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SAN PAOLO INSEGNA AD OPERARE CON LA POTENZA DELLO SPIRITO

MO118[14-12-1966]

MO118,1[14-12-1966]

1.È stato detto da uno dei missionari tornati da Crotone che ieri mattina la meditazione è stata piuttosto "rumorosa", e ha disturbato qualcuno dei missionari, dei missionari ritornati da Crotone, che stava ancora dormendo e lo ha svegliato. Credo che questa mattina sarà meno rumorosa, salvo tentazioni... nel cammino.
Abbiamo fatto parecchia strada su questa benedetta lettera. Abbiamo visto che San Paolo ha ringraziato il Signore, San Paolo ha ringraziato i Tessalonicesi, San Paolo ha detto che: "Voi siete amati da Dio e siete eletti da Dio"; e siamo arrivati al capitoletto numero cinque, che dice così: "Perché il nostro Vangelo non vi fu annunziato soltanto con la parola, ma anche con potenza straordinaria, con l'effusione dello Spirito Santo, con piena sicurezza, e ben sapete come ci diportammo tra voi per vostro bene". Quando i nostri missionari usciranno dalla Casa dell'Immacolata, devono anche loro poter dire: “Noi non soltanto abbiamo annunciato e annunceremo il Vangelo con la nostra parola, ma, ma, attenti, "con potenza straordinaria, con l'effusione dello Spirito Santo, con piena sicurezza", diportandoci in mezzo agli uomini in modo che in noi possano vedere Cristo”. Sembra una cosa, così, da passarsi avanti in due parole, e invece forse sarà oggetto di meditazione.... Qui leggiamo il commento: "Fra i Tessalonicesi i tre missionari hanno operato 'con potenza'; hanno parlato non con parole vuote, bensì 'con effusione di Spirito e con piena sicurezza'. Perciò Paolo avrebbe potuto scrivere anche qui, come la prima lettera ai Corinti, capo secondo articolo quarto: 'La mia parola e la mia predicazione non si appoggiano sugli argomenti persuasivi della saggezza umana, bensì sulla efficacia dimostrativa dello Spirito e della potenza divina'". Figlioli, ... il proposito di non gridare, altrimenti don Luigi Mecenero si arrabbia. Guardate, e ve lo ripeto per l'ennesima volta: "La mia parola e la mia predicazione non si appoggiarono sugli argomenti persuasivi della saggezza umana...". Guardate che, oltre che predicare con l'esempio, dovete essere in comunicazione con Dio. La vostra vita deve essere il Vangelo vivo, il Vangelo vivo. Guardate che se non riuscite a mettervi in comunicazione con Dio, è impossibile la predicazione efficace.

MO118,2[14-12-1966]

