SAN PAOLO, APOSTOLO DI CRISTO, MODELLO DI OGNI APOSTOLO
MO112[30-11-1966]
MO112,1[30-11-1966]
1.Ave Maria...Regina Apostolorum...Quando un professore di ginnastica spiega un esercizio, qualcuno può capire e qualche altro non può capire. Ma a un dato momento il professore dice: "E adesso state attenti che lo eseguisco io". E quando lo eseguisce, anche gli altri per lo meno vedono che cosa il professore voleva dire.Mi pare che noi abbiamo intrapreso queste meditazioni questa mattina su San Paolo appunto perché Paolo ci fa un po' da professore che eseguisce gli esercizi un pochino; cioè, in altre parole, ci mostra come Gesù vuole i suoi cristiani. Prima di tutto ce lo mostra con la sua vita; poi ce lo mostra parlando alle varie comunità. Ed è appunto il tema che vorremmo svolgere quest'anno, come dicevamo questa mattina, avvicinandoci alla piccola comunità di Tessalonica, osservando da vicino e attraverso le parole di Paolo di vedere come possiamo attuare il cristianesimo noi oggi, in pieno secolo ventesimo.Abbiamo visto stamattina, tanto per riallacciarci, per coloro che non erano presenti, come il Signore Cristo Gesù si è introdotto violentemente nella vita di Paolo, proprio violentemente. È entrato Lui: Paolo tagliato in due; quasi come, troviamo in un'altra lettera di Paolo - mi pare che sia ai Corinti, adesso mi sfugge – mi pare quasi come una barca che cozza contro una montagna e improvvisamente ecco: una vita nuova, qualcosa di nuovo, no? Paolo tagliato in due: il vecchio muore, il tronco vecchio muore, e l'altra parte cade in un terreno meraviglioso e vegeta e diventa un gigante. Ecco, ho detto che non intendo fare una vita di San Paolo, qui, e neanche trattare tutto Paolo qui, e lo capiremo meglio attraverso le sue parole; ma almeno un piccolo sguardo lo dobbiamo pur dare a questo colosso per poter capire anche le sue parole.Prima di tutto, uno sguardo brevissimo a Paolo nemico di Cristo. Si è detto tante volte: "nemico di Cristo"; io direi "un buon nemico di Cristo", perché era un buon ebreo poveretto e viveva realmente da ebreo. Adesso facciamo presto noi dirlo, sa, scagliarci contro sto povero Paolo, o meglio questo Saulo. Pensate un momentino che adesso venissero qui e cominciassero a dirci che Gesù Cristo è un'impostore, cominciassero a dir male di Gesù, dir male della Chiesa... ma tu, “primo primi”, per un buon cristiano è una reazione, no? Lui, buon ebreo, educato profondamente nella religione ebraica, considera i cristiani come degli eretici e si scaglia con tutta la sua forza, vero, contro questi cristiani; vorrei dire con tutta la sua veemenza contro questi cristiani. E lui, "per amore della sua religione e del suo Dio, che riteneva minacciato dal cristianesimo, diventò persecutore dei cristiani". È da tener presente.Lo troviamo persecutore dei cristiani, ma lo troviamo persecutore per amore di Dio e per amore della sua religione. Infatti, dagli Atti, troviamo scritto: "Saulo devastava la Chiesa andando di casa in casa e, portando via uomini e donne, li faceva gettare in prigione" (Atti 8, 3). Era l'uomo dell'azione, no?Voi capite, un momentino: se io prendo una macchina potentissima e la metto qua in mezzo alle pozzanghere, a un dato momento... brooomm, va a finire dentro nell'Astichello; ma se questa macchina la metto in autostrada, una che abbia una ripresa potentissima, in un attimo insomma 150 Km all'ora.Ecco Paolo è uno di questi: quando ha imboccato la strada giusta, noi lo vediamo che diventa l'apostolo delle genti.
