«PARLANE A LUI»

MI361 [19-12-1971]

19 Dicembre 1971

MI361,1 [19-12-1971]

1 Nel programmare il tuo viaggio.
Nel fissare le tappe:necessarie (alla vita fisica, spirituale e all’apostolato).utili (per il fisico, per lo spirituale e per l’apostolato).dispersive (spesso capricciose… Abbiamo fretta e non possiamo perdere tempo).Per risolvere gli imprevisti che sempre ci saranno.Per rimediare agli incidenti.Parlare prima di ogni tappa affinché Lui ti prepari il cammino e tu non giunga mai inaspettato.

SLOGANS unione con Dio

La “pedrita” era il soprannome di una vecchia auto Fiat 750, che don Pietro De Marchi aveva lasciato alla Casa dell’Immacolata quando nel 1969 andò all’Isolotto di Firenze. All’epoca era in dotazione a don Venanzio Gasparoni, incaricato vocazionale, e per quanto fosse elogiata come impareggiabile dal suo antico proprietario, ogni tanto giocava qualche brutto scherzo.

Il riferimento è al camioncino che era a servizio della legatoria e che veniva usato da molti autisti per le necessità immediate.

Per aiutare ad avere un intimo rapporto personale di amicizia con Gesù, don Ottorino aveva formulato lo slogan: «Parlane a Lui!». Cercando un quadro che presentasse il volto di Gesù con i segni della passione, ma insieme con un’espressione di amicizia, era riuscito a entrare nel deposito dei musei vaticani e ad ottenere di riprodurre un quadro fiammingo del 1400. Lo aveva collocato nel corridoio centrale della Casa dell’Immacolata, simmetricamente al quadro del mosaico con lo slogan «Sono al mio posto?», che richiamava un altro punto fondamentale della spiritualità della Congregazione

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2 Bisogna «parlare a Lui» anche quando capitano gli incidenti.
Quante volte arrivano telefonate di questo genere:«Venite a prendermi...».«Perché?».«Ho tamponato!»«La macchina, la "pedrita", poveretta, non funziona più».Quante volte abbiamo riportato a casa don Venanzio e la sua macchina in panne.Amici, non dobbiamo fare il proposito di compiere incidenti, ma di mettercela tutta perché non capitino, tuttavia siamo tanto umili da accettare qualche volta, nella vita, anche la nostra debolezza e altrettanto umili da non scusare la nostra miseria. Siamo umili nel dire: «Signore, tu lo sai, eccomi qui. Io non voglio, non voglio peccare, non voglio sbagliare». Ciò nonostante ci sarà una volta che ti arrabbi, un'altra che sei egoista.Amici miei, si può dire che le nostre giornate sono piene di piccoli incidenti, anche se essi non saranno degli scontri frontali. Basta guardare il camioncino: quanti segni di striscio! E se consideriamo la nostra vita una bella vettura di lusso: quante ammaccature, forti o lievi! Io osservo la mia vettura, sapete, non la vostra.E allora bisogna essere anche qui tanto umili da dire: «Signore, abbi pietà di me!», e se ci capita un incidente, riconoscerlo, non voler dar sempre la colpa agli altri, metterci dinanzi a Dio con umiltà e chiedergli: «Che cosa devo fare, Signore? Ho sbagliato, ho peccato; sono caduto! Sì, se fossi stato un po' più vigilante, questo non sarebbe forse successo».Questa è un'altra cosa che dobbiamo domandare a lui.Le parole «Parlane a Lui» vogliono dire anche questo: se ti capita qualche incidente, corri dinanzi al Signore, domandagli che cosa devi fare e forse lui ti dirà: «Va’ subito da un sacerdote, confessati, domanda perdono», o invece ti dirà: «Va’ subito dal tuo compagno, digli che ti dispiace di essere stato così cattivo verso di lui», ovvero: «Un'altra volta sta’ più attento! Il mio sangue lava ancora, per questa volta, la tua miseria, ma ti raccomando: non fare sfregi più profondi».

VIRTÙ

umiltà

ESEMPI apostolo

CONVERSIONE pentimento

CONVERSIONE esame di coscienza

PREGHIERE al Signore

SLOGANS unione con Dio

PREGHIERA

Don Ottorino legge dalla sua scheda con lo schema della riflessione la frase che corrisponde al n. 5

Don Zeno Daniele seguiva all’epoca l’amministrazione delle Edizioni, e stava curando la versione spagnola del Vangelo e dell’Antico Testamento, alla quale collaborò un chierico spagnolo che studiava a Roma, Francisco Maria Guÿazzo.

Nell’esempio scherzoso don Ottorino nomina dapprima don Antonio Bottegal, che era addetto alla sua segreteria personale, e mons. Mario Bigarella, vicentino, impiegato in Vaticano presso la Segreteria di Stato, amico della Congregazione e noto per la sua giovialità e cordialità.

