MI102[06-11-1966]
Conferenza serale ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata, di rilevante valore autobiografico e storico. Don Ottorino ribadisce con forza alcuni punti basilari ed essenziali della spiritualità della Congregazione: la necessità di una solida vita interiore alla base di ogni azione apostolica, la presenza di Maria nella vita dell’Opera, la volontà di essere secondo il progetto dl Signore. Alla fine commenta la celebrazione del 4 novembre con la consegna del crocefisso ai primi dodici missionari. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 45’. 1. IntroduzioneIl 4 novembre c’era stata in cattedrale la solenne cerimonia della consegna del crocefisso ai primi dodici missionari destinati all’America Latina, con la presenza di S. E. mons. Costantino Luna, vescovo di Zacapa (Guatemala).
Il riferimento è alle commissioni che esistevano all’interno della Casa dell’Immacolata, che avevano la responsabilità di programmare ed animare le diverse attività.
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1.Vi avevo detto: "Raduniamo i capi e discutiamo". Ci siamo radunati per un'ora, un'ora e mezza... dovevamo continuare il lavoro e non l'abbiamo terminato. Sennonché questa settimana - l'avete visto anche voi - tra monsignor Luna, tra una storia e l'altra, non c'è stato il tempo materiale. Ogni volta che vado in stanza, sul tavolo, ho presente la lista di quelli che hanno domandato di incontrare don Ottorino e non ho trovato il tempo materiale per incontrarli. Sicché non abbiamo avuto il tempo necessario per concludere il lavoro. Questa settimana, spero, se non capitano incidenti, concluderemo tutto il lavoro delle commissioni, perché abbiamo cercato di fare alcuni cambiamenti che sottoporrò poi alla nostra cara assemblea. 2. Il Religioso deve essere un contemplativo in azioneCOMUNITÀ
conduzione comunitaria
Evidentemente si tratta di un film sulla vita e l’opera di Papa Giovanni XXIII.
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2.Credo non valga la pena che vi comunichi adesso il lavoro finora svolto. Per ora faccio presente che per quanto riguarda la questione spettacoli ho preso in mano personalmente tutta la faccenda. L’ho fatto non perché non mi fidi, ma perché credo che rientri in pieno in quello che è lo spirito della Congregazione: dare la linea che ci deve essere. Perciò ho cercato ultimamente di farvi vedere due spettacoli: quello di Papa Giovanni e l'altro di venerdì. Mi pare che siete stati contenti; adesso vedremo che ci sia un altro cinema per il giorno dell'Immacolata. Nell'intermezzo permetteremo un paio di spettacoli televisivi che siano istruttivi e che aiutino ad elevare, a diventare più buoni, ad andare avanti, che siano culturali ed istruttivi. Se poi in questo momento volete fare esperienze di cinema, cambiate Congregazione, se volete farlo cambiate Congregazione! Nell’ambiente esterno, infatti, ci sono alcuni che dicono che è giusto, che bisogna esperimentare, bisogna vedere, bisogna provare, fino al punto che il rettore di un seminario mandava alla sera gli studenti del corso teologico al cinema in compagnia di alcune signorine, due o tre volte alla settimana, perché si abituassero, in modo che se avevano da cascare cascassero prima di essere preti. Se volete fare di queste esperienze, andate in cerca di un altro rettore, andate in cerca di un altro seminario, perché io ho la responsabilità, dinanzi a Dio, di una linea particolare per noi, e su questa linea dobbiamo camminare.CONGREGAZIONE spiritualità
FORMAZIONE
COMUNITÀ
conduzione comunitaria
SACERDOZIO
SACERDOZIO prete
Nel testo registrato don Ottorino dice in latino: “Suscipe, sancte Pater...”.
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3.Lasciatemi mano libera su questa linea. Non voglio togliervi la libertà un domani, ma ora ho io la responsabilità dinanzi a Dio: voglio anzitutto che siate completamente uomini di "duemila anni fa", voglio che siate innamorati di Cristo. “Ama Dio e fa’ quel che vuoi"! Voglio essere sicuro che la vostra preoccupazione sia una sola: voler bene al Signore, e il resto farlo in tanto in quanto è utile per la salvezza delle anime. E cioè, voglio vedere assistenti, diaconi e sacerdoti, che vivono in unione con Dio, che quando al mattino si alzano il primo pensiero lo hanno per il Signore: "Ciao, Signore!", e credono che c'è Dio in quella stanza; e se si svegliano di notte e non hanno sonno, si accorgono e credono che c'è Dio presente e parlano con lui; e poi, quando stanno vestendosi, parlano con quel Dio con il quale si incontreranno nella comunione; e quando vanno in chiesa, sia che celebrino la Santa Messa o che la ascoltino e che facciano la comunione, sentano all'offertorio il bisogno di offrire qualche cosa: "Ricevi, o Padre santo..." sentano il bisogno di mettere i propri sacrifici sopra quella patena, sentano che la Messa è il punto culminante della giornata, è il punto comunitario in cui ci si unisce con tutti i fratelli che sono nel mondo; sentano il bisogno di riparare anche per quei fratelli che sono in peccato mortale e che sono ben lontani da Dio; sentano il bisogno di dire: "Signore, se ci vuole ancora del sangue per salvare il mondo, eccolo qua; non avere paura, senza remissione, taglia, taglia pure, cavami il sangue, ma salva i miei fratelli!"; e durante la giornata siano realmente dei contemplativi in azione: non che sappiano dire delle belle parole, ma che realmente siano dei contemplativi in azione.CONGREGAZIONE fondatore
GESÙ
APOSTOLO apostoli di 2000 anni fa
DIO amore a Dio
APOSTOLO salvezza delle anime
FORMAZIONE
DIACONATO
SACERDOZIO prete
CONGREGAZIONE assistente
PREGHIERA unione personale con Dio
DIO rapporto personale
EUCARISTIA comunione
PREGHIERA contemplazione
EUCARISTIA S.Messa
DIO Padre
PENITENZA sacrificio
CONSACRAZIONE offerta totale
PECCATO
MONDO
Il riferimento è alla seconda parte della massima di don Ottorino: “Uomini di duemila anni fa, ma del duemila”.
Jean-Baptiste Gustave Chautard (1858 - 1935), monaco trappista, uomo forte e deciso, grande organizzatore, fu conoscitore profondo del cuore umano e molto ricercato per la direzione spirituale da molte anime, specialmente sacerdotali, per le quali scrisse: "Prete e apostolo", "L'anima di ogni apostolato" (libro molto usato da don Ottorino), "Lo spirito di semplicità" (un invito a seguire l'esempio dei primi Padri Cistercensi).
