RVI,1
1. La persona di don Ottorino e le intuizioni originarie La Pia Società San Gaetano ha origine dal carisma dato al servo del Signore, don Ottorino Zanon. Nato in Vicenza il 9 agosto 1915 e cresciuto in una famiglia modesta, provata dalla sofferenza e illuminata dalla fede, il giovane Ottorino, nella guarigione straordinaria concessa dalla Vergine alla mamma, vide la conferma della sua chiamata ad essere prete. Formato nel seminario diocesano di Vicenza, manifestò un particolare interesse per il lavoro manuale e le attività tecniche. Fin da ragazzo coltivò nel cuore l'ideale missionario e da chierico ebbe l'intuizione di come deve essere il prete autentico: un apostolo che vive integralmente il vangelo, che sente “l'ansia” di amare Cristo e di farlo conoscere e amare da tutti, e, per questo, si dona totalmente a Dio e ai fratelli con fede e in fraterna unità con gli altri apostoli. Fu ordinato prete il 26 maggio 1940. Nella sua breve esperienza in una parrocchia della Diocesi, intuì il rinnovamento che avrebbero portato nell'azione pastorale due figure di apostolo, con vocazioni distinte e complementari e in stretta collaborazione: il prete e l'assistente (poi diacono).CONGREGAZIONE carisma
CONGREGAZIONE fondatore
CONGREGAZIONE storia
APOSTOLO vocazione
SACERDOZIO prete, sacerdote
APOSTOLO missione
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
PAROLA DI DIO Vangelo
APOSTOLO F.A.
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2. La prima scelta apostolica: i giovani come “ultimi” da formare attraverso il lavoro Nel primo anno di presbiterato, nella parrocchia di Araceli, don Ottorino fu colpito dai problemi dei baraccati alla periferia di Vicenza. Guidato da Dio attraverso circostanze straordinarie, e sostenuto dalla sua grande fiducia nella Provvidenza, don Ottorino nella sua ansia apostolica si dedicò ai giovani, per arrivare alle famiglie e a tutti, e cominciò col raccogliere ragazzi orfani e abbandonati per formarli cristianamente e dare loro un posto nella società attraverso il lavoro. Ricevuta la benedizione del Vescovo Rodolfi, il 24 maggio 1941, festa di Maria Ausiliatrice, iniziò l'Opera con l'Istituto San Gaetano, dove si educavano professionalmente i giovani, ispirandosi al motto: «Con Cristo nel cuore, nella famiglia, nel lavoro». Ben presto fu affiancato da don Aldo De Antoni e da altri collaboratori. Questa prima scelta apostolica ha contribuito al delinearsi delle figure del prete e dell'assistente sul piano di una diaconia rivolta alle necessità dei poveri da promuovere attraverso il lavoro e ha maturato nella nascente Congregazione lo spirito diaconale di carità e la sensibilità alle realtà umane.PROVVIDENZA
PASTORALE giovani
CHIESA Vescovo
SLOGANS
RVI,3
3. La seconda scelta apostolica: la formazione dei ministri Fin dagli inizi don Ottorino si dedicò alla preparazione dei futuri apostoli dell'Opera e, all'interno dell'Istituto San Gaetano, costituì ben presto il “Gruppo dell'Immacolata” per formare giovani alla vita religiosa e apostolica come preti e assistenti (poi diaconi), raccolti dal 1945 in apposita casa presso l'Istituto e, dal 1952, nella Casa dell'Immacolata. Li educava a una forte unione con Dio, alla donazione totale, all'amicizia fraterna con Gesù, alla devozione filiale a Maria, alla vita di comunità nella carità, semplicità e gioia, a un “fuoco apostolico” universale, coltivando insieme le virtù umane della sincerità, dell'equilibrio, della cordialità e della laboriosità. Tutto ciò in un clima di famiglia, di ricerca costante della volontà di Dio, di fiducia nella Provvidenza e di accoglienza positiva del progresso umano.FORMAZIONE
GESÙ
amico
MARIA devozione a ...
APOSTOLO F.A.
VOLONTÀ
di DIO ricerca della...