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3 C'è un'altra cosa da osservare, che ho scritto su questo foglietto poi e che spiegheremo: «Parlane prima di ogni tappa, affinché lui ti prepari il cammino e tu non giunga inaspettato».
Prima di partire per Roma don Zeno ha telefonato a Roma al diacono di Madrid, che gli ha risposto: «Bene! Allora ci troveremo lunedì, a mezzogiorno, in tipografia; io l'aspetterò in tipografia». Appena arrivato don Zeno si sarà incontrato, oggi a mezzogiorno, con quel diacono, ma c'è stata una telefonata che ne ha preparato l'incontro. Se dovessimo mandare a Roma, in Segreteria di Stato, uno di voi, supponiamo don Antonio, per ritirare il decreto con cui don Venanzio è nominato «cameriere segreto» di Sua Santità, darei prima una telefonata a mons. Bigarella: «Monsignore, - gli direi - ti avverto che domani verrà un prete giovane così e così - e gli comunicherei i connotati - per ritirare il decreto con cui don Venanzio è nominato "cameriere segreto". Ti raccomando, eh, trattalo bene, dagli un pochino...». Quando don Antonio si presentasse da lui, mons. Bigarella esclamerebbe: «Oh don Antonio! Sei tu... sei arrivato... Mi ha telefonato don Ottorino; vieni, oggi pranzi con me; ho già predisposto tutto».«Ma io...».«No, oggi mangi un boccone con me!». Mi par di vedere mons. Bigarella con la sua caratteristica cordialità.Se, invece, don Antonio si presentasse a Roma senza alcun preavviso, avrebbe il suo bel da fare per convincere monsignore: « Ma... monsignore...».«Scusa, chi sei? », gli chiederebbe monsignore.«Sono della Pia Società San Gaetano ».«Ah, don Ottorino... Va bene: se mi avesse telefonato... il decreto non è ancora pronto; per averlo bisogna attendere... che muoia don Venanzio».Di solito, insomma, si prepara il terreno con una telefonata.E allora, perché non parlare al Signore prima di andare, per esempio, a fare una correzione fraterna a un compagno, affinché il Signore, con una sua misteriosa telefonata, ne prepari il cuore? Perché non parlare al Signore prima di andare a tenere una lezione di catechismo, affinché il Signore prepari prima il cuore di quei giovani, in modo che il ministro di Dio non arrivi inaspettato? Perché non parlare al Signore prima di qualsiasi azione apostolica, affinché egli, con una sua divina telefonata, prepari il nostro arrivo?Se in un viaggio terrestre bisognerebbe fare così, perché, allora, non dovremmo comportarci allo stesso modo in questo viaggio meraviglioso verso il Paradiso?

ESEMPI parlane a Lui

Cfr. Mt 14,17-21; Mc 6,38-44; Lc 9,13-17 e Gv 6,1-13.

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4 Riassumendo: perché non parlare con il Signore nel programmare il nostro viaggio, anzi, perché non programmarlo insieme con lui? Perché, nel fare le nostre tappe, necessarie, utili o dispersive, non dovremmo metterci d'accordo con lui? Perché non ricorrere a lui, quando ci capita qualche imprevisto? Nel caso di un incidente si raccomanda, di solito, di telefonare subito alla compagnia di assicurazione e di mettersi nelle sue mani. Perché nei nostri incidenti spirituali o apostolici non ne parliamo a lui, non ci rivolgiamo a lui?
Concludendo: in qualsiasi azione apostolica, in tutto ciò che facciamo, sforziamoci di parlarne prima a lui: in tal modo egli preparerà il terreno e sarà molto e molto più facile il nostro agire. Senza di lui ci troviamo con cinque pani e pochi pesci, ma con lui e da lui benedetti, quei cinque pani e pochi pesci si moltiplicheranno nelle nostre mani.La scheda autografa pubblicata all’inizio della presente riflessione porta il n. 4. Vengono ora riportate le schede n.1, 2 e 3, delle quali non si conserva alcuna riflessione registrata.
n. 1 - Fermati… guarda il fratello…Se non pensi di lui come pensa Gesù, non ti accostare all’altare.Guarda il fratello come una mamma guarda suo figlio.Pensa sempre bene: non fare giudizi temerari.Quando è palese una mancanza, non giudicare male: giustifica le intenzioni.Condannando il fratello, tu condanni Gesù.Giùdicati:Tu sei sicuro di essere nell’amicizia di Gesù, se quando constati una mancanza nel fratello: - preghi per luilo difendi presso gli amicilo avvicini, privatamente, per la correzione fraternaAttenzione:Non giudicare; è il primo peccato che il demonio cercherà di farti compiere.n. 2 - Parla del fratello… e guarda in volto Gesù cercando un sorrisoParla bene: con semplicità, senza reticenze per invidia, senza esagerazioni per simpatie umane. Mai parlare, in nessun caso, per motivi di interesse, ma solo per un atto di carità, nel caso che sia utile per ristabilirgli la stima.Parlare in male: mai, mai, mai…Parla a lui per il suo bene nel caso abbia bisogno di essere illuminato ed aiutato in un suo errore, senza giudicare le sue intenzioni. È questo un tuo dovere. Forse è meglio che tu prima ti consigli con qualche amico, per non metterti nel pericolo di far soffrire inutilmente un fratello. Se è possibile consigliati con un amico e non con un superiore per non diminuire la stima del fratello, a meno che la mancanza sia pubblica o già nota al superiore stesso.n. 3 - Per chi lavori? La mercede la riceverai dal datore di lavoro.Per il piacere? Tutti per natura siamo portati a scegliere ciò che piace. Il bambino cerca ciò che piace. I sensi sono un dono di Dio, ma è facile trasformarli in un mezzo di piacere illecito. Il dovere deve regolare il piacere: il dovere come uomo (lavoro, famiglia…), come cristiano (virtù), come religioso (l’offerta totale).Per l’io? Spesso l’io è un tiranno nascosto che ci trascina e ci domina. Avvolto talvolta di vesti non proprie si presenta in forma subdola e ci trascina inesorabilmente lontano da Dio: autosufficienza.Mai il demonio ci invita apertamente ad adorare noi stessi, ma purtroppo spesso riesce a farcelo fare. Disgraziati noi il giorno che non ce ne accorgiamo più! Credo che pochi siano i giorni della vita in cui non abbiamo bruciato qualche granello di incenso al nostro «io».

DIO rapporto personale

PREGHIERA

CARITÀ

amore al prossimo

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

critica

VIZI egoismo