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RESPONSABILITÀ PERSONALE PERCHÉ LA CONGREGAZIONE SIA FEDELE AI PROGETTI DI DIO

MO3 [30-05-1964]

30 maggio 1964

MO3,1 [30-05-1964]

1.Tornando da Crotone, quando l'aereo s'è alzato da Roma (come già in altra circostanza a piccoli gruppi mi sono espresso) è successo che improvvisamente ci siamo trovati in mezzo alle nuvole, in mezzo a forti correnti di vento. L'aereo s'è alzato molto di più, ed è apparsa la scritta: "Allacciare le cinghie". Ha cominciato un po' a ballare; visto che il pilota scherzava e rideva con un suo amico... "Dunque il pericolo - ho detto - non c'è".
Però ho pensato un pochino a Giona, in quel momento; ho pensato alla famosa nave, e ho detto: "Se fossimo veramente in pericolo, e se in questo momento si dovesse trarre la sorte per gettare giù uno, sarebbe un salto piuttosto... "Ho guardato giù... un salto piuttosto alto... toccasse proprio a me? Ho cercato un pochino di pensare allora, fino a Forlì, a me stesso, e ho detto: "Non meriterei forse un pochino di essere gettato dalla nave?". Avevo fatto veramente fino a questo momento quello che voleva il Signore, giorno per giorno, ora per ora? Mi sono sforzato realmente di predicare quello che voleva Dio, di dire, dire ai Confratelli quello che il Signore mi manifestava? Vedete, cari fratelli, questa sera, io voglio proprio raffigurare, come abbiamo detto tante volte, la nostra Famiglia religiosa a un aereo, a una nave. E bisogna stasera, un pochino che facciamo un po' di esame di coscienza assieme e ci domandiamo: "Veramente, va bene la nave? E se non va bene, forse è causa mia per cui non va bene?". Ecco, la risposta alla prima domanda ve la do io.

MO3,2 [30-05-1964]

2.Veramente la Congregazione, cioè questo gruppo di Religiosi che il Signore ha scelto, ai quali il Signore ha affidato una missione che deve poi continuare; questo gruppo di anime, che oggi è un piccolo manipolo, e che domani dovrà divenire un esercito, questo gruppo di eroi, di apostoli, hanno veramente il colore voluto da Dio? Io e voi, abbiamo veramente quel colore spirituale che Dio desidera da me e da voi? In altre parole, stiamo veramente navigando come Dio, Dio, fin dall'eternità ha sognato, desiderato, voluto che navigasse questa Congregazione?
Vedete, la responsabilità è grande, eh? In noi individui, è grande per le anime che noi dovremo avvicinare, è grande per quelli che saranno domani i continuatori dell'opera nostra nella Congregazione. Se Ignazio di Loyola, se Francesco Saverio e i loro compagni, non avessero corrisposto alla chiamata di Dio, voi capite chiaramente, cari fratelli, che sarebbe successo questo, che non avremmo avuto nei Gesuiti quel timbro che Dio desiderava dalla Compagnia di Gesù. Ora, se io devo dire una parola così, da papà, mi pare che forse non siamo arrivati ancora, non siamo arrivati a quella tonalità spirituale dove il Signore desidera che arrivino i membri della Pia Società. E cominciamo con un piccolo esame.

MO3,3 [30-05-1964]

3.Vedete, tante volte vi ho detto che dovremmo essere uomini di duemila anni fa e del duemila: è chiaro che dobbiamo essere del duemila, ma è altrettanto "conditio sine qua non" che dobbiamo essere di duemila anni fa.
Non dobbiamo, fratelli, ecco qui l'errore, l'errore nostro, non dobbiamo confrontarci con il mondo di oggi! Non possiamo prendere spunti da libri o da persone! Dobbiamo prendere in mano il Vangelo, dobbiamo prendere in mano Dio, cioè, in altre parole, metterci in contatto con Dio, per sentire che cosa il Signore vuole da noi. Non possiamo andare a consultare biblioteche o rovesciare archivi, quello forse che senza volerlo voi state facendo! Dovete soltanto inginocchiarvi dinanzi all'Altare e dire al Signore: "Loquere, Domine! Ecco, parla, Signore, il tuo servo ti ascolta!". Pesate le parole: "Il tuo servo, non il tuo padrone, non il tuo avversario; il tuo servo ti ascolta! Signore, dimmi cosa vuoi da me, e io lo farò, qualunque cosa Tu mi abbia da domandare, Signore, con il tuo aiuto, con la tua forza, io lo farò!".

