanti e indietro, ho recitato una corona e ho detto: “Questa è la dinamite, più forte di quella che buttano in Alto Adige. È impossibile che la Madonna ci dica di no, perché per noi vuol dire salvare anime!”. Al mattino seguente apro la porta, vado dentro, mi presento da quel Tizio che avevo trovato a fine giugno. Appena mi vede, mi dice queste precise parole: “Ma, scusi: avete la Madonna dalla vostra parte?". "Spero di sì", ho detto. "Voi dovete avere di certo la Madonna dalla parte vostra, perché qui è successo una cosa mai vista, e credo che non si vedrà neanche mai più. Una Congregazione che nel mese di luglio e agosto, mesi nei quali qui non si fa niente, fa il cammino che altre Congregazioni fanno in due o tre anni, dieci anni, dodici anni; cioè in due mesi, nei mesi poi più balordi dell'anno, fa questo cammino". Tanto è vero che, dopo qualche anno, monsignor Bovone e altri: "Ah, lei... a Vicenza; è quella Congregazione famosa che è passata non si sa come! Ah, quelli hanno la Madonna con loro, hanno la Madonna con loro!". 6. La presenza di Maria nella vita apostolica

AUTOBIOGRAFIA viaggi

CONGREGAZIONE

CONGREGAZIONE storia

MARIA madre della Congregazione

CHIESA autorità

MARIA mediatrice

VIRTÙ

fede

CHIESA Concilio

DIACONATO

PREGHIERA rosario

APOSTOLO salvezza delle anime

Don Ottorino si riferisce alla "visione" di qualche statua o di qualche immagine della Madonna.

Nel linguaggio popolare "tagliare la cresta" ha il significato di ridimensionarsi, di finirla di darsi delle arie. Uno dei punti ascetici sui quali don Ottorino insisteva di più con i suoi giovani era proprio quello relativo alla lotta contro la vanagloria e l'orgoglio.

Nel testo registrato don Ottorino fa il nome di alcuni dei giovani presenti, con tono molto paterno, nel tentativo di rendere più personale la sua parola.

MI97,10[Settembre 1966]

10.Figlioli, è vero: noi abbiamo la Madonna con noi, cioè, per essere precisi, la Madonna è con noi. Ma io mi domando: e noi siamo con la Madonna? È qui che vi volevo! È vero che la Madonna è con noi, è vero che la Madonna ci ha sotto il suo manto, ma noi restiamo sotto il manto della Madonna? Noi siamo preoccupati di fare quello che la Madonna vuole che facciamo? Cioè, in altre parole: la mamma ci vuol bene, ma noi vogliamo bene alla mamma? La mamma vuole condurci dove vuole Gesù, ma noi ci lasciamo condurre dalla Madonna? Vogliamo bene alla Madonna? La invochiamo quando la vediamo ? Quando veniamo in chiesa, ci rivolgiamo a quella statua per dire: "Senti, tu che rappresenti quell'altra che è nascosta lì dentro o dietro, dimmi un po', Maria, dimmi un po': che cosa vuoi tu da me?". Se qualche volta ci rivolgessimo alla Madonna con questa fiducia, con questa confidenza, e dicessimo: "Senti, Maria, dimmi un po' che cosa vuole Gesù da me"! Quante volte ci sentiremo rispondere dalla Madonna: "Senti, figliolo, ti domando una cosa sola: pensa solo a Gesù, ti domando una cosa sola: taglia la cresta , pensa a Gesù!".
Figlioli miei, ricordatevi: la Madonna non ci abbandona, ma se andiamo alla deriva è perché noi abbiamo abbandonato la Madonna; se un bel giorno ci troveremo nel fosso, se ci troveremo in difficoltà, ricordatevi che non è perché la Madonna ci abbandona, ma perché noi abbiamo abbandonato Maria! Quando un domani sarete religiosi, sacerdoti o assistenti, e vi troverete in difficoltà, e cioè proverete in certi momenti che non saprete più che cosa fare, ricordatevi che avrete sempre la salvezza rivolgendovi a Maria.

MARIA madre della Congregazione

MARIA devozione a ...