MI102,4[06-11-1966]
4.Per l’aspetto dell'azione, cioè per quanto si riferisce al "duemila", non abbiate paura: vi assicuro che in questo io sono più spinto di voi. La mia preoccupazione forte, oggi, è che siate contemplativi e che l'azione non soffochi la contemplazione. Figlioli, lo Spirito Santo mi dice che stiamo passando un momento in cui l'azione vorrebbe sotto di sé la contemplazione. E allora vi ripeto le parole che vi ho detto tante altre volte: "La missione del sacerdote e del diacono è la più sublime delle missioni e il peggiore dei mestieri!"; quando la riduciamo a un mestiere è il peggiore dei mestieri! È la più sublime delle missioni se è contemplazione e azione, ma se la riduciamo solo ad azione caschiamo nell'"eresia dell'azione" di cui parla Chautard . Io sono il primo a dirvi di uscire dalla chiesa, di andare in mezzo alle anime, negli stabilimenti, fra gli operai. Sì, sì, sì: fuori dalla chiesa, ma con Cristo in mano, con Cristo nel cuore, perché altrimenti diventiamo degli eretici nel vero senso della parola. È Dio che salva le anime, e quando arriviamo vicino ad esse dobbiamo dare Dio. Tante volte, purtroppo disgraziatamente, gli uomini che dovrebbero avvicinare le anime e dare loro Dio, arrivano fino alle anime perché sanno e hanno i mezzi per arrivavi, ma quando è il momento di dare non hanno niente da dare, sono vuoti, non hanno Dio. E allora, la stessa gente con la quale trattano, in mezzo alla quale loro credono di essere simpatici e di essere gli idoli, quella stessa gente li compatisce, li compatisce.APOSTOLO apostoli del Duemila
APOSTOLO attivismo
DIO Spirito Santo
PREGHIERA contemplazione
APOSTOLO missione
SACERDOZIO prete
DIACONATO
APOSTOLO salvezza delle anime
GESÙ
unione con...
DIO
ESEMPI apostolo
MI102,5[06-11-1966]
5.Domandavo un giorno a una donna di strada, che faceva quel mestiere poco nobile: “Mi dica un po’, mi dica un po', lei che continuamente vive così”. Eravamo fuori di Confessione e nel tempo in cui c'erano le case di prostituzione regolari, per cui quella donna faceva il mestiere regolarmente dinanzi alla legge. “Mi dica un po', lei che fa questo mestiere, mi dica un po': umanamente parlando, sente soddisfazione quando gli uomini vengono da lei?". Mi ha risposto: "Li odio! Ho schifo degli uomini, e così anche le mie amiche". Allora le ho chiesto: "Come fate a fare la commedia quando vengono dentro: tanti sorrisi, tante attenzioni?". "È il mestiere. - ha detto - Io li odio gli uomini, li odio; mi fanno compassione nella loro bestialità". Però gli uomini entravano e avevano l'impressione di avere un sorriso, ma non era sorriso, era compassione. Sappiate che è la stessa cosa per un sacerdote o un diacono che un domani non avesse Dio e si presentasse in mezzo agli uomini: lui ha l'impressione di essere simpatico, ha l'impressione di essere apprezzato perché gli diranno: "Ma lei, ma lei, ma lei... ma un prete come lei, un assistente come lei, una persona come lei! Tutti dovrebbero essere come lei, tutti dovrebbero essere così!”. Ricordatevi, però, che nell'intimo vi compassionano e vi odiano. E quando vi dico questo potrei illustrare ogni affermazione con un esempio, ma non credo che ne valga la pena, perché gli esempi potrebbero essere centinaia.PASTORALE
PECCATO
VIZI lussuria
APOSTOLO uomo di Dio
SACERDOZIO prete
DIACONATO diacono
CONGREGAZIONE assistente
MONDO
Nel testo registrato don Ottorino dice in latino: “In hoc laudo”, riecheggiando evidentemente l’espressione paolina di 1 Corinzi 11,22 “In hoc non laudo”.
Cima storica dell’altopiano di Asiago (VI), meta frequente delle gite estive dei giovani della Casa dell’Immacolata.
Don Ottorino era solito usare il termine “barca” per indicare l’Opera con tutti i suoi valori carismatici, oltre che le persone e le opere concrete.
Nel testo registrato don Ottorino cita la frase paolina di 1 Corinzi 10,12 in latino: “Qui stat videat ne cadat”.
MI102,6[06-11-1966]
6.Ricordate che non è quello che fa chiasso che salva le anime. La nostra Congregazione deve avere anzitutto uomini, e perciò che sappiano presentarsi bene, che siano simpatici, che abbiano qualcosa da dare, ma che siano uomini di Dio, figlioli miei, perché poco varrebbe essere uomini se non si è uomini di Dio. Devono essere uomini che si presentino decorosamente, dignitosamente, con pulizia, con decoro, con buona creanza, che sappiano attirare la simpatia: benissimo, benissimo, ne sono contento perché questo è il vassoio, che è necessario. Però, ricordatevi bene, che piuttosto di mangiare un pollo marcio in un bel vassoio d'argento preferisco mangiare un bel pollo cotto bene ai ferri, seduto in mezzo all’erba, come abbiamo fatto all'Ortigara , cucinato sopra un pezzo di reticolato, ma che sia una cosa sana... È preferibile se il cibo è posto sopra una bella tovaglia messa bene, con molto decoro: bello, bello... ma di fumo non si vive, non si vive! Rendetevi conto che questo pensiero mi assilla di giorno e di notte perché vedo in giro per il mondo tante defezioni, tanto male, e non soltanto bene. Il Signore ci ha voluto molto bene, ma rendetevi conto e siate preoccupati perché quello che vi ho detto tante volte nelle meditazioni ve lo ripeto qui ufficialmente. Ricordatevi che la barca è di Dio, la barca è di Dio; è nel mare ed è diretta al suo porto; la barca vi giungerà, non abbiate paura, nonostante le miserie di chi è in cima, nonostante le insidie del demonio, nonostante le avversità e le lotte. Non abbiate paura perché la barca arriverà: la barca è di Dio, e il Signore si diverte quando ci sono le difficoltà. Lui si diverte nel dare da mangiare a tanta gente con pochi pesci. Però, ricordatevi, che chi è nella barca non è sicuro di arrivare, neanche colui che oggi regge il timone. "Chi si sente sicuro, stia attento a non cadere”.APOSTOLO salvezza delle anime
CONGREGAZIONE
APOSTOLO uomo
DOTI UMANE
APOSTOLO uomo di Dio
ESEMPI apostolo
ESEMPI uomo di Dio
CONGREGAZIONE fondatore
DIO amore di...