MO112,2[30-11-1966]
2.Doveva per forza incontrarsi con Cristo, non poteva non incontrarsi con Cristo un uomo retto di questo genere qui; anche se lo troviamo tra i persecutori.Qui, non mi dilungo, dico, a parlare di Paolo prima della sua conversione, ma voglio sottolineare un particolare. Guardate, Paolo comincia a perseguitare i cristiani proprio lì, a Gerusalemme, o meglio, continua la persecuzione che c'era a Gerusalemme. I cristiani perseguitati a Gerusalemme dov'è che vanno? Qualcuno si nasconde, qualcuno scappa via, no? Scappando via, cosa fanno? Finiscono per portare il cristianesimo nelle altre parti. Lo portano a Damasco, lo portano in Samaria, lo portano nelle altre parti. Ora, è una cosa importantissima questa da vedere: i piani di Dio, i piani di Dio. Quella che sembrerebbe una persecuzione... in questo primo momento, gli Apostoli sono ancora lì, ma i cristiani vanno loro a seminare la religione in giro nelle altre parti.Ecco, figlioli, io direi questo: abituiamoci proprio anche noi a vedere, anche nelle cose più rovescie, la mano di Dio, i disegni di Dio, i disegni di Dio. Guardate, il popolo ebreo preso, portato in Babilonia, ma intanto porta il Dio di Israele, lo porta là in Babilonia. Ricordatevi bene, insomma, che tutto è provvidenziale; vorrei dire, guardate, anche una marachella che facciamo, una mancanza che commettiamo, dopo d'esserci pentiti, può darsi che sia un motivo chissà di che conversione da parte nostra e da parte degli altri.Abituiamoci a vedere come vedevano le nostre buone mamme che non avevano neanche studiato teologia, ma pure questa teologia la capivano molto bene: "Non si muove foglia che Dio non voglia". Abituiamoci a vedere proprio la mano di Dio in tutte le cose, proprio in tutte le cose; in modo particolare noi nel campo apostolico.Adesso supponiamo andate là. Un bel giorno, sul più bello che una Comunità è impiantata nel Chaco, improvvisamente viene una tempesta e vi scacciano: Antonio da una parte, don Piero dall'altra, l'altro da st'altra. Amici, disastro? No. Se voi vi conservate veramente uomini di Dio, forse il Signore vuole che vi dividiate: voleva proprio tagliarvi in due per far venir fuori due comunità. È come vedete... un po' come un incendio, quando si brucia una casa: queste scintille che vanno di qua e di là e provocano degli altri incendi. Un bosco, si incendia un bosco: queste scintille che vanno e bisogna stare attenti perché provocano altri incendi.
MO112,3[30-11-1966]
3.Ecco, mi pare che qualcosa di simile è avvenuto lì, a Gerusalemme, con la persecuzione. Ma guardate che questo capita, vorrei dire, quasi sempre sul nostro cammino quando troviamo delle difficoltà. Prima, fratelli miei, di maledire coloro che sono la causa di queste difficoltà, che noi dobbiamo cercare di evitare, dobbiamo cercare di mettere olio, tutto quel che volete, andiamo piano perché non sappiamo che cosa voglia il Signore dirci o farci fare attraverso queste difficoltà. Cosa vi pare? Guardate che il Signore agirà, agirà certamente attraverso dei fattori esterni: attraverso un temporale, un fiume che si innalza ti ferma e ti costringe a star lì e a lavorare lì; ovvero tu sali in una barca, la barca viene trascinata dall'onda, vuol portarti in un altro posto.La storia della Chiesa, la storia sacra stessa ci parla continuamente di questi mezzi dei quali si è servito il Signore per portare la sua parola, per portare la verità in qualche parte. Ora, i primi dobbiamo essere noi a vedere questa mano di Dio, interpretare in forma soprannaturale le cose.Volevo solo sottolineare questo punto qui e passare al punto che deve essere oggetto della nostra meditazione questa sera.Paolo l’afferrato da Cristo
