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LA PERSONALITÀ RICHIEDE PROFONDITÀ E SPIRITUALITÀ

Il testo registrato inizia a conferenza già avviata, per cui è impossibile individuare i temi trattati precedentemente.

MI44 [19-12-1965]

19 dicembre 1965 Siamo d'accordo?

Don Guido Massignan, direttore della Casa dell’Immacolata, era stato ordinato sacerdote il 26 giugno del 1960.

L’allusione non è del tutto chiara, ma si riferisce al fatto che l’assistente Giuseppe Filippi era un tecnico scrupoloso, addetto ai calcoli delle case prefabbricate che venivano costruite dai Religiosi della Casa dell’Immacolata, ed era noto per la sua prudenziale tendenza ad abbondare nelle misure.

MI44,1 [19-12-1965]

1.Ora permettete una osservazione in merito al problema delle riviste. Voi potete prendere in mano anche dieci riviste, farvi bravi di una frase che cogliete in esse e spifferare sentenze partendo da riviste che non hanno niente a che fare con le linee maestre della Congregazione. Il pericolo è che vi diano una cultura come quella di una mamma che viene qui a dire: "I bambini devono essere trattati...", ma poi non è nemmeno capace di prendere il bambino e di pulirgli il sederino. Anche a noi potrebbe capitare quello che succede a una brava professoressa in puericultura che parla meravigliosamente e che in pratica non sa neppure pulire un bambino. Potrebbe capitare la stessissima cosa in altro campo.
Se don Ottorino vi dice questo, figlioli cari, è perché ha venticinque anni di sacerdozio alle spalle e perché, prima di essere prete, il Signore lo ha messo in condizione di conoscere tante cose. Don Guido che è prete da qualche anno, da cinque anni mi sembra, non le conosce ancora. Io sono stato messo in una situazione particolare dalla Provvidenza che mi ha fatto vedere tante cose, che mi ha messo a contatto di tante esperienze. Capireste tante cose se voi vedeste il mondo come lo vede don Ottorino, e vedeste specialmente la vera medaglia anche del mondo clericale, del nostro mondo. C’è tanta differenza tra il dire e il fare: il dire è una bella cosa, mentre il fare è un'altra. E capite chiaramente che non posso dire tutto, che non è conveniente perché c'è il segreto della confessione in mezzo o per un motivo o per un altro. Tante volte, in certe situazioni, posso sembrare un po' estremista, ma ricordatevi la storia dei famosi bulloni di cui parlava Filippi.

DOTI UMANE cultura

CONGREGAZIONE

ESEMPI testimonianza

AUTOBIOGRAFIA

SACERDOZIO

PROVVIDENZA

MONDO

Don Mario Baron Toaldo era già sacerdote e, all’epoca, frequentava la facoltà di filosofia presso l’Università di Padova. Per la carente registrazione iniziale non si è in grado di capire che cosa don Mario abbia comunicato.

Don Ottorino interpella dapprima l’assistente Vinicio Picco, che era membro del Consiglio generale della Congregazione, e poi don Guido Massignan, che era segretario generale, e allude al suo prossimo viaggio in America Latina.

L’allusione potrebbe essere sia a Giuseppe Biasio come a Zeno Daniele, ambedue presenti alla conferenza e ambedue entrati nella Casa dell’Immacolata dopo aver conseguito il diploma di ragioniere.

“Piangere con coloro che piangono” (Rom 12,15).

MI44,2 [19-12-1965]

2.Sarò tranquillo solamente quando vedrò in voi la base dell'uomo di Dio, dell’uomo che adora, che per Iddio è pronto a dare la vita, che nel prossimo vede Cristo e che ha la fede di Cristo di giorno e di notte, che ha la sete delle anime e che piange sapendo che ci sono delle anime in peccato mortale, e che piange, sì, che piange sapendo che ci sono anime che non sono in grazia di Dio. A volte leggendo il giornale c’è la notizia di cinque morti, di dieci morti: dovremmo sentire la preoccupazione per queste anime sapendo quanto valgono per Dio. Questa è la cosa che mi colpisce l'anima quando vedo sciagure e sento parlare di aeroplani caduti con tanti morti. Avete detto una "requiem aeternam" per quei morti? Avete pregato per quelle povere vite: "Signore, abbi pietà di quei quaranta fratelli che sono morti!"? Vorrei domandarvi, vorrei chiedervi se immediatamente vi elevate con il pensiero nella preghiera: "Cristo, quaranta anime; Cristo, quattro anime; Cristo, abbi pietà di queste anime!" quando sentite queste notizie nel giornale, nella radio.
Se non sentite continuamente questo, tutta la scienza dei libri non vale niente, vale niente! Voi diventerete un domani quelli che sanno, che conoscono, che dicono le cose di Dio, ma che allo stesso tempo uniscono quelle nozioni con il peccato mortale, uniscono il peccato mortale con la Messa, il peccato mortale con il sacrilegio. Posso assicurarvi che ho visto tanti di questi casi: non uno, tanti! E se io grido, e grido forte, è perché temo. La cosa che ha detto don Mario è giusta, ma ricordatevi che dovete essere uomini di Dio, uomini che agiscono continuamente in contemplazione di Dio e pronti a giudicare tutto sotto il prisma di Dio. Sbaglio, signore? Ed è consigliere! E tu, don Guido? E siamo in tre, e tre del Consiglio. Guarda, don Guido, che posso morire anche stasera, ma posso morire anche in America: ho il terrore che dalla nostra casa escano soltanto dei teologi che conoscono le cose e non le fanno. È ora di finirla, è ora che scendiamo da questo tono, e che ci mettiamo in mezzo al popolo, che gli vogliamo bene, che sentiamo che sono fratelli, che siamo pronti ad alzarci di notte per dare il nostro cibo ai poveri, che sentano che siamo fratelli, e che non ci limitiamo soltanto a predicare: "Guarda che cosa meravigliosa, guarda...". Tu accenni a quella sera in cui una signora disse: "Perché lei ha la pancia piena!". Non è così, signor ragioniere ? Finora il prete era quello che stava meglio nella parrocchia; a un dato momento, però, deve saper "flere cum flentibus" , e la gente deve sentire che il prete le dà ragione a costo anche della morte, a costo dell’annientamento. Di questo, figlioli, vi prego a viso aperto, a pagina aperta.