2.Leggendo un certo libro, un certo libro di un certo sacerdote, quel sacerdote diceva, parlo di venticinque-trent'anni fa, quel sacerdote diceva, descrivendo le sue esperienze pastorali, che a un dato momento sentiva come una potenza, una potenza che lo investiva. Vedete, quando gli uomini di Dio, i profeti, parlavano nel nome del Signore, si raccoglievano in preghiera e poi venivano presi da Dio, dallo Spirito di Dio, ed erano poi inviati profeti: prima presi dallo Spirito di Dio. Vedete, in una tonalità minore, se volete sotto un certo punto di vista, ma guardate che anche l'apostolo di oggi deve essere preso dallo Spirito di Dio.
Se non viene preso... il profeta non preso dallo Spirito di Dio, non avrebbe parlato in nome di Dio: avrebbe parlato di cose buone di Dio, di cose belle di Dio; ma soltanto preso dallo Spirito di Dio il profeta parla in nome di Dio, allora possiamo dire "el profetizza". Ma guardate che altrimenti resterà un bravo predicatore, insomma, un bravo predicatore, un maestro, fin che volete, un rabbino, fin che volete; ma il vero profeta, il vero profeta: "Haec dicit Dominus, mi manda il Signore a dirvi queste cose"; il profeta parlava così soltanto quando veniva preso da Dio e Dio gli ispirava le cose da dire, no? Beh, ora vedete, alla vostra età forse non vi convincete di questo; ma quando coloro che hanno già cominciato un po' di ministero, devono... hanno già sperimentato forse questa cosa qui. Arriva il momento in cui tu sei preso da Dio, vorrei dire, con la stessa potenza, stessa potenza come venivano presi i profeti dell'Antico Testamento. Per cui tu senti, senti in certi momenti che non sei tu che parli, che non sei tu che agisci, che hai prestato la bocca a qualche altro, che hai prestato le tue mani a qualche altro, il tuo essere a qualche altro. Guardate che l'apostolo che non si mette in questo atteggiamento, di essere cioè strumento, strumento morto nelle mani di Dio, è un apostolo che non può fare quello che Dio vuole. Vedete, vedete, per arrivare a questo, torniamo al punto di partenza: bisogna che ci svestiamo completamente di noi stessi, bisogna che a un dato momento noi ci mettiamo dinanzi a Dio e che "non sentiamo il bisogno" delle amicizie umane, che non sentiamo il bisogno, che la nostra vita non sia appoggiata sulla parte umana. Quel famoso esame di coscienza che, vi ho detto più di una volta, sento il bisogno di fare, lo dobbiamo fare continuamente: "Signore, sarei disposto in questo momento ad abbandonare tutti, tutti quelli che conosco, tutti quelli che amo, e seguirti là, in una nazione dove nessuno mi conosce...?". Vi dico ancora di più: "Sarei disposto per amore tuo ad andare in mezzo a un deserto, dove non ci sono uomini, e vivere per tutta.... ancora quegli anni che Tu mi lascerai. in quel luogo, senza uomini, solo con te che non vedo, forse che ti allontani da me che mi lasci nell'oscurità? Dimmi, Signore, sarei disposto a questo? Se questa fosse la tua volontà: sì, Signore, sarei disposto a questo". Se non vi sentite dentro di voi di poter dire di sì, non siete atti, atti ad andare in mezzo agli uomini a rappresentare Cristo. Perché? Perché è facile che il vostro apostolato sia un apostolato umano, un apostolato funzionale, un apostolato pedagogico, un apostolato scientifico, ma non un apostolato soprannaturale, un apostolato che viene da Dio. Figlioli miei, ricordatevi, ricordatevi, dare da mangiare a cinquemila persone con tre pesci, con pochi pani, è una cosa soltanto che può fare Dio. Trasformare milioni e milioni di uomini e influire sulla volontà degli uomini, perché sono liberi, figlioli, sono liberi, non sono pecore da prendere con uno stratagemma qualunque e portarle dentro un camion e portarle via; non sono leoni che in qualche modo si possono cacciare; si tratta di uomini liberi, che possono dire dinanzi alla verità: "Video meliora proboque, sed non sequor". Sono uomini liberi, figlioli. Anche dinanzi ai più grandi e speciosi argomenti possono dire: "No, non sequor". E allora, dinanzi a questi uomini ci vuole qualche cosa di più: ci vuole la potenza di Dio. Solo la potenza di Dio può fermare questi uomini, può influire sulla volontà degli uomini. E se voi siete rivestiti di questa potenza di Dio potrete fare qualche cosa, ma se non siete, scusate la parola, invasi da questa potenza di Dio, ricordatevi, siete, siete come uno che parla dinanzi al microfono, ma manca la corrente. Avete osservato qualche volta, quando in cattedrale uno sta parlando... tutta la chiesa; improvvisamente manca la corrente, e vedi l'altro là che muove la bocca e non si sente più. Ecco, se voi siete pieni di Dio, siete invasi da Dio, voi parlate e la vostra voce si diffonde, colpisce; se no, è come un uomo che parla in un deserto dinanzi al microfono, ma dove manca la correte elettrica.

MO118,3[14-12-1966]