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4. La figura di don Ottorino e i punti focali della sua spiritualità In questa opera educativa erano decisivi la persona di don Ottorino e il suo stile di vita. Nella sua personalità era presente l'animo presbiterale e diaconale insieme. Egli mostrava in sé l'unione vitale di un'attività intensa e di una profonda interiorità; uomo di grande fede, era attento alle persone, sapeva suscitare collaboratori promuovendone le capacità e facendoli partecipi dello stesso ideale; manifestava un'aperta serenità e cordialità e una viva attenzione ai segni dei tempi, ai quali cercava di rispondere con forte coraggio, libertà e fiducia nella Provvidenza. In coerenza con il suo comportamento, la sua parola semplice e incisiva insisteva su un'idea dominante: fare la volontà di Dio come Gesù, il Figlio suo, che accettò di farsi uomo e si offrì alla morte di croce per salvare gli uomini, guidati da Maria e sull'esempio della famiglia di Nazaret, che compì con amore e in unità la volontà del Padre nella vita quotidiana. Egli paragonava il progetto di salvezza a un immenso mosaico nel quale l'amore del Padre assegna a ciascuno il suo compito insostituibile e in armonia con quello di tutti gli altri. Attraverso la ricerca comunitaria delineava una figura di apostolo umanamente maturo che si dona totalmente a Dio ed è sempre preoccupato di essere come e dove il Signore lo vuole («Sono al mio posto?») e che, incontrandosi ogni giorno con Cristo («Parlane a Lui»), sente il bisogno di farlo conoscere e amare da tutti («L'apostolo deve dare»), edificando l’”Unità nella Carità”. In sintesi voleva un religioso che fosse: «Uomo, uomo di Dio, apostolo».DOTI UMANE personalità
APOSTOLO uomo di Dio
APOSTOLO vita interiore
VOLONTÀ
di DIO
MARIA maestra, guida
DIO piano di salvezza
DIO Padre
APOSTOLO
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5. La terza scelta apostolica: la pastorale ministeriale e missionaria Dopo il riconoscimento ufficiale della Congregazione da parte della Chiesa, avvenuto la festa di Natale del 1961, don Ottorino avviò le prime esperienze direttamente pastorali dei suoi religiosi in Italia (a Crotone nel 1963, a Monterotondo nel 1966 e all'Isolotto di Firenze nel 1969) e, seguendo il suo impulso missionario, in America Latina (in Guatemala nel 1966, in Brasile e in Argentina nel 1967). Negli stessi anni (1964-66) consolidò l'iniziativa degli Amici e Collaboratori, che partecipano allo spirito della Famiglia testimoniando la carità nel loro ambiente e offrendo il loro contributo spirituale e materiale per la realizzazione della missione della Congregazione. Avrebbe voluto raggiungere tutti gli uomini della terra e, constatando lo squilibrio tra l'abbondanza di clero di alcune zone del mondo e la scarsità di altre, presentava l'immagine dei vasi comunicanti per illustrare la disponibilità della Congregazione per il servizio nelle chiese bisognose. Nella determinazione dei luoghi, egli si lasciò guidare attraverso le circostanze, nelle quali riconosceva la mano paterna di Dio, e nello stesso tempo scegliendo parrocchie e zone con scarsità di clero o con situazioni difficili, preferibilmente in ambiente operaio o di povertà; inoltre egli si preoccupò di inviare sempre una comunità in cui ci fossero preti e “assistenti”, per i quali si prospettava il diaconato, aiutandoli con suggerimenti e cercando sussidi e tecniche per il loro apostolato. Seguì con particolare interesse il ripristino nella Chiesa del diaconato permanente, che vedeva corrispondere al suo sogno, e dopo la conclusione del Concilio Vaticano II volle e ottenne per i suoi religiosi “assistenti” questo ministero ordinato: il 22 gennaio 1969 ci fu l'ordinazione dei primi sette diaconi permanenti della Congregazione, la quale maturava così la sua fisionomia pastorale, ministeriale e missionaria. Nel 1970 cercò una parrocchia alla periferia di Vicenza (Laghetto), per collegare il cammino formativo al servizio pastorale parrocchiale.PASTORALE
MISSIONI
CONGREGAZIONE amici
CONGREGAZIONE missione
PASTORALE parrocchia
DIACONATO
CHIESA Concilio
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6. La fisionomia definitiva della Congregazione Nell'ultimo periodo della sua vita, don Ottorino, fedele all'impulso dello Spirito e in sintonia con il Concilio Vaticano II e gli orientamenti del magistero ordinario della Chiesa, continuò nel suo impegno a delineare sempre più chiaramente la fisionomia definitiva della Congregazione e ad elaborare il suo programma apostolico: comunità religiose di preti e diaconi permanenti uniti nella carità, che si inseriscono nelle chiese particolari con preferenza per le più bisognose, e che suscitano e guidano comunità ecclesiali al fine di portare gli uomini ad amare Dio con tutto il cuore, a santificare il lavoro quotidiano e a mettere i doni ricevuti a servizio degli altri, in particolare dei poveri, testimoniando così che si può essere apostoli efficaci vivendo secondo il vangelo la vita religiosa pastorale. Fu una ricerca faticosa e don Ottorino per primo incontrò ostacoli e incomprensioni. Egli stesso diceva che «è la croce che segna il cammino delle opere di Dio». Egli «tornò alla casa del Padre» per tragico incidente stradale il 14 settembre 1972, festa dell'Esaltazione della santa Croce, ripetendo: «Gesù, ti amo!». Lasciava alla Congregazione il compito di continuare con fedeltà dinamica il cammino tracciato: contribuire al progetto divino di fare di tutti gli uomini la famiglia dei figli di Dio.DIO Spirito Santo
CONGREGAZIONE fondatore
COMUNITÀ
unità
nella carità
DIO amore a Dio
PASTORALE