GESÙ

MARIA la nostra buona mamma

MARIA maestra, guida

MARIA amore di...

MARIA fiducia di..

PREGHIERE a Maria

CONSACRAZIONE religioso

SACERDOZIO prete

CONGREGAZIONE assistente

Don Ottorino aveva cercato per una settimana di portarlo ai sacramenti senza successo.

MI97,11[Settembre 1966]

11.Basta ricordare - i più vecchi qua se lo ricordano - quel tale all'ospedale che da settant’anni non si confessava. Tutti ci siamo messi insieme a pregare la Madonna, ci siamo messi a pregare tutti, in compagnia. E io avevo perso un'altra settimana. Mi ricordo, l'ho sempre dinanzi allo sguardo: era uno che aveva la morte lì in agguato, aveva un tumore e non sapeva di averlo; da un momento all'altro il tumore poteva andare alla testa, e allora lui sarebbe morto improvvisamente. E non voleva saperne di confessarsi, con più di settant'anni che non si confessava! Ricordo l'ultima volta che sono andato a trovarlo: sono entrato, ho parlato un'ora e più, e ho detto: "Senta... Per ottenere la grazia da Dio non potrebbe fare la comunione...?". Mi rispose: "Quando starò meglio! Quando starò meglio!". E io sapevo che doveva morire.
Ho tentato con le buone: niente! Sconfitto, figlioli, stavo per uscire sconfitto! Sopra il letto all'ospedale, fra i dozzinanti, in una stanza bellissima, c'è una immagine della Madonna con Gesù Bambino in braccio, e mentre stavo uscendo io ho rivolto lo sguardo alla Madonna prima di partire dal letto e ho detto: "Mamma, è la prima volta che mi dici di no! È vero che io ho detto di no tante volte a te, ma tu, in questo istante, è la prima volta che dici di no!". E sono partito. Ma mentre stavo chiudendo la porta perché ero già fuori l'ammalato mi ha chiamato... Quando io stavo alzando la mano e stavo per dire la formula dell'assoluzione guardavo la Madonna: guardavo l'ammalato e guardavo la Madonna! Pensavo, dentro di me: “Madonna, me l'hai fatta! Mi hai fatto tribolare fino all'ultimo momento, eh!, fino all'ultimo istante; mi hai fatto andar fuori dalla porta, quasi disperato! Però, ha vinto il sacerdote!”. Quando io ho alzato la mano e ho detto: "Ego te absolvo a peccatis tuis", figlioli, io ho sentito che la Madonna era scesa in me, ho sentito che era Lei a guidare le mie mani. 7. Conclusione

AUTOBIOGRAFIA

ESEMPI Maria

NOVISSIMI morte

MARIA mediatrice

CONVERSIONE

PREGHIERA

EUCARISTIA comunione

GRAZIA Confessione

PREGHIERE a Maria

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

MI97,12[SetteMIbre 1966]

12.Io ormai sono vecchio, e voi sapete che i giovani possono morire, mentre i vecchi devono morire. Se volete un ricordo sia questo: vogliate tanto bene alla Madonna, tanto bene alla Madonna. In tutti i vostri bisogni, vorrei dire anche se foste nel peccato, ricordate, foste anche, si può dire, con la testa in mezzo al fango, ricordatevi sempre che una mamma non abbandona mai, una mamma ha sempre una parola di conforto, ha sempre una mano materna verso coloro che la invocano.
In modo particolare, quando nella vita apostolica vi troverete in difficoltà enormi, in pericoli enormi, io vi raccomando questo: confidate in Maria e vi assicuro che la vittoria sarà vostra. Satana in questo momento sta insidiando tremendamente la Chiesa. Ma ricordatevi sempre che nell'ultimo istante, quando meno se l'aspetta, troverà un calcagno che gli schiaccerà la testa, e questo è il calcagno di Maria. Sia lodato Gesù Cristo! 26 ottobre 1966

MARIA devozione a ...

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

MARIA la nostra buona mamma

CROCE difficoltà

CROCE Demonio

MARIA maestra, guida

MARIA madre della Congregazione

MARIA Immacolata