3.Paolo aveva capito queste cose. E difatti, eccolo qui cosa dice: "La mia parola e la mia predicazione - e guardate che è uno che avrebbe potuto parlare, mica è uno che abbia fatto la quinta elementare solo, uno che sapeva le cose, no? - non si appoggiano sugli argomenti umani - ha provato una volta con gli altri là all'Areopago e ha fatto fiasco, ha fatto una predichetta preparata così, filosoficamente bene, no? e ha fatto fiasco, perciò - non si appoggiano sugli argomenti persuasivi della sapienza umana". Guardate che è una dichiarazione paolina, eh? Dice chiaramente Paolo: guardate che io potrei anche farlo, ma quando io vado a predicare, quando predico, non mi faccio conto sulla potenza delle argomentazioni umane, della saggezza umana, della scienza umana, delle convinzioni umane: lo so, lo so che queste non valgono niente; valgono sì ed è bene saperle, ma non sono quelle che convertono, "bensì mi appoggio sull'efficacia dimostrativa dello Spirito e della potenza divina!".
È sulla potenza divina, figlioli, che si deve appoggiare il nostro apostolato! Ricordatevelo bene! Potete far a meno voi di dire: “Mandiamo al Chaco cinque ingegneri, quattro architetti, ventiquattro lustrascarpe”. No, figlioli, ricordatevi: è sulla potenza divina che si deve appoggiare la vostra... il vostro apostolato! "Non ho né oro né argento, ma in nomine Jesu Christi, surge et ambula!". Figlioli, lo so... "Guarda, tu sei in peccato, tu sei in peccato: alzati e cammina, alzati e cammina!". Figlioli, se volete entrare in questa corrente, bisogna che vi svestiate, giù! Vi ricordate... la farsa, no, la farsa? Faccio per tener sveglia la gente, se no si addormenta! Va ben, farsa: uno va alla visita militare e: "Cava el capelo! Zo la cana! Zo la jacheta! Zo ancora, zo zo; la camisa, zo ... zo ancora”. Ve ricordè la farsa? Te ricordito quella farsa famosa, i contava che nella visita militare bisogna cavarse zo... el gera restà con una scarpa sola. Zo! Fin che el se ga cavà zo tutto, no? L'andava a far la visita! Ebbene, guardate che la stessa cosa riguarda... riguardo a Dio: Zo zo zo le tò arie, zo zo zo... te te credi: "Ma io sono!". Ma lascia stare! Cosa vuoi essere? Un granellino di sabbia vicino a un granellino di sabbia, dinanzi all'Infinità! Io, quel famoso io: "Ma lei non sa chi sono io: ma io!". Lasciatelo stare questo Io, che sa puzza da cadavere, lasciatelo stare, lasciatelo stare! Io sono niente! Io sono miseria! Io sono un guastatore dell'opera di Dio! Io sono... “Se il Signore non mi tiene una mano sulla testa, prima di sera, dice san Filippo Neri, mi faccio turco”.

MO118,4[14-12-1966]

4.Figlioli miei, figlioli miei, cerchiamo di essere umili: prima cosa, spogliarci dei nostri giudizi; seconda cosa, metterci dinanzi a Dio e conoscere la nostra miseria; invece che guardare dinanzi al Signore cosa siamo e dire: "Signore, ti ringrazio perché, sai, io ho vent'anni, ho esperienza, ho conosciuto tante cose, ho letto tante cose...". Mettiamoci dinanzi a Dio, guardiamo i nostri peccati, figlioli. Anche avessimo commesso solo un peccato veniale durante la nostra vita, avremmo motivo di piangere: "Signore, Tu mi hai chiamato ad essere assistente, Tu mi hai chiamato ad essere prete, Tu mi vuoi tuo rappresentante in mezzo agli uomini, ed io, che cosa ho fatto io, Signore? Quella volta che ho detto la bugia, quella volta che sono stato distratto, quella volta...”. Figlioli, se non piangete qualche volta durante il mese, vi dico durante il mese per non dire durante il giorno, ricordatevi, non siete degni di essere apostoli! Lasciate questa Casa! Facciamo di più in dieci che piangono i propri peccati, che in mille che stanno là a pavoneggiarsi sui doni che hanno ricevuto da Dio e li hanno sciupati. È Dio che converte, figlioli, è Lui! E Lui vuole strumenti che conoscano la propria miseria e che si mettano docilmente, coscienziosamente nelle sue mani. "Gloria mea, alteri non dabo!", dice la Sacra Scrittura.
Figlioli, Paolo le sapeva queste cose, ed era convinto.