DIO
CROCE Demonio
CROCE difficoltà
Il riferimento è ai cinque Religiosi che sarebbero partiti per l’Argentina nel luglio del 1967 per iniziare la prima missione della Congregazione in quella nazione, fra i quali c’era anche don Pietro Martinello, nominato subito dopo.
Cfr. 1 Corinzi 10,12.
MI102,7[06-11-1966]
7.Figlioli miei, stiamo attenti, stiamo attenti! Alla base di tutto devono esserci una grande umiltà e un grande timore, la coscienza dei doni ricevuti da Dio e la coscienza della propria personalità, la disponibilità a trafficare i doni che il Signore ci ha dato, ma anche la coscienza che se il Signore non manda la corrente restiamo all’asciutto. Queste luci sono belle, ma se non arriva la corrente abbiamo le tenebre, e se la grazia di Dio non ci sostiene siamo perduti. I doni che abbiamo sono di Dio e se Dio non continua a sostenerci o se a un dato momento noi ci facciamo belli dei doni di Dio come fossero nostri, è il momento del disastro, cioè il momento in cui un'ondata sbatte sulla barca e porta via uno, due, tre, dieci, venti, di coloro che sono dentro. Sono parole profetiche? Figlioli, non mi meraviglierei che, se un domani queste verità non fossero tenute in seria considerazione da quelli che vanno in Argentina, un bel giorno ci arrivasse una lettera: "Voi a Vicenza andate in malora; noi andiamo per la nostra strada!". E non mi meraviglierei per niente sentire fra quattro o cinque o sei anni che Pietro Martinello si è trovato una bella moretta e si è sposato e ha mandato a farsi benedire tutti quanti gli altri. Questo può capitare a don Pietro, può capitare a don Ottorino e può capitare al nostro caro maestro dei novizi: "Qui stat videat ne cadat". Non c'è peccato commesso da un uomo che non possa essere commesso da un altro uomo! San Filippo Neri pregava ogni giorno: "Signore, tienimi la mano sulla testa, altrimenti prima di sera Pippo si fa turco!". Figlioli miei, è dalle medie e dal ginnasio che mi inginocchio a terra ogni sera e bacio il pavimento in camera mia dicendo: "Signore, sostienimi, perché io non so che cosa posso fare stanotte o domani!".VIRTÙ
umiltà
DOTI UMANE talenti
GRAZIA
VIZI superbia
MISSIONI
PECCATO mediocrità
PECCATO tradimento
PECCATO
ESEMPI di santi
Il duce per antonomasia in Italia è stato Benito Mussolini, che ha guidato il governo nazionale durante gli ultimi venticinque anni della monarchia.
Cfr. Isaia 56, 10 e Ezechiele 3,1-21.
MI102,8[06-11-1966]
8.Figlioli, abbassate la testa dinanzi a Dio e preoccupatevi che la grazia di Dio, la presenza di Dio sia sempre con voi: allora avrete Dio da dare alle anime, allora quando gli uomini si rivolgeranno a voi, grandi o piccoli, ignoranti o intelligenti, verranno a cercare non i libri che avrete letto che sono stupidaggini, ma verranno a cercare Dio, Dio con il quale voi vivete continuamente e di cui gli uomini hanno bisogno. Verranno a cercare la Bibbia, verranno a cercare il Vangelo, verranno a cercare le lettere di Paolo, verranno a cercare gli scritti dei primi Padri della Chiesa, verranno a cercare la carità dei primi cristiani: verranno a cercare vita, non erudizione; vogliono vedere vita, e se è vera vita, c'è in essa anche la necessaria cultura. Vogliono vedere uomini che sappiano pregare, che sappiano fare penitenza, penitenza, figlioli, anche volontaria e quotidiana, uomini che credono in quel Dio che vive continuamente dentro di loro. Lo abbiamo dentro di noi Dio, figlioli, lo abbiamo qui Dio! A volte uno si dà tante arie perché si è incontrato con il Papa, è stato fotografato con il Papa, si è incontrato con il Duce , che adesso è morto, povera anima, e che Dio gli dia del bene. Se pensate, figlioli, che abbiamo Dio che abita dentro di noi, con il quale possiamo incontrarci tutti gli istanti, con il quale possiamo trattare le nostre cose, possiamo aprire il nostro intimo, con il quale dobbiamo discutere il nostro lavoro, con il quale dobbiamo lavorare, parlare... Io parlo a voi, ma fra poco, quando andrò fuori di qui e guiderò la macchina, potrei trovarmi in difficoltà e trovare la morte, ma sempre con lui, "cum ipso et in ipso et per ipsum". Scusate; non volevo farvi la predica, ma mi è scappata così; portate pazienza! Sì, faccio i propositi, ma qualche volta non riesco a mantenerli, e allora ne faccio pochi per questo motivo! Se mi sono ripetuto sulla questione del cinema è perché preferisco sbagliare frenando un po’ perché diveniate veramente uomini permanenti nella preghiera piuttosto che il Signore mi dica: "Cane, perché non hai abbaiato?” , che sono parole della Bibbia! No voglio che il Signore mi dica: "Io ti avevo dato l'incarico, tu dovevi segnalarle queste cose. Tu le sentivi, tu le vivevi, tu soffrivi per queste cose, tu passavi qualche ora di notte, lì, lì, dinanzi a me...".VIRTÙ
umiltà
GRAZIA
DIO presenza di...
DIO rapporto personale
APOSTOLO salvezza delle anime
APOSTOLO uomo di Dio
PAROLA DI DIO Sacra Scrittura
PREGHIERA
PENITENZA
APOSTOLO testimonianza
GESÙ
unione con...
PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
NOVISSIMI morte
COMUNITÀ
Don Ottorino dapprima nomina scherzosamente don Pietro Martinello, il quale né sapeva di musica né aveva doti per cantare, e poi Paolo Crivellaro che invece era musico.
Cfr. Proverbi 8,31.
Gioco molto popolare tra i ragazzi: si costruiva un tracciato con alcuni ostacoli, buche, cunette, montagnole, e poi si facevano ruzzolare sopra delle biglie di vetro o di altro materiale.