APOSTOLO uomo di Dio

CARITÀ

amore al prossimo

APOSTOLO salvezza delle anime

NOVISSIMI morte

PREGHIERA

SOCIETÀ

avvenimenti

DOTI UMANE cultura

PECCATO

PREGHIERA contemplazione

CONGREGAZIONE Consiglio

CONGREGAZIONE spiritualità

PASTORALE

PASTORALE poveri

CARITÀ

APOSTOLO predicazione

PASTORALE parrocchia

Don Ottorino scherza rivolgendosi ai suoi giovani con titoli altisonanti, e poi nomina don Mario Baron Toaldo e don Pietro Martinello che erano già sacerdoti.

Forse nel testo registrato don Ottorino fa notare la differenza di pronuncia.

MI44,3 [19-12-1965]

3.Allora possiamo partire? Partiamo...
Vorrei anzitutto domandare un consiglio, prima di dirlo agli altri: domando ai filosofi, ai fisici, ai chimici e ingegneri se è giusta la mia definizione. È una definizione un po' popolare, sai Mario, tu, don Pietro: la giuria è fatta da loro tre. Si tratta di dare una definizione sulla personalità. Si sente parlare spesso di personalità con espressioni simili: "La mia personalità... Bisogna sviluppare la personalità... Bisogna sviluppare la personalità nella vita, bisogna...". Mi sono chiesto, da povero prete del secolo scorso: "I ragazzi, che parlano tanto di personalità, hanno il vero senso della personalità, sviluppano la loro personalità?". Da qualche ragionamento che ho sentito portandomi qua e là, anche se posso sbagliare nel giudicare, ho avuto l'impressione che si intenda per personalità quell’infarinatura di sapere di qualche uomo di campagna che leggeva un romanzo e dopo cominciava in osteria a spifferare sentenze, dicendo che l'arciprete sbagliava a dire che Cristo è morto sopra il monte Calvario perché è morto sopra il Golgota. "Il prete ha detto...". "Il prete? A me sembra che bisogna che anche voi in chiesa vi aggiorniate un pochino perché dite sempre le stesse cose. Io ho letto, ho studiato, e non è giusto quello che dite sempre, cioè che il Signore è morto sul monte Calvario". "E dove è morto, caro?". "È morto sul monte Golgota". Aveva letto il libro "Il Martire del Golgota" e allora pensava di sapere tutto sul Vangelo. Dopo ha sbagliato a leggere il titolo e invece di Golgota diceva Golgota, Golgota, Golgota, e per lui quello che c'era nel libro, anche i particolari, era Vangelo, mentre quello che diceva il parroco non era Vangelo.

DOTI UMANE personalità

AUTOBIOGRAFIA

DOTI UMANE cultura

PASTORALE parroco

L'assistente Giuseppe Filippi era particolarmente dotato per le materie scientifiche e per la matematica, aveva già ottenuto il diploma di perito elettrotecnico e stava frequentando la facoltà di ingegneria presso l’Università di Padova.

Il professor Mario Bolfe era stato insegnante di filosofia nel seminario vescovile per tanti anni.

