Il sesto ed ultimo viaggio di don Ottorino in America Latina, accompagnato anche da don Aldo nelle ultime settimane, si realizzò dal 14 marzo al 29 aprile 1972, limitandosi a visitare la Comunità del Brasile e dell’Argentina
Di ritorno dall’America Latina don Ottorino e don Aldo avrebbero dovuto fermarsi qualche giorno a Monterotondo (Roma), e invece anticiparono il ritorno a Vicenza, giungendo in tempo per assistere don Lorenzo Centomo che improvvisamente si aggravò e morì la domenica 30 aprile 1972
L’assistente Giorgio Pieropan è il primo religioso defunto della Congregazione, morto a 23 anni il 12.11.1966 in un incidente stradale di ritorno da Roma dove aveva accompagnato i primi missionari in partenza per il Guatemala. Lino Zuin, giovane chierico padovano di 25 anni, ospite per un periodo nella Casa dell'Immacolata, era morto il 18.1.1969 in un tragico incidente mentre stava giocando in cortile, qualche giorno prima dell'ordinazione dei primi diaconi permanenti della Congregazione.
MI371,1 [7-5-1972]
1 Non c'è il tempo materiale, né è il momento opportuno per fare una cronaca del nostro viaggio. Vi dico soltanto questo: fisicamente siamo tornati sani e abbiamo fatto un buon viaggio. Di solito le mamme chiedono se si è fatto un buon viaggio: è stato buono, ci siamo spostati da una nazione all'altra. Partiti dall'Italia con la neve siamo arrivati dopo poche ore in America in maniche di camicia e abbiamo raccolto i grappoli d'uva; vi porto questo esempio, tanto per capirci. Poi siamo tornati appena in tempo per assistere il nostro confratello che stava per morire. Dovevamo tornare domenica sera e invece domenica non c'era posto in aereo, per cui abbiamo anticipato l'arrivo a Vicenza e così ho potuto dare io stesso l'olio santo al nostro caro Lorenzo, che abbiamo sepolto pochi giorni fa... giovane figlio che è vissuto con noi per quattordici anni e che ora si trova in cielo dove è andato ad aggiungersi agli altri due fratelli che abbiamo, il nostro caro Giorgio e Lino, che certamente continuano la loro missione dal Paradiso e che noi sentiamo tanto e tanto vicini.CONGREGAZIONE storia
AUTOBIOGRAFIA viaggi
CONGREGAZIONE Case della Congregazione
Don Pietro Martinello, della Comunità del Chaco (Argentina), che don Ottorino familiarmente chiama “padre Pedro” in spagnolo, era venuto in Italia d’urgenza per la morte della madre. Poi si era trattenuto qualche settimana, e la prima domenica di maggio aveva parlato durante la Messa agli Amici e ai familiari
Don Gianni Rizzi è stato fra i primi quattro che partirono nel novembre 1966 per il Guatemala e all’epoca era il superiore della Comunità.
Il riferimento è al breve trattenimento che i giovani avevano preparato e offerto in sala accademica per i genitori in occasione della festa della mamma.
MI371,2 [7-5-1972]
2 È difficile dirvi adesso come abbiamo trovato i nostri missionari e che cosa stanno facendo. Penso che è sufficiente ricordare le parole del nostro caro padre Pedro in chiesa: lui vi ha già detto che stanno bene, che lavorano e che sono contenti. Pensate a padre Pedro, e sappiate che dal Guatemala in giù sono tutti così. C'è qui anche la mamma di don Gianni che è stata in Guatemala: proprio la mamma ha voluto andare a vedere e a trovare suo figlio, e potrebbe confermare anche lei fino in fondo. Sono contenti e gioiosi, perché amano il Signore e amano i loro fratelli, e vedono anche il frutto del loro lavoro.Una cosa mi ha fatto impressione, e questo vorrei dirvelo in mezzo minuto o in un minuto. Là mi sono trovato con una persona che mi ha fermato e mi ha detto: «Mi dica un po’ in forma confidenziale: dove avete trovato, voi, questi uomini? dove li avete trovati?». Sarebbe stato necessario che avessi potuto portare questa persona nelle vostre case, nelle vostre famiglie, perché sempre da una pianta di zucca si raccolgono zucche, da un fico fichi, e dalle nostre buone famiglie vengono fuori buoni papà, buone mamme e tanti figlioli consacrati al Signore. Per questo è proprio giusto inserire questa riflessione in quello che hanno voluto fare i vostri figlioli per festeggiare le mamme, ringraziando il Signore perché ci sono ancora delle buone e sante famiglie, dove il Signore sceglie i suoi ministri, i suoi sacerdoti, i suoi diaconi. Ringraziamo veramente Dio perché abbiamo trovato questi giovani che fanno bene; ma noi dobbiamo guardare più lontano, vedere che essi sono stati coltivati bene e che i primi a corrispondere alla grazia sono stati i nostri genitori.CONGREGAZIONE storia
MISSIONI
CONGREGAZIONE appartenenza
FAMIGLIA
Don Luigi Furlato si trovava all’epoca a Resende in Brasile per sostituire don Luigi Mecenero nella parrocchia di Paraiso, finché questi frequentava un corso di approfondimento teologico e pastorale a Roma. Probabilmente don Luigi Mecenero era presente a Vicenza quel giorno, per la festa della mamma, e don Ottorino si rivolge a lui subito dopo.