MI102,9[06-11-1966]
9.Stamattina è dalle due e mezza che sono sveglio pensando a queste cose. Figlioli, io soffro queste cose, sento quello che il Signore vuole. Ve l'ho detto tante volte: io mi trovo nella situazione di uno che ha sentito una musica e non è capace di scriverla e di cantarla, non è capace di ripetervela... ma so che cosa il Signore vuole da noi. Oh, siamo ben lontani! Siamo sulla strada, ma siamo ben lontani da quello che il Signore vuole da me, da noi! Ora, figlioli, mettiamoci insieme in ginocchio dinanzi al Signore e domandiamogli che ci faccia sentire, per esempio, la musica che ha fatto sentire a me: la faccia sentire a don Pietro che se ne intende di musica e potrebbe cantarla bene, la faccia sentire a qualche altro, per esempio, a Paolino. Figlioli, questa è la preoccupazione che dobbiamo avere tutti. Dobbiamo essere con l'antenna tesa verso il Cielo: "Signore, in questo momento di degrado, di confusione, di materialismo teorico e pratico, Signore, dicci quello che vuoi da noi! Che cosa vuoi? Ci siamo congregati "in unum", ci hai chiamati, dicci che cosa vuoi!". Mi pare di vedere San Filippo Neri che aveva da cambiare di casa e ha mandato a chiamare cardinali e commendatori che si chiedevano meravigliati: "Che cosa c’è? Mi ha mandato a chiamare. Anche me, anche me!". E San Filippo con tutta semplicità: "Avevo da cambiar di casa e siccome non ho mezzi finanziari per il trasporto, già che siete una trentina di persone, ho pensato di chiamarvi". E allora, ecco un commendatore e un cardinale a portare una credenza e tutte le altre cose, e da ultimo lui con la sua gattina in mano: facevano il trasloco da una parte all'altra. Questo faceva San Filippo Neri! Mi pare che il Signore ha fatto qualcosa di simile anche con noi: ci ha chiamati insieme, "congregavit non in unum", e noi come quei cardinali, quei monsignori, quei commendatori, dobbiamo metterci dinanzi a lui: "Signore, perché ci hai lanciati qui? Che cosa vuoi da noi?". Figlioli, non si tratta di metterci insieme e dire: "Siamo qui; si potrebbe fare questo...!". No! "Signore, che cosa vuoi da noi? Che cosa vuoi da noi in questo momento?". Io vi pregherei di rendervi conto che Dio è vicino a noi e ci parla attraverso tante circostanze. Cercate di captare le onde di Dio, la parola di Dio, la volontà di Dio, e vedrete che il Signore saprà, al momento giusto, condurci Lui, dove vuole Lui, per le strade che vuole Lui. Le vie di Dio non sono quelle logiche degli uomini, perché allora avrebbe preso un laureato al mio posto, avrebbe preso uno più santo, uno più buono, con più doti umane. Le vie di Dio sono altre! Il Signore si diverte a scherzare: "Ludens in orbe terrarum” , si divertiva a giocare a palline in cima alle onde del mare, della terra; il Signore si diverte a scherzare. Lasciamo al Signore la gioia di continuare il suo giochetto con gli uomini, e credo che, in fondo, nei giochi, vincerà sempre Lui! 3. La Congregazione è sotto la materna protezione della MadonnaCONGREGAZIONE fondatore
VOLONTÀ
di DIO
CONGREGAZIONE carisma
VOLONTÀ
di DIO ricerca della...
PREGHIERA
ESEMPI di santi
VIRTÙ
umiltà
CONGREGAZIONE missione
DIO presenza di...
DIO
APOSTOLO vocazione
CONSACRAZIONE disponibilità
Don Ottorino nomina don Luigi Furlato e don Pietro Martinello. Poi, nel testo registrato, si ascoltano delle voci che ripetono soltanto il nome di don Pietro e aggiungono quello di don Guido Massignan. Alla fine don Ottorino aggiunge scherzosamente una frase poetica.
La mamma di don Ottorino ottenne il 29.8.1928 la guarigione delle sue gravi infermità a Lourdes. Don Ottorino aveva da poco compiuto i tredici anni e da circa un anno si trovava in seminario.
Don Ottorino scherza su questi fatterelli autobiografici mettendoli in relazione con i Fioretti di San Francesco d'Assisi.
Don Ottorino, fin dagli inizi, pensava allo sviluppo e alla continuazione dell’Opera, e si premurò a preparare i continuatori, dapprima curando con particolare attenzione alcuni ragazzi all’interno degli orfani dell’Istituto San Gaetano, poi costruendo per loro la Casa dell’Immacolata.
MI102,10[06-11-1966]
10.Quando abbiamo iniziato la prima parte di questa casa, nel 1952, una delle cose che si trattava di fare era quella di mettersi nelle mani della Madonna, e qualcuno di quei tempi è ancora presente. Mi sembra che siano presenti don Luigi, don Pietro... "Disgraziato chi dir dovrà: io non c'ero...". La Madonna è la madre della Chiesa, la Madonna è la mamma della Chiesa e di tutto quello che avviene in Chiesa e fuori di Chiesa, non certo dei peccati! Ora, in quest'Opera la Madonna è presente: dovendo la Congregazione essere un intervento di Dio nella storia della Chiesa, è logico che essa doveva essere sotto le braccia della Madonna. Qui non c'è il merito di nessuno. E Dio ha preso un povero uomo che doveva essere lo strumento e l'ha messo subito tra le braccia della Madonna: ed ecco, all'inizio proprio della vita, subito un intervento straordinario della Madonna con la guarigione di mia mamma. Perciò la Madonna è stata presente fin dall'inizio: la Madonna ha preso in braccio la barca e l'ha condotta. È inutile che vi dica che in seminario avevo la mia statuetta della Madonna, come monsignor Luna, e a lei ricorrevo quando facevo i compiti scolastici; qualche volta, quando la prestavo ai miei compagni, il mio compito andava male e andava bene quello di quell'altro, o qualcosa del genere. Queste sono tutte storielle di San Francesco : non ve le ho mai dette e mai ve le dirò, assieme a certe altre, perché sono cose troppo personali... Troviamo, invece, che la Madonna è presente nella Congregazione, nell'Opera, e diciamo: il Signore ha compiuto quest'Opera attraverso le mani materne di Maria. Ed era chiaro che il primo gruppetto , il primo nucleo della futura Casa dell'Immacolata, fosse sotto la protezione della Madonna: "Gruppo dell'Immacolata". E infatti, ancora nel 1942, anzi nel 1941, c'era il "Gruppo dell'Immacolata"! Erano sette i ragazzi interni e tre erano del "Gruppo dell'Immacolata"! È chiaro che ho preso i tre “barabba” meno “barabba” degli altri, - per esempio, fra gli altri c’era uno che tirava sette o otto bestemmie al giorno, per cui non potevo metterlo nel "Gruppo dell'Immacolata", - e allora a quelli facevo la meditazione ogni mattina, poi una conferenzetta alla sera: meditazione ogni mattina e una conferenzetta alla sera! Questo primo gruppo poi, piano piano, è diventato il "Gruppo dell'Immacolata" e poi "La Casa dell'Immacolata" nel 1945, in un locale separato dagli altri edifici dell’Istituto San Gaetano.MARIA devozione a ...