MO3,4 [30-05-1964]

4.Vedete, la prima cosa che sentirete rivoltavi dal Signore sarà questa: "Cerca di amarmi con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze". Non è possibile che sia voce di Dio, se non sentite prima di tutto queste parole. Guardate che questo è il Cristianesimo. Io devo sentire dentro di me una voce che mi dice: "Ama, ama con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze".
Ogni mattina noi lo recitiamo al Signore: "Mio Dio, io ti amo con tutto il cuore". Ogni mattina, dopo la santa comunione, lo dite, lo diciamo insieme: "Dammi, o Signore, il tuo amore e la tua grazia, e sono ricco abbastanza". Perciò, a parole, lo diciamo noi che amiamo il Signore; a parole, lo esprimiamo, lo sappiamo dire. Ma realmente, fratelli miei, abbiamo questa preoccupazione di amare il Signore, ma di amarlo sul serio? E qui mettiamo la mano sulla piaga. Vedete, non chi dirà: "Signore, Signore". Non posso venir dire a voi che vi voglio bene, se a mezzogiorno non vi preparo da mangiare; non posso dire che vi voglio bene quando voi venite a domandarmi se per piacere vi dò i soldi per comprarvi i libri, e io invece vado in gita e consumo i soldi per un capriccio mio personale.

MO3,5 [30-05-1964]

5. Dio mi ama se faccio del bene a voi, se faccio a voi quello che posso fare. Io amo il Signore se faccio la volontà del Signore, se cerco di dire di sì al Signore, se, quando il Signore mi domanda qualche cosa, io sono pronto: "Signore, eccomi qui!". Se stabilisco tra me e il Signore questo rapporto: mio papà, io sono suo figlio, io devo fare quello che vuole Lui!

MO3,6 [30-05-1964]

6.Fratelli miei, siamo sinceri: non abbiamo fede! Noi crediamo di averla la fede, siamo pronti a giurare di avere la fede, ma non abbiamo fede perché , se avessimo fede, la nostra vita sarebbe imperniata sulla fede e non sul ragionamento, e non sulle stupidaggini umane.
Vedete, i primi cristiani a un dato momento vendevano tutto e seguivano Cristo. Noi abbiamo abbandonato tutto, almeno sulla carta, abbiamo scritto su quel pezzo di carta: "Faccio voto di povertà, castità ed obbedienza...", ma forse non siamo ancora arrivati a capire realmente che cosa significhi essere tutti interamente del Signore, cosa significhi, quanto grande grazia il Signore ci abbia fatta chiamandoci dietro a Lui, e che cosa voglia dire realmente essere interamente del Signore. Vedete, fratelli, io sto constatando questo, un pochino, tra noi: che forse non siamo capaci di vedere nelle piccole cose la volontà del Signore.

MO3,7 [30-05-1964]

7.Per esempio, nel Regolamento.
Voi, ditemi la verità, quando andate in chiesa, e vi trovate a tu per tu con Lui, domandate perdono a Lui: "Signore, durante lo studio sono stato cattivo, ho chiacchierato. Tu desideravi che facessi silenzio e invece ho parlato. Signore; dico che ti amo, ma poi vedi quanto cattivo che sono!"? Era, per esempio, l'altra sera, l'altra sera, poi ieri sera ho trovato i due amici qua, li ho trovati alle undici e mezza lì, a basso. "Ehi, come mai?". "Eh, ci siamo persi via!". Ma come è concepibile in una Famiglia Religiosa una cosa di questo genere qui? Se è stabilito che alle dieci e mezza bisogna essere a letto, come, come si può andare a letto alle dieci e trentun minuti?