MO112,4[30-11-1966]
4.L'afferrato da Cristo. Eh, sì! Per fermare un Paolo non si può mica dire "invitato da Cristo"; un Paolo deve essere afferrato... Si direbbe in dialetto: "Ciapà pal stomego"; solo ciapà pal stomego Paolo se ferma, no?Per fermare certe automobilette dei bambini, basta mettere una monetina e si ferma l'automobile. Mons. Bortolotto, poveretto, aveva fatto il tram là in laboratorio di fisica in seminario; sa, qualcuno dei miei amici, tipo Spiandore, messo la monetina sotto nel binario; naturalmente, girando, perché in mezzo c'erano tutti mobili perciò non si vedeva, e il tram si è rovesciato... E mons. Bortolotto: "Scc carità. Sarà successo qualche scontro, qualche qua...", perché non vedeva arrivare il tram. Aveva impiegato 2-3 giornate per preparare le rotaie tutte intorno, no? "E insomma, il tram non arriva. Scc carità, cosa succede, cosa succede? Ah?". Va: "Uhh, disastri ferroviari!". Quando poi ha trovato la monetina: "Ah, non me l'aspettavo! Eh, non me l'aspettavo". Immaginarsi, qualcuno sotto i baffi, come sempre, a riderci sopra, no?Ecco, Paolo non si sarebbe certo fermato per una monetina così. Ci vuol ben altro per fermare Paolo: ci vuole addirittura il 'pugno' di Cristo per fermarlo sulla via di Damasco. A Damasco dunque, cosa meravigliosa, verso il 36 d.C. o 33 secondo altri, si dirigeva Saulo "ancora spirante minaccia e sterminio contro i discepoli del Signore". Par di vederlo. Ha sentito che a Damasco ci son cristiani: là bisogna prenderli, bisogna estirpare questa brutta razza, no, bisogna portarli in prigione, bisogna difendere la chiesa ebraica da questi uomini, bisogna... Mi par di vederlo tutto fuoco 'sto uomo per devastare, era andato, anche quella giovane e fiorente comunità. Sembrava un lupo avido di preda e di sangue! Eh, leggi gli Atti degli Apostoli: tu capisci subito se non sembrava un lupo. Non era certo un poeta, no? Anche se più tardi la sua mistica lo porta a essere poeta..."Ma il viaggio non era ancora terminato che il lupo che andava a predare fu predato da uno più forte di lui e diventò agnello mansueto. Bastarono pochi secondi perché nascesse in lui "l'uomo nuovo" e fosse per sempre sepolto "l'uomo vecchio". È lui che ne parla agli Efesini 4,22; e che ne parla ai Colossesi 3,9”.Pochi minuti, pochi secondi. Ecco, vedete, bisogna che ammettiamo però una cosa: che Cristo lo ha afferrato con la sua mano, ma lui si è lasciato afferrare.Guardate, quello che vi dicevo questa mattina: l'incontro con Cristo è un momento della vita che segna un cambiamento meraviglioso nella vita di un uomo; però guardate che nell'incontro di Cristo ci vuol sempre l'uomo che dica: "Signore, cosa devo fare? Dimmi cosa devo fare, e lo farò". E Paolo lo ha fatto. È vero che il Signore lo ha tenuto tre giorni cieco per paura che scappasse via, ma insomma l'ha fatto...Fratelli miei, guardate che questo incontro forse può essere prossimo per qualcuno di voi. Il famoso "sum ad hostium et pulso" di Cristo potrebbe essere per questa sera per qualcuno di voi; potrebbe essere l'incontro, la scoperta, una frase della Sacra Scrittura, con una parola di Paolo, con una parola di Giovanni, con una parola di Gesù, può essere una frase dell'Imitazione di Cristo. Guardate che è una scoperta improvvisa, ve l'assicuro: è una scoperta improvvisa.