MARIA madre della Chiesa
CHIESA
MARIA la nostra buona mamma
CONGREGAZIONE
MARIA madre della Congregazione
CONGREGAZIONE fondatore
AUTOBIOGRAFIA seminario
MARIA maestra, guida
AUTOBIOGRAFIA
CONGREGAZIONE storia
CONGREGAZIONE Case della Congregazione
Nel 1952 viene iniziata la costruzione della Casa dell'Immacolata completamente staccata dall'Istituto San Gaetano.
Durante la costruzione dell’attuale Casa dell’Immacolata, durata da maggio a ottobre 1952, ad un certo punto i muri cominciarono a cedere, costringendo a interrompere i lavori per rafforzarli con pilastri di sostegno.
Alla conclusione della costruzione dell’ultima parte dell’attuale Casa dell'Immacolata don Ottorino volle che nel sottotetto venisse collocata una corona composta di cuori di gesso uniti tra di loro da un filo metallico quasi a formare una catena difensiva contro i mali che potevano abbattersi sulla Casa.
MI102,11[06-11-1966]
11.Quando poi il numero degli orfani ha cominciato ad aumentare, c’era troppa vicinanza tra quelli dell'Immacolata e gli altri, per cui è sorta la necessità di portarli via, altrimenti erano troppo insieme con gli orfani. E allora nel 1952 è nata la Casa dell'Immacolata. Eravamo già nelle braccia della Madonna, per cui quando si è cominciato a costruire è stato naturale collocare una bottiglia sotto le fondazioni con lettere dirette alla Madonna, contenenti piccoli fioretti, piccoli sacrifici fatti dai ragazzi e invocazioni alla Madonna perché benedicesse questa Casa, e i futuri apostoli, e facesse in modo che da essa uscissero schiere di apostoli per andare in tutte le parti del mondo a salvare le anime, a salvare gli uomini. Questa bottiglia è stata sepolta nel 1952. Poi, durante la costruzione della casa, ogni sera, quando gli operai avevano terminato il lavoro, noi passavamo fra le pareti costruite recitando corone per cacciare fuori i demoni che gli operai con le loro bestemmie vi avevano attirato. Quando poi la casa stava per traballare , abbiamo preso alle strette la Madonna perché i diavoli si erano messi sopra a pestare la casa. Poi, durante i lavori, voi sapete che è stata fatta quella famosa corona del rosario: mi pare che sia stata fatta più tardi, quando abbiamo costruito la seconda parte della casa. Abbiamo collocato una corona di cuori di gesso, frutto di diecimila corone recitate per proteggere la nostra Casa..AUTOBIOGRAFIA
CONGREGAZIONE storia
CONGREGAZIONE Case della Congregazione
MARIA madre della Congregazione
MONDO
APOSTOLO salvezza delle anime
PREGHIERA rosario
CROCE Demonio
Anniversario della prima delle apparizioni mariane di Fatima in Portogallo avvenuta il 13.5.1917.
Il riferimento è alla partenza dei primi quattro Religiosi per il Guatemala, il cui viaggio era programmato in un primo momento in nave, mentre poi lo fecero in aereo.
MI102,12[06-11-1966]
12.Adesso perché non si potrebbe fare qualche cosa per proteggere le nostre missioni? Che cosa ne dite? Per esempio, potremmo stabilire di fare alla Casa dell'Immacolata preghiere particolari. Stiamo per iniziare ora le missioni all'estero, cioè stiamo per inviare figlioli lontano, lontano. Non vogliamo con questo, per carità, essere quelli che sostengono tutto, ma intendiamo metterli nelle braccia della Madonna, invocare sopra il loro lavoro la protezione della Madonna, e chiedere per loro la morte sulla strada piuttosto che tradiscano la loro vocazione. Credo che questo si possa fare. Non vi pare? Io penserei che possiamo farlo o per completare la Casa o per le missioni. E dobbiamo fissare un traguardo: puntare per il tredici maggio di raggiungere la recita di quindicimila rosari, di diecimila rosari, di tremila rosari, come voi volete, per le nostre prime tre missioni all’estero. Ogni settimana poi - ricordate come facevamo una volta? - comunichiamo il risultato: siamo arrivati a quota A, a quota B. Ognuno settimanalmente fa un biglietto, mette il numero senza segnare il nome: dieci rosari, quindici rosari, quel che sarà; butta l’offerta dentro un cestino in chiesa e ci saranno gli incaricati per raccogliere e fare la somma. Siamo nel cinquantesimo anniversario dell'apparizione della Madonna a Fatima, e una delle cose che la Madonna ha chiesto è stata la recita del rosario: rosario, rosario! Quest'anno dobbiamo sforzarci di dirlo bene e di dirne tanti; credo che sia la più bella risposta che possiamo dare alla Madonna: dirlo bene e dirne tanti. Non vi pare? Guardate monsignor Luna: io credo che lui preghi anche quando dorme! Che ne dite? Continua a ripetere: rosario, rosario, rosario... Volete che stabiliamo subito qualcosa o preferite che vengano fatte delle proposte? State attenti: per non perdere tempo, i cinque della Commissione della Madonna facciano due o tre proposte. La sera che ci raduniamo per salutare gli amici che partono, facciamo le due o tre proposte e fra quelle scegliamo insieme; importante è che non ci sia una proposta sola, ma tre o quattro: “Si potrebbe fare così...”. Va bene? Se qualcuno di voi ha qualche idea particolare, la suggerisca a uno di loro senza perdere tempo qui adesso. Martedì sera al massimo ci raduniamo una mezz'oretta per salutare i partenti, in una forma familiare, e allora comunicheremo una delle cose in cui ci impegneremo... in modo che vadano via con la certezza che qui a Casa si continua a pregare per loro, affinché la nave vada a picco e qualche pescecane mangi loro il naso piuttosto che abbiano da tradire il Signore! 4. L’impegno di pregare per gli uomini che non pensano alla propria salvezzaMISSIONI
CONGREGAZIONE Case della Congregazione
MARIA mediatrice
CONSACRAZIONE fedeltà
PECCATO tradimento
PREGHIERA rosario
CONGREGAZIONE storia
MARIA Fatima
MARIA devozione a ...
COMUNITÀ
Impegno di Vita
A seguito di abbondanti piogge i fiumi vicentini, il Brenta, il Tesina e il Bacchiglione erano straripati in parecchi punti della provincia causando gravi danni alle popolazioni che vivevano a ridosso dei loro argini.
Cfr. Luca 12,40.
