Don Ottorino fin da quando era chierico nel seminarietto della cattedrale amò dettare il fioretto le sere del mese di maggio, scegliendo come tema la storia delle apparizioni della Madonna a Lourdes e a Fatima o la vita di qualche santo. Si dedicava a questa pratica con passione e straordinaria capacità di coinvolgimento, per cui il suo fioretto era sempre atteso con impazienza e gioia.
Evidentemente la prima pagina raccoglie la serata di apertura del mese di maggio, anche perché alla fine indica le motivazioni della scelta della storia di San Gaetano.
SS11[05/1947]
Forse è il titolo di un esempio, del quale però non si hanno altri dati per una ulteriore determinazione.
San Gaetano morì a Napoli il 7 agosto 1547, quindi don Ottorino vuole alludere al centenario della morte.
Il numero romano “II” e i numeri che seguiranno vogliono indicare la
seconda serata e le successive del mese di maggio. Nella stessa riga del numero è
scritto “Cuore di mamma”, forse per ricordare l’esempio portato la sera
precedente, e “Carlo di Don Bosco” il cui senso risulta incomprensibile.
SS11,1[05/1947]

ESEMPI Maria
MARIA la nostra buona mamma
MARIA devozione a ...
Nella stessa pagina è incollato un foglietto bianco con lo schema molto sintetico del fioretto sopra esposto in forma più dettagliata.
SS11,2[05/1947]

ESEMPI vita dei Santi
Gli appunti divengono ora veramente sintetici e schematici, ma sempre comprensibili.
Il riferimento è al fatto che il piccolo Gaetano offrì ai poveri che bussavano alla porta del palazzo paterno tutto il cesto della sua merenda, che secondo la tradizione si trasformò in un cesto di fiori quando venne scoperto dalla servitù.
Don Ottorino intende suggerire la generosità per accettare le croci che giungono involontariamente, e allo stesso tempo di offrire a Maria mortificazioni volontarie.
SS11,3[05/1947]

Seguono, nell’originale, altre tre righe che sintetizzano quanto scritto sopra.
SS11,4[05/1947]

Il numero è seguito dalla scritta “Il giglio nel pantano”, che
forse è un esempio che don Ottorino volle premettere al fioretto stesso.
Lutero era monaco agostiniano.
Il riferimento è a Rampazzo di Camisano (VI), ove la famiglia Thiene aveva vasti possedimenti terrieri e una residenza estiva.
Secondo la tradizione, mentre gli operai costruivano la chiesetta voluta da Gaetano si resero conto che una trave era troppo corta, ma in forma inspiegabile si allungò per le necessità della costruzione. Detta trave viene ancora conservata come reliquia nella chiesa parrocchiale di Rampazzo.
Erroneamente don Ottorino scrive ‘IV’ invece di ‘VI’.
Sta per ‘indirizza’.
SS11,5[05/1947]


Dopo il numero, don Ottorino aggiunge ‘San Gerardo – nel pozzo’,
annotazione che non è per nulla legata al tema della vita di San Gaetano.
Dopo il numero don Ottorino aggiunge l’annotazione ‘S. Gerardo –
informarsi’, il cui collegamento con la vita di San Gaetano è incomprensibile.
Don Ottorino richiama l’episodio della pubblica reazione di Lutero alla campagna di raccolta di denaro con la vendita delle indulgenze, quando affisse alla porta della chiesa del castello di Wittemberg le sue 95 tesi, scritte in latino e in vista di un dibattito fra studiosi. Invece fu l’inizio della dolorosa separazione dalla Chiesa di Roma.
SS11,6[05/1947]


I numeri scompaiono d’ora in avanti nel quaderno di don Ottorino. Vengono ugualmente posti in questa trascrizione, seguendo la divisione logica dell’argomento e la successione delle pagine.
Prima della sintesi della storia di San Gaetano, don Ottorino riporta
un nuovo inspiegabile richiamo a “S. Gerardo, il bambino e il pozzo…”.
SS11,7[05/1947]

SS11,8[05/1947]

SS11,9[05/1947]

SS11,10[05/1947]

SS11,11[05/1947]

A questo punto è scritto ‘Lunedì Baracche’, forse per indicare
che don Ottorino seguiva lo stesso tema per il mese di maggio anche nella cappella
dell’Ausiliatrice situata nel rione delle Baracche..
SS11,12[05/1947]

A fianco è scritto, sempre a matita: ‘Lunedì Istituto’.
SS11,13[05/1947]

SS11,14[05/1947]

SS11,15[05/1947]

SS11,16[05/1947]

SS11,17[05/1947]