MO3,8 [30-05-1964]

8.E allora è naturale, è naturale, si sente il peso dell'obbedienza, si dice che l'obbedienza è una cosa inconcepibile, si arriva persino a dire quello che logicamente il mondo continua a dire, che l'obbedienza è una cosa tale che si può rassomigliare al "dare il cervello all'ammasso"! Cose che sono state dette qui nella Casa dell'Immacolata, cose che mi hanno spinto questa sera a dire quello che sto per dire.
Quando un Religioso arriva a dire queste parole o qualche cosa di simile, o non ha capito niente di cristianesimo e di vita religiosa, ovvero in quel momento, per trattarlo bene, era fuori dai sensi, il che vuol dire, o era ubriaco o aveva qualche ruotina che non girava. Ma se Nostro Signore Gesù Cristo, quando è venuto in terra e si è messo in mano alla Madonna, e si è messo in mano a San Giuseppe, e si è messo in mano, vero, agli uomini, persino ai suoi persecutori, quando faceva la volontà di Dio e si lasciava condurre da una parte e dall'altra, e da un editto e da, so io, da una circostanza, forse che ha messo il suo cervello all'ammasso?

MO3,9 [30-05-1964]

9.Non capite, fratelli miei, che non abbiamo capito l'essenza della donazione, della immolazione? Dio mi ha creato libero, io faccio l'immolazione della mia libertà: "Padre, voglio mettermi nelle tue mani. Da questo momento io voglio fare tutto quello che vuoi Tu. Da questo momento io muoio, ma dalla mia morte nascerà un altro uomo, un figlio tuo, un Religioso tuo, un ministro tuo, un ufficiale tuo. Io agirò nel nome tuo!". Non è perdere la personalità, non è perdere, fratelli miei, qualche cosa di noi stessi; è aumentare!
Quando io al mattino prendo in mano un pezzo di pane e dico: "Hoc est enim corpus meum", io non perdo la mia personalità perché presto la mia persona al Cristo; io non perdo me stesso, non lo perdo! In quel momento dico: "Hoc est enim", e presto me stesso a Lui.

MO3,10 [30-05-1964]

10.Il Religioso ha prestato se stesso a Dio, e quando agisce, agisce nella sua grandezza, inserito nel Cristo !
Figlioli miei, figlioli miei, quanto meschini siamo allora quando ci perdiamo, ci perdiamo e umanizziamo la nostra vita! Come fa compassione, per esempio, vedere, come diceva bene il nostro caro don Guido questa sera in chiesa: "Sa, ci si perde per il vestito, per la politica, per i capelli, per vere stupidaggini".

MO3,11 [30-05-1964]

11.Come si sta male quando dai un ordine, e lo ripeti una o due volte, e lo fai ripetere poi per altra strada, e lo fai, e soffri perché vedi che quel giovane non obbedisce, e soffri e patisci e piangi dinanzi all'altare, e dici: "Ma perché quel giovane non capisce?". Come vedi insomma che non ha capito che bisogna fare la volontà del Signore, e invece quell'altro si ferma, si ferma a quell'uomo che ha comandato, e giudica e dice: "Ma insomma, non è giusto, non si dovrebbe fare così, non ci si prepara più bene alla vita apostolica..." Ma, insomma... non ha capito niente!".
Scusate se sono un po' duro nel dire queste cose, ma, vedete... e allora ne nasce logicamente che uno si sente autosufficiente.

MO3,12 [30-05-1964]

12.E allora ne nasce di conseguenza che non si frequenta la direzione spirituale, per esempio. Ma come è possibile che un giovane di diciassette, diciotto, venti, venticinque anni, si senta autosufficiente, che per mesi e mesi non segua il Direttore spirituale? E ci sono! E ci sono! Qui dentro, e ci sono stati!"... La direzione spirituale, tanto so anch'io cosa devo fare!". Ma come è possibile che tu ti senta sicuro? "Ma sì, son sicuro!"...
Noi, dico, siamo cresciuti con la mentalità che sarà del secolo scorso, ma, anche a cinquant'anni sentiamo il bisogno di andare dal nostro Padre Spirituale, sentiamo il bisogno di consigliarci, di domandare, di sentire: "Cosa ne dice Padre? Cosa ne dici tu, confratello?". Anche se matematicamente sappiamo che lui ci dirà che due più due fa quattro. Ma abbiamo paura che capiti, su cento volte, quell'unica volta che noi sbagliamo. Ma se non altro, perché, perché, per sottomettere, per non fare la mia volontà, per fare quella di Dio! Ah, fratelli miei, questi sono gli uomini che il Signore attende. Con questi uomini si può sconvolgere il mondo. Senza questi uomini, ricordatevi che la Congregazione è destinata a fallire, e molto presto a fallire!