MI102,13[06-11-1966]
13.Per certi uomini che dicono: "Dio, dove sei?" o se ne infischiano di Dio in modo ironico, io direi questo: pregate il Signore! Recitiamo almeno una corona, diciamola per la povera gente che soffre, che patisce perchè ha l'acqua in casa, per quelli che muoiono perché muoiano bene, in grazia di Dio, perché il Signore consoli questa povera gente e dia loro la possibilità di salvarsi, dia loro la possibilità di rassegnarsi. Preghiamo perché faccia che l'acqua si ritiri: nelle calamità non è proibito domandare al Signore le grazie, anche materiali, e il fatto che noi li ricordiamo è perché sono nostri fratelli. Se sapessimo che qui, qui sta il dialogo: sentire con loro la sofferenza! Come si diceva ad Asiago, dobbiamo sentire la carità, la fratellanza. In questo momento dobbiamo sentirla con la gente senza casa, gente che ha la casa con un metro, un metro e mezzo di acqua e loro sono rifugiati sopra, sempre con la fifa che caschi la casa. Cerchiamo di sentire il bisogno di questi nostri fratelli e di pregare per loro, e di ricavare per noi questo: "Estote parati; quia qua hora non putatis, Filius hominis veniet” . Stiamo uniti al Signore e pensiamo che cosa il Signore potrebbe fare, se volesse, contro questi uomini che non vogliono saperne di Lui, che se ne infischiano di Lui. Ha la potenza in mano, basterebbe che facesse così contro il mare: "Fffffff...!" e il mare farebbe: "Broommm...", e in dieci minuti li metterebbe tutti quanti a posto; e gli uomini se ne infischiano! Quando sarete più vecchi e andrete a contatto con l'umanità vedrete quanta gente se ne infischia di Dio. Monsignor Luna raccontava di un uomo che da quarant'anni non si confessa e che non vuol saperne di Dio. Quanta gente non vuol saperne di Dio: ha tempo per tutto ma, per l'anima, per l'eternità, non si interessa! Queste cose dobbiamo sentirle noi e, al momento opportuno, bisogna farle sentire anche agli altri. 5. L’apostolo desidera essere come il Signore lo vuoleDIO
PREGHIERA
PREGHIERA rosario
APOSTOLO salvezza delle anime
CROCE sofferenza
COMUNITÀ
fraternità
CARITÀ
"Giorno assai grande, assai amaro!". La seconda parte della frase è tratta dal "Dies irae", sequenza della Messa funebre, attribuita al francescano Tommaso da Celano del XII secolo.
Nel testo registrato si ascoltano a questo punto voci ed esclamazioni.
Don Ottorino in febbraio aveva fatto il suo primo viaggio apostolico in America Latina rendendosi personalmente conto del grande bisogno di apostoli che aveva quel continente. Aveva visto con i suoi occhi milioni di persone semplici senza guide spirituali, sfruttate economicamente e socialmente emarginate.
Daniele Galvan frequentava, all’epoca, l’anno propedeutico al corso teologico.
Soffione, tarassaco, dente di leone, piscialetto: pianta officinale diffusissima, usata comunemente in primavera come alimento, bollita o cruda per insalate.
Pianta rampicante perenne dalla cui infruttescenza si ricava una sostanza che serve a dare gusto alla birra conferendole il suo caratteristico sapore amarognolo.
MI102,14[06-11-1966]
14.Oh, quattro novembre, "dies magna valde, amara valde”! In questi giorni ho detto che un anno fa non avrei accettato quello che è successo neanche per tutto l'oro del mondo. Perché? Perché sarebbero state cose da matti: sapere di dovermi mettere in cattedrale, in alto nel presbiterio, a fare il burattino, lo stupido! Vi ripeto: un anno fa non avrei accettato queste cose neppure se fossi stato morto, perché sarei balzato in piedi anche da morto per protestare. Quando ho visto la situazione del Brasile, di Zacapa, dell'America Latina, allora ho detto: basta! Mercoledì mattina, appena celebrata la Messa - monsignor Luna celebrava la Messa nella chiesa grande mentre io ho celebrato la Messa nella cappellina e Daniele mi ha fatto da chierichetto - insieme siamo andati a fare la genuflessione in cappella, io sono andato a spegnere la candela sinistra, lui è andato a spegnere quella destra, e mentre facevo la genuflessione ho detto: "Signore, fa’ che Daniele sia come vuoi tu”, e lui ha risposto: "Che don Ottorino sia come vuole Gesù". E io sono partito da quelle parole per fare il ringraziamento della Messa: "Signore, io voglio essere come vuoi tu, come vuoi tu!". Non posso domandare: io desidero questo, desidero quello. Ma neanche per sogno! Siete capaci nella comunione dire: "Signore, dammi questo, dammi quello?”. Adesso qui ci sono gli ortolani... Supponiamo che tu vada, domani, in giardino ad impiantare fragole, e al momento di raccogliere fragole vai là, e trovi "pissacan” : tu vuoi fragole, non "pissacan"! Se invece pianti luppolo , per esempio, e ne escono fragole! Tu vuoi il luppolo... tu impianti il luppolo e vuoi luppolo per fare la birra: io non volevo fragole, volevo luppolo. L'agricoltore, il giardiniere pianta, ma desidera che ci sia produzione di quella cosa che ha piantato. Se io mando qualcuno a prendermi una birra e questi ritorna con un fiasco di whisky gli dico: “Io ho sete di birra, non di whisky; ho sete adesso; no, non bevo un bicchierino...! Siamo d'estate". “Ma sarebbe meglio il whisky!". “Adesso dammi un bicchiere d'aranciata; m'interessa bere quella perché ho caldo”.CONGREGAZIONE fondatore
MISSIONI
AUTOBIOGRAFIA viaggi
AUTOBIOGRAFIA
EUCARISTIA S.Messa
EUCARISTIA comunione
PREGHIERE di donazione
ESEMPI volontà
di Dio
MI102,15 [06-11-1966]
