Don Ottorino immagina la Comunità del Chaco in Argentina, che avrebbe preso avvio in luglio di quell’anno 1967 con i sacerdoti don Graziano Celadon e don Pietro Martinello e gli assistenti Antonio Ferrari, Mirco Pasin e Antonio Zordan. Nel testo registrato don Ottorino dice “Sant’Angela”, ma evidentemente intende la cittadina di Villa Angela dove c’era una comunità di Redentoristi polacchi.
MI139,1 [29-01-1967]
1 Fratelli miei, la vita religiosa è una oblazione volontaria. Io mi sono offerto e consacrato volontariamente, cioè mi sono posto sotto l’obbedienza volontariamente, per amore del Signore, e per lui mi sono immolato. Anche nel mondo si deve obbedire: il figlio al papà e alla mamma, il cittadino all’autorità civile, l’impiegato e l’operaio al capo ufficio e al datore di lavoro. Ma nella vita religiosa c’è un’obbedienza amorosa, una catena amorosa. Un domani in una Comunità, piccola o grande che sia, ci deve essere questo legame di amore, questa obbedienza soprannaturale; sarebbe una cosa grave se mancasse. Quando agite, dovete sentire la gioia intima che state facendo la volontà di Dio. “Don Pietro, se non hai nulla in contrario farei un’uscita di mezza giornata; abbiamo fatto una cosa e l’altra, e vorremmo andare con Antonio fino a Villa Angela presso i padri Redentoristi per svagarci un po’”. E lui dice: “Sì”. Quel sì è la firma di Dio. Vi rendete conto, figlioli, che l’azione che facevate prima per conto vostro aveva un valore, mentre dopo il sì del superiore fate un’azione che acquista meriti infiniti? Dovete capire questa differenza, figlioli, perché non è la stessa cosa. Io tremo se non diventiamo come Dio ci vuole e ci pensa. E guardate che Dio ci vuole così, e l’obbedienza non è un’umiliazione, ma una gioia, una ricerca amorosa della volontà del Signore. Se c’è questa ricerca della volontà del Signore, sarà il superiore che dirà: “Antonio, temo di aver sbagliato. Sì, sì, ho fatto, ma ho ricercato quello che mi piaceva”. E l’altro risponderà: “Non preoccuparti, lascia passare”. E lui: “Mi sento male perché ho ricercato quello che mi piaceva”. Deve veramente brillare l’umiltà, e quando uno si umilia, Dio lo solleva ed innalza. Figlioli miei, ecco quello che io vorrei qui dentro.CONSACRAZIONE vita religiosa
CONSACRAZIONE obbedienza
VOLONTÀ
di DIO firma di Dio
COMUNITÀ
superiore
VOLONTÀ
di DIO ricerca della...
VIRTÙ
umiltà