MO3,13 [30-05-1964]

13.Vedete, a me fa male il cuore vedere che il Signore, per portare un esempio meccanico, vorrebbe un po' che la Congregazione fosse come una punta di diamante che deve perforare questo mondo che è attaccato alla materia, che si è staccato da Dio. Tu vedi fuori, anche giù, a Crotone, da una parte all'altra, gente che è sitibonda di Dio, come un campo di granoturco che desidera acqua. Tu vedi qualche volta d'estate "sto granoturco là, se dise in dialetto, el sigola, no? el sigola, ghe manca acqua", è sitibondo di acqua.
E la Congregazione ha avuto questa vocazione dal Dio, di essere come l'acqua a un campo di granoturco pieno di sete, di essere come una punta di diamante, come una punta di widia che deve perforare, e invece minacciamo, fratelli miei, perché si va avanti così un po', scusate, alla carlona, minacciamo di divenire una punta stemperata, una delle tante punte che fanno un po' di rumore, come il "travicello" che piove nell'acqua, un po' di bordello e poi tutto è finito. Vedete, vorrei dire che uno dei motivi per cui si è arrivati un pochino a questo punto, cioè a essere travolti dall'idea esterna del mondo... Oggi, nel mondo, voi capite: desiderio del piacere, desiderio della soddisfazione, libertà, chiedete la libertà, no? E siamo un pochino stravolti anche noi. Avete una scusante: che siete travolti.

MO3,14 [30-05-1964]

14.Beh, uno dei motivi per cui siamo stati travolti, vorrei dire che è questo: manca lo spirito di sacrificio, manca lo spirito, vero spirito evangelico.
Mi permetto di leggere alcune frasi dell'Imitazione di Cristo. E' vero che qualcuno va dicendo che sono libri sorpassati, ma io non sarei di questo parere. "Tieni per certo che tu devi vincere morendo a te stesso, e quanto più uno muore a se stesso tanto più comincia a vivere per Iddio". Dunque: “tieni per certo che devi vivere morendo a te stesso, e quanto più uno muore a se stesso, tanto più comincia a vivere per Iddio!”. Dunque io devo cercare di morire a me stesso. Possiamo proprio dire, quando si sentono certe frasi, che sia la preoccupazione prima, per amore di Dio, di morire a se stessi? Quando, per esempio, tu senti dire che un insegnante, che un... si lamenta perché, sa, c'è una mentalità, c'è una mentalità. Si può dire proprio che nella Casa nostra oggi tutti siete preoccupati di morire? Cosa ne dici, don Guido? Trovi questa preoccupazione? "Nessuno è atto a comprendere le cose celesti - attenti la parola 'nessuno' - se prima non si sia assoggettato a soffrire per amore di Cristo le avversità".

MO3,15 [30-05-1964]

15.Sicché se io non mi assoggetto per amore di Cristo a soffrire le avversità, assolutamente non posso comprendere le cose celesti. Sicché, se voi non accettate di soffrire per amore di Cristo, è inutile, le cose celesti non le comprenderete mai. E allora è inutile che io vi parli di certe cose, che vi parli dell'amore di Dio, che vi parli della necessità di fare la volontà di Dio. Bisognerebbe ripetere una frase un po' troppo forte del santo Vangelo: "Non licet proicere margaritas..." Puntini!
Guardate che questo è cristianesimo! "Nulla è più accetto a Dio, nulla è per te più salutare in questo mondo che patire volentieri per Cristo. Se a te spettasse la scelta, dovresti desiderare di soffrire per Cristo anziché di essere allietato da molte consolazioni, rendendoti così più simile a Cristo e più conforme a tutti i Santi".

MO3,16 [30-05-1964]

16.Se tu dovessi scegliere, tu dovresti scegliere l'umiliazione. Se tu dovessi scegliere, la malattia. Se dovessi scegliere, patire, per salvare. Se dipendesse da te la scelta, quello ti scelgo! Ma, scusate, i nostri fratelli i Santi hanno salvato così! E non contenti di patire quello che il Signore mandava, andavano in cerca di patimenti. Ecco li vedi che si flagellano, ecco li vedi che digiunano, e tu vedi che dormono sulle tavole, tu vedi insomma che vanno in cerca di sofferenza. O son matti loro, o siamo fuori strada noi.
"Poiché il merito nostro e il profitto del nostro stato, non consiste nelle molte dolcezze e consolazioni, bensì piuttosto nel sopportare grandi traversie e pene. Se per la salvezza degli uomini ci fosse stato qualcosa di meglio e di più utile della sofferenza, Cristo certamente ce lo avrebbe indicato con la parola e con l'esempio".