15.Al Signore ho detto nella comunione: "Senti, Signore caro. A me interessa essere quello che vuoi Tu, come mi hai pensato, come mi hai progettato Tu. Perciò, se in questo momento, adesso, arrivato a questa età, vuoi che vada all'ospedale con un tumore o vuoi che vada in sanatorio con la tisi, sono pronto. Vuoi che vada in manicomio, matto, dentro e fuori dal manicomio? Sono pronto! Io voglio essere quello che Tu hai progettato. Vuoi tagliarmi anche a fettine? E va bene: tagliami a fettine! Vuoi che sia io a tagliarmi? Comincio subito, e mi taglio!”. Dopo aver messo in chiaro tutto questo - e vi assicuro che sarò misero fin che volete, ma queste cose mi sembra di sentirle abbastanza - ho detto: “Signore, adesso conversiamo. Tu vedi il mondo com'è; io, come uomo, come creatura tua, sono qui disponibile: quello che Tu vuoi!". Con questo non devo adesso fare il becchino o mettermi in un angolo e dire: "Eh, pensa il Signore!". No, adesso devo lavorare, devo tirarmi su le maniche. E ho pregato: "Come uomo, io come creatura tua sono nelle tue mani: fai quello che vuoi, buttami dove vuoi, pestami come vuoi, fammi capire che Tu mi vuoi in manicomio e vado là. Però, adesso sono prete, sono a capo di una Congregazione con un programma chiaro e preciso, e perciò via tutte le altre stupidaggini. Non generale, ma generalissimo voglio essere chiamato. Non ti chiedo cento o duecento Religiosi: dammi trecento, quattrocento grandi ufficiali, e dopo migliaia e migliaia e migliaia di Religiosi, e facciamo vedere a quel brutto muso del diavolo chi sei Tu, non chi sono io: chi sei Tu!". Non so se sono ortodosso nel ragionare. Con questo spirito ho affrontato la giornata di giovedì mattina, e venerdì il Signore mi ha preparato un’altra meditazione. Vedete come un ragazzino abbia tirato fuori una frase, casualmente, che mi ha fatto meditare. 6. 4 novembre 1966: i tempi di Dio e il sogno missionario di don OttorinoEUCARISTIA comunione
AUTOBIOGRAFIA
PREGHIERE di donazione
CROCE
CONSACRAZIONE disponibilità
VOLONTÀ
di DIO
CONSACRAZIONE collaborazione
SACERDOZIO prete
CONGREGAZIONE
CONGREGAZIONE fondatore
Don Giovanni Rossi, prete milanese, è il fondatore della Pro Civitate Christiana di Assisi, associazione religiosa con lo scopo primario di evangelizzare la cultura del mondo moderno sia attraverso scritti che attraverso missioni popolari e favorendo l'incontro tra le varie correnti teologiche e culturali con congressi, incontri di riflessione, convegni. A tale scopo gestisce un centro di accoglienza ad Assisi e una casa editrice Cittadella che pubblica libri di forte spessore sia culturale che religioso. I temi di attualità politica, sociale e religiosa sono affrontati dalla loro rivista mensile La Rocca.
Don Pietro Martinello all’epoca lavorava come segretario di don Ottorino.
Cfr. Atti 8,26-40.
Don Ottorino nomina l’assistente Giuseppe Filippi scherzando sull’assonanza con Filippo.
S. E. monsignor Sebastiano Baggio era nunzio apostolico della Santa Sede in Brasile.
Il 4 novembre, liturgicamente, si fa memoria del grande vescovo milanese San Carlo Borromeo, e nello stesso giorno nella diocesi di Vicenza veniva festeggiato anche l'onomastico del vescovo Carlo Zinato.
Il prof. Sergio Tovo e mons. Giovanni Sartori, sacerdoti diocesani e responsabili dell’Azione Cattolica Diocesana, erano grandi amici di don Ottorino e collaboratori dell’Opera.
MI102,16[06-11-1966]
16.Venerdì il Signore ci ha chiamati. Venerdì 4 novembre: ditemi voi se poteva esserci una presa di posizione più grande per la Congregazione. Ricordate come nel passato si pensava: "Si potrebbe fare un po' di propaganda per le vocazioni, sul giornale, in una maniera, in un’altra... Non sarebbe il caso? Non potrebbe fare questo, non si potrebbe fare quello..."? Il Signore vuole essere Lui che fa. Quando, qualche anno fa, siamo andati ad Assisi da don Rossi , abbiamo visto che faceva compassione. Ti ricordi, don Pietro ? Non c'era più niente; abbiamo visitato, non c'era più niente, non valeva la pena. Il Signore, invece, ti prende al momento giusto e Lui ti mette sul treno. Lui ha voluto che andassimo in Brasile... È sempre la solita storia! Non abbiate fretta! Voi abbiate fretta di essere gli uomini di Dio e di essere pronti: lasciate che sia Lui che vi butti fuori, che vi faccia passare... che vi prenda per i capelli, come Filippo - non Filippi - che ha messo vicino all'eunuco famoso. Lasciate che sia Lui che vi metta in queste situazioni, che vi metta nelle circostanze. È diverso andare in Brasile ora, chiamati appositamente da monsignor Baggio , che presentarci noi come quando siamo passati per il Brasile la prima volta e avremmo potuto sentirci dire: "Scusi, ma sa, adesso, non ho tempo...!"; capite che la storia è ben diversa! Allo stesso modo è stata diversa la presentazione ufficiale della Congregazione, adesso, in questa forma. Immaginate se fossimo andati noi alla televisione a chiedere: "Per piacere, potete venire qui per filmare?". Verrà il giorno che verranno quelli della televisione a domandare: "Per piacere, ci permettete di filmare qualche cosa?". Perciò, a pranzo con monsignor vescovo... La sera prima monsignor vescovo ha parlato di noi agli assistenti diocesani dell'Azione Cattolica che sono andati a fargli gli auguri : per circa mezz'ora - mi ha detto questo il prof. Tovo, e me l'ha detto anche don Giovanni Sartor - ha continuato a parlare con entusiasmo della Congregazione, delle missioni, dello spirito missionario, dello spirito buono che hanno i nostri giovanotti, di questa apertura che Vicenza adesso assumerà, affermando che era giusto che anche Vicenza facesse qualcosa per la Chiesa universale...CONGREGAZIONE storia
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di DIO abbandono alla...
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APOSTOLO uomo di Dio
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CHIESA
Piergiorgio Paoletto era all’epoca novizio, proveniente dal seminario diocesano. Nella precedente espressione, abbastanza confusa, don Ottorino riferisce che il vescovo Zinato si sentiva orgoglioso per le scelte della Congregazione, come se fossero della diocesi di Vicenza.
In autunno del 1936, da chierico, don Ottorino ebbe una profonda crisi di fronte ai difetti del mondo clericale che lo circondava. Era stato incaricato di assistere come prefetto i ragazzi nel seminarietto della cattedrale di Vicenza: vedendo in quell'ambiente soprattutto le mancanze contro la carità, l'invidia, l'arrivismo di tanti sacerdoti entrò in una crisi che gli fece intuire prima e poi lo fece decidere per un nuovo modello di prete e un nuovo modo di fare l'apostolato.
Mons. Giacomo Pieropan era un canonico della cattedrale e, allo stesso tempo, zio di Giorgio Pieropan, religioso della Congregazione. In seguito don Ottorino nomina anche mons. Stefano Ave e mons. Marco Faedo: il primo era il parroco della cattedrale e il secondo era stato parroco a Quinto Vicentino.