MI44,4 [19-12-1965]

4.Ho l'impressione che tante volte si crede di avere una personalità sviluppata quando si conosce un po' di tutto, si ha un'infarinatura generale. Il professore di matematica può essere profondo in matematica, ma per quanto profondo sia si accorge ad un dato momento che una calcolatrice elettronica fa più presto di lui; più avanti va e più si accorge di essere ignorante, più si trova ignorante. Un professore di fisica si accorge di essere ignorante, perché uno che veramente studia si accorge che è ignorante: studia sempre di più e si accorge di essere ignorante, di non essere capace di abbracciare tutta la materia. Dico male, Filippi? Più uno approfondisce lo studio di una materia, più diventa umile perché dice: "Di tante materie ne ho scelto una sola e mi sono impegnato ad approfondirla. Ma ad un dato momento ho dovuto scegliere un ramo solo di quella materia perché era impossibile abbracciarla tutta, e ora mi accorgo che riesco a sviluppare soltanto un po’ di quel ramo". Lui ce la mette tutta, ma il vero sapiente è umile perché si accorge quanto piccoli siamo davanti al tutto.
Ora la mia impressione è questa: uno crede di avere sviluppato la sua personalità quando possiede qualche informazione su tutto. Per conto mio, invece, quella è superficialità, non personalità, pur essendo necessario, un domani, per un apostolo essere informato. L’informazione è una cosa messa sopra, è il colore, non la sostanza. Don Mario, dico male? Con la scusa che sono ragazzi giovani si dà troppa importanza al bisogno di conoscere, e a un dato momento si minaccia di mettere sopra ad una persona una quantità di cose tali che non fanno l'uomo, non fanno l'apostolo. Un domani è senz’altro utile che don Mario, laureato in filosofia, conosca e legga anche la Gazzetta dello Sport perché la sua scuola divenga un po' fiorita, perché sappia portare esempi di attualità. Un domani, caro Filippi, mentre stai facendo una lezione di fisica è giusto che tu ti attacchi a questo, a quello; mi sembra giusto e anche bello. Ricordo il professor Bolfe come un esempio meraviglioso: era profondo in medicina, era profondo in fisica, era profondo in scienze, per cui le sue lezioni di filosofia erano fiorite di attualità. Era bellissima questa ricchezza di sapere, ma tu vedevi sotto il prete, il filosofo che si coltivava. Non si può quindi prendere le informazioni che sono alla superficie, senza la base solida della scienza.

DOTI UMANE personalità

DOTI UMANE studio

VIRTÙ

umiltà

VIRTÙ

sapienza

APOSTOLO

DOTI UMANE aggiornamento

APOSTOLO uomo

Probabilmente don Ottorino usava qualche appunto appositamente preparato per la conferenza.

Alcide De Gasperi (1881-1954) fu un grande statista italiano di estrazione cattolica. Nacque a Pieve Tesino (TN) quando il Trentino era sotto la dominazione austriaca, per cui iniziò l’attività politica presso il parlamento di Vienna. In seguito fu deputato del Partito Popolare Italiano e si oppose decisamente al regime fascista di Mussolini. Fu segretario della Democrazia Cristiana e presidente del Consiglio dal 1945 al 1953.

Il testo registrato è disturbato nella parte finale, che risulta quindi di difficile comprensione. Don Ottorino, ad ogni modo, ribadisce i concetti sopra esposti e poi parla di progetti di animazione vocazionale.

MI44,5 [19-12-1965]

5.Dopo questa premessa leggiamo la definizione di personalità che trovo qui scritta; ho detto che non è filosofica, ma forse un poco fanciullesca. Vi prego di dirmi se non va bene, perché non vorrei trasmettere qualche idea sbagliata.
"Mostra personalità colui che in ogni circostanza della vita lascia umile, ma concreto segno della propria signorilità, virilità, spiritualità". Posso sbagliare, ma porto un esempio pratico. Quando da ragazzo sono entrato in seminario, mons. Veronesi era morto da parecchi anni, però lo sentivi ancora presente. L'aria stessa parlava di mons. Veronesi; sentivi che in tutti aveva scolpito qualcosa. Era passato un rettore signore, virile e santo. Don Guido è andato a confessare a Sandrigo e ha trovato una parrocchia di tono elevato, e l’ha detto apertamente all’arciprete. Don Scudella allora ha esclamato: "Sono passati in questa parrocchia uomini eccezionali come mons. Gasparotto e mons. Arena". Cos'erano? Erano signori, anche se avevano qualche difetto sul quale si passa sopra. Erano uomini di Dio, erano uomini e uomini di Dio, e hanno lasciato un segno tale che tutta la parrocchia ancora ne risente. Se in un certo ambiente politico passa un De Gasperi , ne resta il segno, tanto che adesso dicono: "Ci vorrebbe un De Gasperi; non abbiamo più uomini di quel timbro". Che cos'è? Aveva una forte personalità. E come l'aveva maturata questa personalità? Aveva idee chiare e precise, aveva coraggio perché si è presentato in piazza in una certa circostanza e sapete come si è presentato. Uno che è veramente signore, che è forte nel modo di agire, deciso nel modo di agire, per conto mio ha una spiritualità: quello lascia un'impronta. Rileggo la frase: "Mostra personalità colui che in ogni circostanza della vita lascia umile, ma concreto segno della propria signorilità, virilità e spiritualità"; cioè lascia il segno del suo passaggio, umile segno, ma segno. Domando: "Che cosa ne dite?".

DOTI UMANE personalità

DOTI UMANE

AUTOBIOGRAFIA seminario

ESEMPI santità

PASTORALE parrocchia