MO3,17 [30-05-1964]

17.E invece il Signore non ha trovato altro di più utile che la sofferenza e ai suoi Apostoli ha annunciato chiaramente che dovranno soffrire, che dovranno patire.
E allora, sentite, fratelli miei. Perché, perché in una Famiglia Religiosa dobbiamo avere sempre delle donnicciole che vanno avanti bene finché il Signore dà qualche cosa di dolce, che vanno avanti bene finché c'è una temperatura media? Comincia il fresco: "Sono stanco!". Comincia il caldo: non ne possono più! Cominciano un pochino le difficoltà della scuola, cominciano le tentazioni un po' più forti in primavera: "Ah, mah mah mah, non mi sento più, sa, non mi sento più". Fratelli miei! Fratelli miei! Quello che manca allora è, qui, una capacità a soffrire! Beati coloro che sono cresciuti da piccoli in mezzo alle bufere. Quante volte noi diciamo, quando passando in rassegna i piccoli e diciamo qualcuno che è o orfano o in mezzo a sofferenze e ha passato i primi anni... diciamo: "Ah, qui c'è da sperare perché si è abituato a patire!". Ma quanto più bello sarebbe uno che, anche non essendo stato abituato da piccolo a patire, avesse cominciato ad abituarsi a patire per amore di Uno che è morto per lui. Lo so, amici miei, può darsi che il Giona sia don Ottorino, caro don Piero. E allora vi prego, se sono io che impedisco il volo, pregate il Signore che mi butti giù dall'apparecchio. Ve lo dico sul serio, ve lo dico sinceramente, da papà, sapete. Può darsi che sia proprio chi vi parla colui che impedisce questo volo.

MO3,18 [30-05-1964]

18.Io so dove il Signore ci aspetta, io so cosa vorrebbe il Signore: vi vorrebbe impregnati dello spirito degli Apostoli; vi vorrebbe come quei tali che rinchiusi là in attesa di essere uccisi per amore del Cristo cantavano gioiosi; vi vorrebbe come Ignazio che diceva: "Sono frumento e desidero di essere macinato dai denti dei leoni". Vi vorrebbe, vi vorrebbe come gli Apostoli, gioiosi dopo di aver preso le bastonate; vi vorrebbe come i missionari, i nostri cari fratelli che sono andati in Africa, o in altra parte, contenti di patire, di soffrire pur di salvare le anime.
Così vi vuole il Signore! Non posso, fratelli miei, io dirvi cose diverse da queste, non posso dirvi che nella Congregazione gli elementi devono essere diversi da questi. Questi uomini, impregnati di questo spirito, viventi per il Cristo, desiderosi di soffrire, desiderosi solo di fare la volontà del Padre come Cristo voleva fare la volontà del Padre, inseriti nel mondo moderno, capaci - se volete - anche di mettersi a cavallo di un missile e di andare attraverso il globo. Questi sono gli uomini che convertiranno gli uomini di oggi!

MO3,19 [30-05-1964]

19.Non si può togliere lo spirito evangelico. Bisogna che abbiano assolutamente lo spirito evangelico e che siano preparati per il mondo di oggi. Mentre c'è la preoccupazione di essere preparati per il mondo di oggi sbagliando anche forma, perché tra l'altro credete - come dite voi - di essere preparati per il mondo di oggi, e v'accorgerete domani che non siete per niente preparati per il mondo di oggi, vi accorgerete che balbetterete nel mondo di oggi.
E quello che vi dico allora è questo, che la lingua che si crederebbe fosse parlata dagli uomini di oggi non è quella che andate dicendo voi che sentite dire in mezzo ai vostri amici. Voi state parlando ancora della pila di Volta, mentre abbiamo già la televisione, e vi preoccupate di sapere come funziona la pila. "Perché, sa, domani, domani..." Ma non vedete che fate compassione! Vi accorgerete domani che gli altri sono arrivati alla televisione, e voi, e voi sarete ancora alla pila, soltanto che vi mancherà poi l'essenza, i soldi per comprarla. Scusate, sono un po' duro, sapete, questa sera.