MO118,5[14-12-1966]

5."È il Signore stesso che attraverso le parole della predicazione pneumatica avvicina in modo immediato l'uditorio; si esperimenta la sua forza e si sente il soffio del suo Spirito".
È così che deve essere la predicazione, attraverso la tua parola... Guardate, io sento una differenza enorme tra quando parlo prima della Messa e dopo la Messa: io sento, prima della Messa, che mi manca qualche cosa: mi manca la luce, manca l'amore! Bisogna, insomma, ecco, è Lui che parla, è Lui che fa, è Lui che agisce. "E l'esperienza spirituale della presenza del Signore che agisce nella parola del suo inviato e si intravede dietro a costui, persuade più che tutti gli argomenti". Ricordate quello del vescovo del Pakistan, no?, del santo Curato d'Ars, questo domenicano, questo grande dottore, me l'ha detto lui, vi ricordate, ve l'ho ripetuto tante volte: "Sa, dice, sono andato subito a comperare le prediche del Santo Curato d'Ars perché, sa, in mezzo a quella gente, in mezzo a quella gente... E mi son messo a leggerle, e mi facevano ridere, veramente, veramente; e ho capito una cosa: in bocca del Santo Curato d'Ars convertivano, in bocca mia fanno ridere!". Il Santo Curato d'Ars che si rivolge con fede e certezza: "Fratelli, fratelli, figlioli, guardate che saremo giudicati da Dio. E saremo portati là, e se qualcuno di voi verrà dinanzi al Signore che mi dirà: bastona, e tu che sei stato parroco maledici quel tuo parrocchiano e mandalo all'inferno, e lo mandiamo all'inferno: maledicilo. Io, io devo maledire voi? Ma rendetevi conto!". Il Santo Curato d'Ars si mette a piangere: "Io, io devo maledire voi?". E piangevano tutti. Ah, ma perché? Perché era uno che credeva. E invece un altro: "Fratelli... L'inferno? Dunque continuiamo, l'inferno...". C'è un quid, capite, c'è un quid, che la gente intuisce; ma anche non intuisse la fede, la gente viene colpita perché è buono! "Ebbene, chi vuol udire la Parola di Dio nella predicazione dei suoi messaggeri, non deve cercare la sapienza mondana e neppure la profondità del senso e dei pensieri...".

MO118,6[14-12-1966]

6.Guardate che è tremendo, eh? Se tu vai per sentire un bel discorso, per divertirti, per sentire qualche cosa che ti soddisfi l'orecchio... il "periodo"... parlando italiano, i "periodi," eccetera eccetera, .... va’, va’, va’ a sentire quella predica, va’! Se vuoi sentire Dio, va’ in cerca del Santo Curato d'Ars! Tu dirai, Toni che te me vardi, e perché non lo mandiamo a sentire San Tommaso? No ghe n'è pochi San Tommaso zà, no ghe n'è pochi San Tommaso! Perché è facile che uno che ha tanta intelligenza crede di essere lui, e allora manca l'umiltà e casca il palco: solo per questo, sai! Perciò io ringrazio nostro Signore de aver pochi talenti... perché, chissà, a un dato momento credarìa de essere sta' mi a far qualcosa. Tutte le volte che me accorzo de esser gnocco, ringrazio el Signore... el Signore. Perché, a vedo quanto che xe fazile a esser superbi.
"Ebbene, chi vuol udire la Parola di Dio nella predicazione dei suoi messaggeri, non deve cercarvi la sapienza umana". Uno va a cercare: "Sa, me la godo mi a 'ndar sentire la predica. El parla così bene, vado a San Lorenzo, oh! Vado da quel'altra parte: sa, che bravo predicatore... uno colto, uno preparato! Benissimo! Se è uomo di Dio, se è uomo di Dio! Ma attenti! Se quello è un uomo di Dio si vede dagli atti! Ma se, se lassù a Durlo, ipotesi, c'è un uomo di Dio, no sta a discendere da Durlo par andare in cattedrale o in altra parte: va’ a 'scoltar quello, anche se parla in dialetto. ".... deve piuttosto sforzarsi di riconoscervi il soffio dello Spirito di Cristo e di scoprirvi la presenza del Signore nostro". E vedete, questo si fa presto a capire, perché guardate che uomo di Dio non è soltanto quando sale sopra il pulpito o sale sul palco per una conferenza; l'uomo di Dio è ventiquattro ore al giorno uomo di Dio. Paolo, Saulo, era sempre Paolo, anche quando faceva le sporte: ricordatevelo bene questo. Perciò, si fa presto a vedere se siete o no uomini di Dio. Basta vedere di cosa siete interessati nelle vostre conversazioni, di che cosa parlate; sapete quante volte si ha l'impressione parlando con qualcuno che stia facendo la vita degli ufficiali... Figlioli miei, esaminiamoci a fondo, e vediamo se veramente abbiamo una fede viva o se abbiamo una fede, vorrei dire "ufficiale" o "ufficiosa" o che so io, ditela quel che volete; se veramente crediamo a Dio, all'esistenza di Dio, alla presenza di Dio in noi e nei fratelli, se veramente ci siamo messi nelle mani di Dio. Ma se fossimo convinti di questo, sentiremmo il bisogno di parlare di Lui, di parlare di Lui. Uno di voi mette al totocalcio, prende trecento milioni: siete capaci di pensare voi che questo uno, chiunque sia qua dentro, passi una giornata intera senza parlare di questo con i suoi amici? A meno che non abbia deciso di chiedere la dispensa dei voti e tacer sempre e scappar via. E trecento milioni ti interessano, e se continui tutto il giorno a pensarci su... Poniamo questa mattina Filippi viene a sapere che ha preso trecento milioni: mette via la ricevuta, la bolletta, e non ne parla con nessuno tutta la giornata, e durante la giornata resta indifferente come niente fosse, studia come il solito e non ci pensa mai tutto il giorno. Ho tanta stima di Filippi, ma non credo che arrivasse... per lo meno domanderebbe il permesso di far... un'altra volta, vero Filippi? Figlioli, miei, e quello che succederebbe con le cose materiali non succede con le cose dello Spirito! Vedete che non vado... Abbiamo Dio, l'abbiamo con noi e credo che valga più di trecento milioni, è la nostra forza, la nostra potenza nell'apostolato, nella vita apostolica, ci muoviamo in Lui, viviamo in Lui. Andiamo avanti: chi si contenta, chi si contenta gode!