MO112,5[30-11-1966]
5.Dicevo questa mattina: voi credevate, o meglio credete, di conoscere la luce e vi accorgete in quel momento che non conoscevate la luce. Però, dovete voi fare un passo in quel momento. Se non fate quel passo, sarà un lampo che passa. Se fate un passo, voi salterete in braccio al lampo e sarete portati dal lampo e resterete col lampo. Guardate che il passaggio di Cristo è come un lampo di luce; saltare in quel raggio vuol dire restare nel sole, non saltare in quel raggio vuol dire rimanere nelle tenebre, forse più di prima, perché si resta abbagliati. Spero che mi capiate. Passa Dio. "Timeo Dominum transeuntem", no? Passa Dio. Chissà quante volte è passato come un lampo e vi ha invitati a saltar sopra quel raggio. Figlioli, vi raccomando: aprite i vostri occhi e guardate quando il Signore passa. Ma guardate che quando passa, il Signore vuole uno strappo, netto, preciso; vuole il taglio in due; vuole la morte del troncone vecchio, “dell'uomo vecchio" e vuole piantare “l'uomo nuovo" su un terreno nuovo, che sembra terreno di morte, ma è terreno di vita, ma di vita meravigliosa. E questo è quello che è capitato per Paolo e che deve assolutamente capitare per ciascuno di noi."La sua vita prenderà sull'istante una corsa nettamente opposta ai progetti fino a quel momento accarezzati...".Paolo aveva i suoi progetti; se li era fatti secondo lui, ma secondo lui buoni, partendo da motivi buoni, logici; perché i progetti di Paolo non erano progetti contro coscienza; aveva fatto i suoi progetti secondo coscienza, li aveva sottoposti anche ai sacerdoti, perciò aveva dei progetti, umanamente parlando, saggi, firmati dall'autorità religiosa, no?Guardate che quando entra Cristo, la maggioranza delle volte ti fa cambiare completamente tutto, completamente tutto. Guardate le vite dei santi, e voi troverete degli uomini che sembravano fatti per fondare una Famiglia religiosa femminile e invece sono stati, vero, dei generali di soldati maschili. Tutto un'altra cosa, un'altra cosa. Il Signore ha i suoi piani. Può darsi che il piano che noi stiamo accarezzando dinanzi alla luce del Signore, col padre spirituale, coi nostri superiori, sia il piano di Dio; ma può darsi che non sia il piano di Dio.
MO112,6[30-11-1966]
6.Ecco Ignazio che sta preparandosi Francesco Saverio, e se l'era preparato da anni; e l'aveva là in curia generalizia, il suo braccio destro. Ed ecco improvvisamente il Signore gira i suoi piani: brooomm... Passa come un soffio di vento e te lo porta. Dove? Nel Chaco, eh? Nel Chaco! Figlioli, state attenti che se il Signore ha preso Francesco Xaverio e se l'è portato nelle Indie, non se l'è portato in villeggiatura nelle Indie; e Francesco Xaverio non è andato a far l'avventuriero nelle Indie, ma si è inserito in pieno nel piano che Dio aveva "ab aeterno" su lui e sulla Congregazione. È morto Francesco, il vecchio Francesco, i suoi piani, fatti forse a Parigi, fatti per istrada, fatti con Ignazio: "Faremo così... faremo questo, faremo quello... E la Compagnia la spingeremo così e colà...". È entrato Dio, l'ha preso e l'ha condotto Lui, e l'ha guidato Lui; ed è santo perché si è lasciato guidare da Dio.Guardate che è la stessa cosa: deve entrare in ciascuno di noi. È evidente che Dio non è andato contro Ignazio. No no... È stato proprio Ignazio a dire: "Mandiamo quello"; non è stata una cosa cercata umanamente da Francesco. Guardate che il piano che Dio ha su di voi la maggioranza delle volte sembrerà illogico a tutti, cominciando da Ignazio; sembrerà una cosa illogica: "Ma proprio mi, mi andare nelle Indie? Ma... ma... Io giovane? Io inesperto? Ma come farò?". Il Signore vuol fare le sue opere con gli uomini che vuole