MO3,20 [30-05-1964]

20.Ma tornando a quello che dicevo, può darsi che la colpa, e senza può darsi, sia di chi vi parla. E allora, pregate per piacere, che se ci vuole uno buttato fuori, sia il responsabile e non siano gli altri. Guardate, al Signore l'ho detto tante volte sapete: non buttato fuori per dire: "Parti, e va in Paradiso"; che mi dia pure le sofferenze che vuole, quello che vuole. Se ci vuole uno che paghi, il Signore mi darà la forza.
Non posso dirvi che cosa ho detto perché c'è questo strumentaccio qui davanti, e non voglio che resti. Ma vi dico, vi dico sul serio, ho detto delle cose forse un po' pazzesche al Signore. Ma sono disposto ad accettarle, purché io possa in qualche modo riparare se per caso casualmente, come può darsi che sia, sono io la causa per cui non siamo arrivati a questo spirito. Però, io vi raccomanderei: chi è riuscito a capire queste cose, cerchi di aiutarmi, per piacere. Questa sera non vorrei io che vi gettaste a scoraggiamenti. No! Sono stati in due a peccare, Giuda e Pietro: l'uno è andato ad impiccarsi, l'altro è uscito, s'è messo a piangere, ed è rimasto il capo della Chiesa, ed è santo, e che santo!

MO3,21 [30-05-1964]

21.Ora, vedete, una constatazione fatta così fraternamente, dire sinceramente: "Io non sono vissuto finora col desiderio unico di amare il Signore, di fare la sua volontà, col desiderio intimo di soffrire, non ho accettato questo programma meraviglioso, non mi sono sforzato di viverlo". Questo, dire questo non è sufficiente. Scoraggiarsi perché si è fatto questo, non si è fatto questo, non è da cristiani!
Siamo stati chiamati, siamo qua perché siamo stati chiamati, cerchiamo di essere coerenti alla chiamata, cioè alla vocazione nostra, corrispondere alla vocazione nostra e cerchiamo da questo momento di fare un passo avanti. Vedete, noi dobbiamo, per conto mio, continuare quella missione grandiosa che Cristo ha svolto sopra la terra, e cioè...

MO3,22 [30-05-1964]

22.Ho qui due righe... Permettete che ve le legga: "Gesù non cerca ciarlatani o cantastorie, ma immagini vive riproducenti la sua persona che continuino la sua opera di lode, di testimonianza, di oblazione e di evangelizzazione".
Questo dovremmo essere noi, queste immagini: Cristo che passa a Crotone, Cristo che passa domani in Africa, in America Latina, in qualche altra parte. Cristo primo, Cristo che continua a lodare, che continua a rendere testimonianza col compiere la volontà del Padre, che continua la sua oblazione col sacrificio e l'evangelizzazione.

MO3,23 [30-05-1964]

23.Vedete, questo sarà possibile se noi ci getteremo tra le braccia della Madonna. Siamo alla fine del mese di maggio, siamo nell'anno che per la Congregazione vogliamo che sia l'anno mariano. Domandiamo alla Mamma che ci aiuti; chiediamo alla Madonna... Guardate... Mia mamma a Lourdes ha chiesto la guarigione.
Permettete che io chieda la trasformazione alla Madonna, di me e di voi, proprio questa sera. Domani mattina celebrerò la Messa per questo, perché la Madonna ci ottenga questa trasformazione, che la Madonna ci ottenga lo Spirito Santo, quello Spirito Santo che ci dia la grazia di conoscere, di capire queste cose, di sentire queste cose, di vivere queste cose. Guardate che è necessaria questa cosa. Domani faremo il Consiglio, e al Consiglio io riprenderò questo tema. A qualunque costo bisogna portare la Congregazione su questa linea, a rischio di fare una epurazione, a rischio di domandare la sospensione dalla Santa Sede dei voti perpetui di tutti i presenti, incominciando da me. Vi dico, questa è la linea voluta da Dio. Da questo punto, se questa notte non muoio, io non posso retrocedere. AMEN!