MO118,7[14-12-1966]

7."Animati dallo Spirito Santo, i tre missionari hanno predicato con grande intima sicurezza. La potenza di Cristo, l'azione dello Spirito Santo, non passano infatti sopra ai predicatori senza sfiorarli, né passano semplicemente attraverso di loro come attraverso un canale".
Vedete, quando voi vi mettete in questa posizione, posizione, in atteggiamento di umiltà e disposizione nelle mani di Dio, Dio si serve di voi, e mentre voi vi mettete, supponiamo, supponiamo che io sia uno di questi, ma disgraziatamente non ci sono, ma se fossi uno di questi, dentro qui, e viene Vinicio da me, e io comincio a parlare di Dio a lui, non si serve Dio di me come di un canale: quando passa Lui per andare lì, e io sono preoccupato di lassarlo passare, Dio, ma Dio mi investe! È come un pezzo di pane, un pezzo di pane inzuppato nel vino, viene fuori tutto vino, no? Bene, anch'io, inzuppato in Dio, messo in Dio, lascio passare Dio, ma Dio mi prende, mi dà potenza; per cui ogni azione che io compio per dare Dio alle anime, divengo anch'io più unito a Dio. Parlo di fede, aumento la fede; parlo di carità, aumento la carità; parlo di speranza, aumento la speranza! Difficile dire 'ste robe qua: sempre parché no son bon cantare, caro don Guido. "È invece proprio nella loro e attraverso la loro personale certezza che parla lo Spirito del Signore; ed è la forza di Cristo che trasforma i cuori degli uditori. Dunque, nella piena dedizione di tutto se stesso il predicatore è in modo speciale strumento del Signore, uno strumento che rende misteriosamente vicino e riconoscibile il Signore stesso". Ma la xe 'sta parola qua: "...nella piena dedizione di tutto se stesso...". Tusi, cavève la pèle, cavève tutto, svestitevi; no, par carità! Donatevi, donatevi interamente, interamente; rovesciate le tasche e vi accorgerete quante robe che vien fora! Spogliatevi, spogliatevi di tutto, di tutto, di tutto; vivetela la consacrazione, la vostra donazione totale al Signore! È da lì che incomincerà la vostra potenza, vorrei dire la vostra onnipotenza salvifica in mezzo agli uomini; è da quel momento lì che Dio vi prenderà nelle sue mani e si servirà di voi, e sconvolgerà, e convertirà. Ma finché voi non vi siete buttati interamente in mano di Dio: "Signore, fa' di me quello che vuoi; io non cerco niente, non voglio niente, ma pestami, mettimi a letto, buttami là a Grumolo in mezzo al letamaio come Giobbe, a me non importa che una cosa sola: essere nelle tue mani, macinato da te, Signore, mi interessa altro". Finché non siete arrivati a desiderare solo questo, ma di essere pestati, e Dio si servirà dei vostri confratelli, e Dio si servirà dei vostri superiori, e vi sputeranno in faccia e vi derideranno: "Signore, grazie. Mi costa, ma sono contento!". Finché non arriverete a questa donazione nelle mani di Dio, fino a desiderare, non a sopportare, a desiderare di essere oggetto di scherno da parte di tutti, figlioli, non sarete gli strumenti che Dio vi vuole oggi per sconvolgere il mondo... "Ebbene, in questo modo l'inviato di Cristo deve predicare e rendere testimonianza, se vuol vedere nascere fede autentica e viva".