Lui.Non è andato a Tarso a prendere Paolo prima; è andato sulle rive del lago. Non è andato alla scuola di Gamaliele il Signore a prendere i migliori rabbini, no! È andato là a prendere i poveri pescatori. A suo tempo prenderà anche l'allievo di Gamaliele: se lo stava preparando. Non è andato Gesù in cerca: "Aspetta, devo andare a Tarso...", a base di discussioni. No no no no. Penserà al momento giusto Lui.Figlioli, o entrate in questo piano o non... Ma ci troveremo nella seconda meditazione per parlare di queste cose. Ho anticipato forse i tempi un pochino, ma cosa volete, portate pazienza: i vecchi son sempre distratti."Egli (Paolo) che costringeva i cristiani a bestemmiare il nome di Cristo predicherà da qui in avanti che 'solo per mezzo delle fede in quel nome si può ottenere il perdono dei peccati' (Atti 4,12)".Guardate che scherzi, no? Lui che insegnava ai cristiani: "Dovete bestemmiare! Dovete bestemmiare! Assolutamente. Non siete salvi... se no vi ammazzo...". Bene, proprio lui, lui... "Nella fede la salvezza sarà solo in quel nome..."."Egli che andava uccidendo i seguaci della nuova religione, sarà il più grande 'testimone' della fede cristiana e del suo messaggio di salvezza e non esiterà a farsi 'uccidere' per rendere anche più valida, in tal maniera la sua testimonianza".E qui comincia il bello. Già mangiati fuori venti minuti, pazienza.“La conversione di Paolo coincide...”.Portate pazienza: solo una paginetta, solo.“... con la sua vocazione all'apostolato. La seconda è una logica conseguenza della prima. Si converte Paolo. Convertito diviene apostolo. Si converte; la vocazione all'apostolato è una conseguenza logica alla fede”.Oh, figlioli miei!"Non si può vedere con i propri occhi Cristo, scoprirlo e sentirlo quale senso unico della storia, senza provare...”.Leggiamo queste due righe che ho scritto e poi le commentiamo.“... la passione consumante di urlare questa scoperta a tutti gli uomini, perché anche a loro si aprano 'gli occhi' e si convertano così 'dalle tenebre alla luce'".Quando Bernardetta Soubirous si è incontrata con la Madonna la prima volta, con la cuginetta e l'amica alle quali aveva detto tutto, ha detto: "Mi raccomando, - cioè alla sorella e alla cugina - mi raccomando, silenzio! Non state parlare! Un segreto nostro e non parliamo con nessuno". Ma durante le orazioni della sera Bernardetta si mette a piangere, all'Avemaria si mette a piangere... "Perché, ma cosa hai Bernardetta? Cos'hai Bernardetta?".È impossibile avere un contatto col Cielo e non mostrarlo esternamente. Guardate, io non so se voi abbiate avuto visioni, ma penso che se domani uno di voi dovesse vedere la Madonna o dovesse vedere il Signore, credo che sarebbe impossibile, impossibile per quest'uno non manifestare in qualche modo, e anche esternamente, quello che ha visto, quello che ha sentito; anche se non parla, anche se giura di non parlare, c'è un qualche cosa che manifesta agli altri che quell'uomo non è più lui, non è più lui. Non si può avere il contatto col soprannaturale senza venire presi dal soprannaturale. Guarda i piccoli di Fatima, guardate anche i santi quando hanno avuto contatti col Signore.Ora vedete, voi direte: questo avviene quando una creatura si incontra con una apparizione del Cristo. Io direi: questo avviene ancora di più quando una creatura si incontra nell'intimo col Cristo. Perché quando ha un'apparizione, quell'apparizione potrebbe essere anche di pochi minuti e superficiale; quando si incontra nell'intimo col Cristo, si può dire che a un dato momento succede quello che dice Paolo: "Vivo ego, iam non ego, vivit vere in me Christus"; a un dato momento siamo in due ma siamo in uno, siamo in due ma siamo in uno.