Don Ottorino nomina località legate a Resende (Brasile), dove aveva sede la Comunità religiosa: le cappelle sono i piccoli centri della periferia o della montagna, Paraiso il rione centrale e la sede della parrocchia, il Patronato la casa dove all'epoca viveva la Comunità con un gruppo di ragazzi orfani e le strutture per la scuola professionale, Porto Real un centro abitato prevalentemente da immigrati italiani.
Don Luciano Gallinaro faceva parte della Comunità di Resende da qualche anno, come pure l’assistente Pietro Simonetto che era il responsabile del laboratorio di falegnameria del Patronato “Lar dos meninos”.
Il venerdì, che per i cristiani ricorda la passione di Gesù, era stato scelto come giorno di unione fra la Congregazione e gli Amici, con l’impegno di un ricordo speciale nella preghiera e l’offerta del lavoro e di qualche particolare sacrificio gli uni per gli altri.
MI371,3 [7-5-1972]
3 Voi potreste anche domandare: «E la gente come li considera, come li tratta?».Abbiamo assistito in Brasile, prima che venisse don Aldo, alla festa che hanno fatto i nostri cari cristiani in onore di don Luigi Furlato per il suo compleanno: è durata una settimana. Don Luigi dovette recarsi in ogni cappella dove la chiesa era sempre piena di gente: tre o quattrocento persone. È stato anche a Paraiso - non è vero, don Luigi? - ove si riunirono quattrocento o cinquecento persone: la chiesa era veramente piena di gente. Si celebrò la Messa e poi, in canonica, una delegazione gli presentò gli auguri con una torta che, vi assicuro, sarebbe bastata per tutti noi: grande, con una sola candela, perché non hanno voluto mettervi trentotto candele per i trentott’anni che egli compiva, e, spenta la luce, don Luigi dovette spegnere la candela. La torta, poi, è durata una settimana per il Patronato, per gli orfani e i ragazzi. Qualche giorno dopo, a Porto Real, c’è stata un'altra festa.Finita quella settimana, è seguito il compleanno di don Luciano Gallinaro, e allora ci son state altre feste per don Luciano, tant'è vero che Pietro Simonetto ha detto: «Sarebbe il caso che ci dessimo il turno: ogni settimana uno e avremo torte per tutto il tempo dell'anno!».Un'altra attestazione di affetto l'ho vista nel Chaco argentino, a Presidencia Roque Sáenz Peña, quando il nostro caro padre Pedro è venuto in Italia d'urgenza per la morte della mamma. Padre Pedro, il sacerdote che ha celebrato la Messa, è venuto in Italia per questo. Dopo la sua partenza la gente veniva a domandare: «Allora, come sta la mamma?». Quando ha sentito che era morta, ho visto molte persone piangere per la morte di lei. «È morta?». «Sì». E quelle buone mamme venivano vicino e piangevano. Poi hanno trasmesso la notizia per radio, annunciando che ci sarebbe stata una Messa di suffragio per la mamma e preghiere per padre Pedro perché il Signore avesse da assisterlo. Sono venuti da tutte le parti della città per questa Messa, offerta in suffragio della mamma. Vi assicuro che ho visto una vera e propria famiglia.Concludendo: noi sentiamo - dico noi perché mi metto con tutti i fratelli che sono là come don Pietro, e con quelli che stanno lavorando all'Istituto, a Crotone, a Roma, perché è tutta una missione - il dovere di ringraziarvi a nome di tutti, come ha detto padre Pedro. Continuate a sostenerci, specialmente con la preghiera e il sacrificio. Il venerdì è un giorno sacro per noi, è un giorno di famiglia: noi preghiamo per voi e voi pregate per noi. Noi confidiamo, sia per le vocazioni, sia per l'assistenza ai missionari, nel sacrificio delle mamme, dei papà, in quell'ora di lavoro, in quel momento offerto al Signore.Il Signore Gesù può ancora fare miracoli nella Chiesa di Dio in questi momenti tanto difficili, ma li farà - ricordatevi - attraverso la fede. Abbiate fede e il vostro sacrificio non andrà perduto. Quei momenti di tristezza, che voi offrirete al Signore, saranno il più bel sacrificio che voi potrete portare sull'altare per la diffusione del regno di Dio.CONGREGAZIONE storia
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