MO118,8[14-12-1966]

8.Voi direte: "Ma perché, don Ottorino, grida... 'sta roba qui?". Ve lo dico subito. Perché vedo partire i nostri, vedo partire i nostri e non sono ancora arrivati a questa temperatura. Buoni, ottimi, dinanzi ai quali devo inginocchiarmi, e non sono degno neanche di baciare i loro piedi; però, attenti, non li vedo ancora, ancora, messi in un'atmosfera di questo Spirito, per cui a un dato momento, insomma, tu li vedi innamorati di Dio. Innamorati di Dio! Troppo preoccupati di metter libri nelle casse! Mettete la croce e...
"Senza dedizione non sorgerà mai una valida opera spirituale, giacchè i doni dello Spirito Santo diventano efficaci soltanto nella carità vera che si prodiga e si sacrifica, cioè nella misura in cui quei doni sono servizi autentici. Ed ecco, appunto: tutto ciò che fu fatto tra i Tessalonicesi fu per il bene loro. Furono le "fatiche della carità" a produrre la meravigliosa "opera della fede", la formazione della Chiesa di Tessalonica; fatiche e pene che non concessero pace a Paolo né giorno né notte. I doni dello Spirito, infatti, sono sempre anche servizi, essendo dati ad utilità degli altri; devono perciò servire all'edificazione della Chiesa (tutte parole di Paolo). È che essi, solo nell'impegno e nella dedizione personale al servizio degli altri e nella misura di tale impegno e dedizione, si sciolgono e fluiscono" (questi doni). Uno che veramente si è incontrato con Lui, si è donato a Lui, sente il bisogno di giorno e di notte di darsi, di darsi ai fratelli: andare, predicare, predicare, evangelizzare; sente il bisogno di andare, di evangelizzare, di parlare, in mezzo ai poveri, in mezzo a coloro che "ti compatiscono". Non importa, tu non vai cercando lodi e lodi? No! Vai cercando solo che conoscano Dio, che amino Dio: a te non interessa il resto. Questo... si fa soltanto quando ci si è donati interamente al Signore! Figlioli, scusate se sono così cattivo: avevo promesso di essere calmo stamattina. Cosa volete? A un dato momento si perde la testa. Vi raccomando in nome del Signore, vi raccomando: avvicinatevi a Dio, parlate spesso di queste cose tra voi; sono le uniche cose che vi saranno necessarie domani, le uniche armi che potrete usare. Io voglio vedervi domani prostrati dinanzi al Santissimo, voglio vedervi inginocchiati insieme, quattro-cinque membri di una Casa, un'ora-due a pregare, quando c'è un peccatore resistente alla grazia, quando c'è una situazione difficile, quando una croce vi pesa sulle spalle, quando siete perseguitati, quando siete oltraggiati, calunniati. Voglio vedervi dinanzi all'altare a cantare il Magnificat e il Te Deum: "Grazie, Signore, che ci hai stimati degni di patire e soffrire per amore tuo!". Figlioli, è Vangelo, è quello che hanno fatto gli Apostoli, è quello che Dio vuole che facciamo anche noi! 15 dicembre 1966