MO112,7[30-11-1966]
7.E allora non è più un istante di incontro col soprannaturale, ma è una permanenza del soprannaturale in noi. E quando noi viviamo intimamente congiunti col soprannaturale, con Cristo, e ci siamo totalmente donati a Lui, e non pensiamo che a Lui, che a far piacere a Lui e accontentare Lui, è impossibile, impossibile, non manifestarlo esternamente: è impossibile. E allora ne viene di conseguenza che quando io ho scoperto il Cristo e ho capito che tutto quello che è venuto prima del Cristo era in preparazione del Cristo, e quello che viene dopo fa parte del Cristo, perché in quanto che Cristo è il centro della storia... E tutto si ricapitolerà in Cristo; e io sento di essere l'amico di questo Cristo... Ah, è impossibile che io non entri in pieno nell'opera del Cristo, che è opera di salvezza universale. Figlioli, guardate che la conversione di Paolo coincide con la sua chiamata all'apostolato.Vedete, vedete, la Congregazione nostra non ha bisogno di dotti, non ha bisogno di gente che facciano dei grandi discorsi; ha bisogno di uomini che si incontrino con Cristo, che lo studino, che prendano in mano...Perciò scusate, se una mamma ha una lettera... Sentite, è morto Giorgio; supponiamo che Giorgio avesse scritto una lettera a sua mamma otto giorni prima di morire. Tu capisci che quella mamma consuma la lettera di Giorgio continuando a leggerla, no? Perché è l'ultima lettera di Giorgio, sono le parole di Giorgio alla mamma.Ora, se uno si incontra veramente con Cristo e vive nella unione con Cristo, finisce per consumare le opere che parlano di Cristo; finisce per cercare tutto quello che parla del suo Gesù, del suo Cristo, del suo Signore. E allora, l'Antico Testamento guarda come viene descritto il Cristo; il Vangelo, cosa che è successo a Lui; gli Atti degli Apostoli, come gli Apostoli sono andati a predicare di Lui; le lettere degli Apostoli....
MO112,8[30-11-1966]
8.Figlioli miei, bisogna entrare, entrare in questa spiritualità; e allora necessariamente tu diventerai un apostolo, necessariamente tu diventerai un conquistatore. Non è possibile che uno si incontri con Cristo e divenga un funzionario, divenga uno che dispensa sacramenti. È tremendo, sapete, è tremendo qualche volta girare per il mondo e vedere dei dispensatori di sacramenti, dei brontoloni dispensatori di sacramenti, della gente che dispensa qualche sacramento ma quasi quasi come fosse opera sua e perciò là... misurando, misurando: purchè non ci sia tanto da fare, tanto da soffrire. Figlioli miei, figlioli miei, guardate che i membri della Congregazione devono essere sitibondi di anime; ma questa sete di anime deve derivare da una unione intima col Signore, da un'intima unione con Lui, col nostro caro Amico.E allora, vedete, faccio un passo avanti: noi, se veramente ameremo Gesù, e con l'amore al Cristo nasce in noi l'amore all'apostolato, necessariamente nasce in noi - guardate la parola - vorrei dire la sete ardente di moltiplicare il nostro sacerdozio, la vita degli altri missionari. Cioè in altre parole, io mi sono donato a Cristo, sento il bisogno, il bisogno di portare Cristo in mezzo agli altri, cioè di essere apostolo; il primo apostolato è di scoprire altre vocazioni per poter moltiplicare le forze. Cioè, portare altre anime a incontrarsi completamente con Cristo e a divenire apostole: apostole nel campo dove si trovano. Non intendo dire diventare preti o diventare frati...