MI102,17[06-11-1966]
17.Da questo possiamo dedurre che quello che è mio è tuo e perciò quello che è tuo è mio. Quindi, a un dato momento, il seminario è un po’ anche nostro, perché mettiamo insieme i nostri beni. È giusto, Piergiorgio ? Sbaglio a dire questo? Dobbiamo arrivare a questo punto: che il vescovo senta la nostra decisione come una scelta sua, piano, piano, piano, usando anche i mezzi umani a nostra disposizione. Arrivato a New York io gli ho scritto una bella lettera, e ho chiesto pure a monsignor Rettagliata di scrivergli una bella lettera; arrivato in Guatemala ho mandato al vescovo un telegramma: "Vicentini e monsignor Luna... eccetera eccetera”, poi una bella lettera: "Noi di Vicenza...". Pian piano, Vicenza Vicenza Vicenza... a un dato momento, come la doccia scozzese... tan, tan, tan, tan: Vicenza, eccola là! In cattedrale: quali sono stati i miei pensieri? Quando facevo la seconda media, in cattedrale è nata la mia vocazione missionaria, il giorno di Pentecoste. Mettetevi quindi al mio posto: tutte le volte che andavo in cattedrale sentivo la spinta alle missioni, perché lì è nata. Nel 1936, in cattedrale, è nata l'idea rivoluzionaria : la Congregazione non è nata nel 1941, ricordatevelo bene! Il "Et Verbum caro factum est" non è stato a Betlemme, è stato a Nazaret: dopo Gesù è nato a Betlemme! Sappiate che "Et Verbum caro factum est" per me è stato là, in cattedrale, negli ultimi mesi del 1936. Ora, mettetevi al mio posto, proprio nella stessa cattedrale dove sono avvenute queste cose: vedermi dodici fratelli e figlioli che stanno per partire, per andare dove dovevo andare io. Capite anche voi che il cuore saltava per aria dalla gioia e dalla commozione nel dire: "Fecit mihi magna... Fecit nobis - non mihi - qui potens est", colui che è potente! Monsignor Pieropan mi ha preso la mano e mi ha detto: "Guarda che sono contento; io sono con te, gioisco con te specialmente con la preghiera. Queste sono cose di Dio. Cantiamo insieme le glorie del Signore!". Ci credo a monsignor Pieropan!GRAZIA Corpo Mistico
CHIESA Vescovo
DOTI UMANE corrispondenza
AUTOBIOGRAFIA seminario
MISSIONI
CONGREGAZIONE storia
CONGREGAZIONE carisma
GESÙ
incarnazione
APOSTOLO gioia
MI102,18[06-11-1966]
18.Monsignor Ave a mezzogiorno, a pranzo, mi diceva... Monsignor vescovo mi ha voluto alla sua destra: c'erano monsignor Ave, monsignor Fanton, don Giovanni Sartori, monsignor Faedo che è segretario all'Ufficio Missioni. La tavola era grande: a capotavola c’erano monsignor Luna e monsignor vescovo; a destra di monsignor Luna c’era monsignor Fanton, e alla sinistra di monsignor Luna monsignor Faedo; a destra di monsignor Zinato c’era don Ottorino, e a sinistra monsignor Ave e don Giovanni. Quando cominciarono a servire vennero da me per primo, e allora ho detto: “Eccellenza, non scherzerà mica, no?". Monsignor Zinato ha detto: "No, oggi tocca a te!", e dopo ha continuato: "Mangia, sai, mangia, sai!". Prima con monsignor Ave siamo stati in una saletta con quattro poltrone e un divanetto dietro, e là c'erano monsignor Ave e monsignor Faedo; nelle quattro poltrone - don Giovanni Sartori aveva ancora da arrivare - c'erano monsignor Luna e monsignor Fanton. Erano quattro poltrone, due di qua e due di là: qui c'eravamo monsignor Zinato e io, e là monsignor Luna e monsignor Fanton. Siamo rimasti a conversare un pochino, e monsignor Zinato è scoppiato in esclamazioni di gioia per quanto era successo, e allora gli ho detto: "Eccellenza... forse abbiamo abusato un po' con la questione delle luci per le registrazioni di queste cerimonie. Ma credo che sia ovvio che è stato un regalo che ci è stato fatto. Credo, però, Eccellenza, che sia la prima volta che un pontificale o una celebrazione così simbolica sia stata registrata in questa forma!". E il vescovo ha risposto: "Sì, sì, senz'altro, perché in passato non avremmo mai fatto una cosa simile!”. E allora ho continuato: "Credo che non le faccia dispiacere se resta un ricordo della cerimonia di oggi. Eccellenza, appena il filmato arriva da Milano verremo un sera per farglielo vedere". "Oh, ben volentieri...”. "Almeno ricordiamo - ho detto - con una pellicola la storia della Congregazione". E poi ho aggiunto: "Adesso, naturalmente, conto... sugli uomini!". "Ehi! - esclamò monsignor Faedo - Hai detto uomini? Ma sono giovani...!". Allora io ho risposto: “Non è l'età che conta, monsignore, è la qualità! E questi sono quelli che ci sono, ma dopo ci sono quelli che verranno!". Questo era il tono della nostra conversazione.CONGREGAZIONE amici
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PASTORALE giovani
Il testo registrato termina in forma improvvisa ed è molto lacunoso nella parte finale, per cui molte frasi restano sospese e sono di difficile interpretazione.
MI102,19[06-11-1966]
19.A tavola monsignor Luna uscì dicendo: "Eccellenza, penso che io avrò l’onore di ordinare i primi diaconi!". E mons. Zinato: "Voi, in Guatemala, quali disposizioni avete? Come siete? Avete già...?". "Ah! - rispose monsignor Luna - Si tratta di superare ancora alcune formalità... Sono già d'accordo con Roma...". A me, prima di entrare, aveva detto: "In Guatemala, alla più lunga, ma proprio alla più lunga...”. Monsignor Zinato sottolineò: “Eh, voialtri là...”. Non si è meravigliato dell’affermazione. Era quello a cui volevamo arrivare; fa parte del piano diabolico! E ha aggiunto: “Qui, in Italia siamo tanto restii perché c'è la questione del celibato: dare a uomini sposati il diaconato significa che un domani anche i preti potrebbero chiedere il matrimonio. Ci siamo fermati per questo!”. "Eh! - ha detto monsignor Luna - Ma questi non sono sposati: hanno i voti perpetui, adesso!". "Sì, è vero, ma... Comunque - ha detto - per questi la questione è già superata per voi... Anzi sono ben lieto che succeda così!". Sicché sembra naturalissimala realtà dei diaconi in America Latina: monsignor Luna ha chiesto a Roma di ordinare cinque diaconi... 11 novembre 1966AUTOBIOGRAFIA
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