MO112,9[30-11-1966]
9.Vedete, vedete, si parla adesso di scoppi a catena, a reazione, no, scoppi a catena. Se tu mi dai uno di temperatura cento, non potrà far scoppiare supponiamo un proiettile che scoppierà a temperatura mille. Se tu mi dai uno che è a temperatura mille, non mi potrà far scoppiare quello a temperatura tremila.Ora, se tu mi dai un buon cristiano che fa apostolato, un buon cristiano un po' così... va bene, quello potrà fare dei buoni cristiani, ma non mi farà la reazione a catena. Se tu mi dai uno che è pieno di Cristo, che ha abbracciato totalmente Cristo, ma proprio totalmente, che ha ammazzato la parte vecchia, si è donato interamente dall'altra parte, e questa parte si è piantata in un terreno nuovo meraviglioso... questo tale, necessariamente, è apostolo: apostolo di duemila anni fa e del duemila; apostolo pieno di Cristo, che usa tutti i mezzi moderni per portare Cristo. Questo apostolo, avvicinando un'altra anima, la porta necessariamente alla stessa temperatura; e portandola alla stessa temperatura suscita in quell'anima la necessità di fare apostolato. In che modo? A seconda la vocazione di Dio. Apostolato: sarà una ragazza formarsi una famiglia, l'apostolato nell'ambiente dove si trova, l'ambiente della sua famiglia; sarà, per un ragazzo, l'apostolato nel suo ambiente di lavoro; sarà, per questo giovane, apostolato formarsi una famiglia e domani l'apostolato coi suoi figlioli; sarà nell'ambiente dell'Azione Cattolica. Sarà, per qualche ragazza, la vita religiosa; per qualche ragazzo, la vita religiosa... A seconda della vocazione di Dio.Qui non si tratta di toccare i piani di Dio; ognuno nel posto dove Dio, vero, lo vuole. Però, per suscitare queste vocazioni all'apostolato, è necessario che queste anime incontrino Cristo e abbraccino totalmente Cristo. Se noi non siamo capaci di suscitare in loro questo spirito, vuol dire che non siamo stati capaci di farle incontrare col Cristo. Andiamo più indietro: vuol dire che noi non ci siamo incontrati con Cristo.
MO112,10[30-11-1966]
10.Don Guido, sono forse illogico nel parlare? Don Piero? No, guardate, insisto su questo punto qui, ma proprio guardate è un papà che vi parla col cuore.Volete rivoluzionare il mondo? Il motivo per cui non si riesce a rivoluzionare il mondo, tanti preti e tanti frati, è perché non abbiamo il coraggio di dire noi di sì al Cristo; e allora ci accontentiamo di un cristianesimo che non è a temperatura giusta; finché non arriviamo a quella temperatura, non arriverà lo scoppio a catena. I comunisti nel loro campo sono arrivati, e vedi che razza di scoppio a catena. Noi che abbiamo la potenza dell'atomica, che potremo far saltare il mondo... guardate che noi siamo responsabili dinanzi a Dio, eh, siamo responsabili!Vi dico che ne ho incontrati pochi preti di questa temperatura; li puoi contare su una mano... E sì che ne ho incontrati migliaia di preti. Ora non è il caso di dire: "Ma don Ottorino, ma qua, ma là..."; tutti siamo chiamati qua, perché Cristo ci ha chiamati tutti a questa temperatura qui. Don Luigi Mecenero? E qui bisogna mica sperare... "Ma destra, sinistra...". Ognuno deve fare la sua parte. Vi torno a dire quello che ho detto in principio: passa Dio come un raggio di luce, bisogna saltargli addosso e accettarlo, e lasciarsi portare.Vedete... Concludo, mezz'ora è passata. Rileggo le ultime righe e leggo le ultime due frasi che ho scritto per la conclusione.È impossibile, dicevo prima che è impossibile incontrarsi con Cristo "senza provare la passione consumante". Guardate le parole le ho pesate. Quando ti incontri con Cristo hai la passione consumante, che ti consuma, di urlare, non di parlare, di "urlare questa scoperta a tutti gli uomini".Se non l'avete, esaminate voi stessi, se non avete questa passione consumante... No, no, qui non si tratta, sapete, di isterismi, no, no, qui si tratta di una roba da uomini, eh, intendiamoci bene... "Allora bisogna mettersi...". No, no, qui da uomini... Ma se non avete questa passione consumante di urlare a tutti gli uomini... Attenti le tre parti, no? "... perché anche a loro si aprano gli occhi e si convertano così dalle tenebre alla luce", guai a voi, figlioli, se non avete questa "passione consumante" di urlare.Perciò concludendo. È un gioco di parole che vi faccio infine; portate pazienza:è impossibile incontrarsi con Cristo e accettarlo e non essere apostoli. D'accordo?gioco numero due: è impossibile essere veri apostoli senza essersi incontrati con Cristo ed averlo accettato.30 novembre 1966